Caro Maestro, cara Giulia / 1


Vivere con Giulia Grisi ed i maggiori cantanti del suo tempo alla fine può diventare se non una doppia vita un divertente momento di “alter ego” nell’arco della giornata.
Il punto, quanto mai divertente, è che anche i nostri lettori godono e si identificano con questi fantastici personaggi e allora aprono gli archivi e consentono con parsimonia, confesso, disamina e pubblicazione di scritti che sono preziosi per la storia dell’Opera e per i melomani.
Ecco che cosa scriveva donna Giulia Grisi nel 1863 al suo venerato maestro:

Illustre e venerato maestro,
madama Rossini, amica sempre premurosa e cara Vi avrà, per certo, preannuziata cotesta mia impertinenza!
Per il prossimo mese di gennajo sono stata invitata ad esibire l’arte mia a Pietroburgo, per far cosa grata alla famiglia imperiale. In questi tempie, mi sia consentito alla mia età è un onore che, giammai avrei neppur di lontano immaginato ed osato nei miei sogni.
La richiesta di esibire l’arte mia significa esibire la grandezza Vostra, perché l’esplicita richiesta è che laggiù canti ancora la vostra Semiramide. Ma, mio buon ed illustre maestro, non posso celarVi la preoccupazione nel riproporre il Vs. capolavoro.
Madama Grisi di oggi, che ancora viene richiesta non è, suo malgrado, la Giulietta che sei lustri or sono principiò, proprio con la Vs. Semiramide, la propria attività in Parigi.
Mio caro ed illustre maestro a nessuno, se non che a Voi, che vi pregiate ancora di invitarmi alle Vs soireè devo chiedere di pensare a sollevare da certe fatiche questa vecchia dama e consentirle, malgrado la pochezza dell’arte sua di rendere, per l’ultima volta, forse, servizio alla Arte vostra.
Vs. devotissima
Giulietta de Candia.

Parigi, lì 7 giugno 1862

Gli ascolti

Rossini – Semiramide

Dolce pensieroGiannina Russ (1906)

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