14 pensieri su “Dedicato a quelli che dicono che i tenori privi di falsettone urlano i Puritani

  1. I tenori privi di falsettone non esistono, a meno che ammettiamo l’esistenza di cantanti dotati solo di un registro di petto con cui possano coprire l’intera loro estensione, acuti compresi. Il che, di solito, non si dà. Quanto a Kraus, io non avrei scelto lui come esempio, perché sarà anche esente dalle urla ma non è esente dal naso, specie negli estremi acuti che andrebbero risolti in tutt’altra maniera. I veri esempi, ovviamente, si chiamano Checco Marconi, Edgardo Gherlinzoni, Giacomo Lauri Volpi.

    • No estoy de acuerdo que Kraus fuese nasal. Tenía una voz timbradísima, proyectadísima, y por consiguiente muy llena de metal, que es justo lo contrario de una voz engolada y cálida (pero sin proyección). Creo que es el metal lo que da la impresión de ser una voz un tanto nasal. Incluso en los últimos años de carrera, cuando la tentación de apoyar en la nariz podría haber sido grande para facilitar el ascenso al sobreagudo, no creo que se pueda habler, a excepción quizás de alguna nota puntual, de nasalidad en Kraus.
      Saludos.

  2. Mio padre ha avuto la fortuna di ascoltare dal vivo Lauri Volpi, ma oltre ad apprezzarne, dizione, canto “in avanti” etc.., rilevava un fastidioso vibrato (almeno agli inizi della carriera) e mi raccontava che spesso stonava….

      • Gentile Tamburini, per la mia colpevole indifferenza a cio’ che mio padre voleva trasmettermi, non sono in grado di rispondere alla sua appropriata domanda. Ho pero’ io una questione da porLe: in una trasmissione della Barcaccia i conduttori definirono atipica e del tutto personale la tecnica di Lauri Volpi (si coglieva una sarcastica ironia nel tono dei due) .Ora, e questo lo ricordo bene e-mi pare- e’ anche documentato-Lauri Volpi parlava di punto di risonanza (sfruttare i risuonatori superiori) e di punto di appoggio (la repentina contrazione degli addominali all’inizio della espirazione e la compressione sul diaframma per controllare il fiato).Ora, questa tecnica e’ cosi’ diversa da quella di Lazaro e sopratutto, puo’spiegare le eventuali stonature (nei primi acuti?) e l’ironia di due esperti quali dovrebbero essere i conduttori della Barcaccia?
        Mi scuso per queste forse futili domande, ma sono un cardiologo che-dopo tanti interventi sul cuore-finalmente in pensione vorrebbe imparare i tesori della voce umana

        • L’ironia dei due presunti esperti non può certo essere commentata qui dove tutti possono leggere, e dove pertanto non è possibile venir meno ad un’espressione continente e morigerata…

          Quanto a Lauri Volpi, se stonava è perché aveva poco orecchio, o probabilmente perché tendeva a spingere (a volte io lo sento crescente, ma solo a partire da una certa età). In ogni caso la sua tecnica (a parte certi errori dovuti anche al temperamento non propriamente equilibrato del tenore…) è molto esatta e completa. Non differisce in niente da quella di qualsiasi altro artista che pratichi il Canto e non la vociferazione.

      • senza nulla togliere alla grandezza assoluta e indiscutibile di Lauri Volpi è innegabile che sia talvolta crescente di intonazione, specialmente nelle registrazioni della seconda parte della carriera. non credo che sia necessario negare a tutti i costi qualsiasi difetto dei nostri beniamini, anche quando sono fuoriclasse della tecnica. così come riconoscere che la Horne e la Sutherland (due tra le più grandi cantanti di sempre) avessero anch’esse defaillance di intonazione non toglie nulla alla loro grandezza e alla loro storicità.
        quanto alle stonature di Lauri Volpi sono più frequenti negli acuti estremi. si può notare ad un attento ascolto in questo video http://www.youtube.com/watch?v=9mPciCwbIgI&feature=related

        • Caro Enrico, sfondi una porta aperta.
          Il problema del nostro presente però mi pare sia quello di riuscire a trovare argomenti di critica per i giganti, perchè no sono beniamini ma giganti, ed essere al contempo sordi ai disastri che udiamo oggi sui nostri palcoscenici. A Parma, come ho già scritto, sedevo davanti ad un signore che precisava come Pertile sia grande interprete ma abbia voce nasale ( fatto su cui non sono affatto d’accordo, dato che di nasalità non se ne sente nemmeno un briciolo….magari un timbro non bello ) e non sentire i laj di Kristin Lewis che, nell’epoca di Pertile,avrebbe fatto si e no la comprimaria. Oggi Kraus è divenuto unanimente nasale, mentre lo è da un certo punto in poi della carriera, per trovare edgli alibi al divino Florez, la cui voce in teatro non risuona e non si flette manco per un nanosecndo come quella di Kraus, al quale non assomiglia per nulla ( anche se gli piacerebbe cantare come cantava quello! ).
          Se noi parliamo dei gravi della Sutherland, che non sono nemmeno paragonabili a quelli di certe mostruose signore che l’hanno preceduta, perchè più complete di lei, a cominciare dalla Siems, non credo che finiremmo per omaggiare il vero, ma solo a dare argomenti a qualche idiota che poi si metterebbe a scrivere della sopravvalutazione della diva australiana, grazie anche alla malastampa che sponsorizza le “scemenze d’autore” che sono uscite dalla bocca della Dessay o della Bartoli…. Del resto lo sappiamo, come ci ha spiegato una celebre cantatrice in attività dalla voce disordinata più che mai, ” anche la Sutherland da giovane aveva la voce piccola” !!!!!!!!!! Siamo in attesa di leggere cosa si inventeranno per giustificare la novella Colbran alle prese con la Semiramide a Napoli, dato il confronto con alcuni mostri che attendono la moderna “diva”….li vogliamo leggere!
          Oggi puntualizzare sui grandi, caro Enrico, serve solo a giustificare un mondo di cantanti senza tecnica ed incapaci ( e che nel mondo di quei grandi sul palcoscenico non avrebbero potuto metterci piede), i loro sponsor e chiudere ancora di più ogni speranza che sitorni a cantare come diocomanda…purtroppo, e non a parlare di canto.Questo è il problema.

          • Però Kraus il vezzo del naso ce l’ha sempre avuto, soprattutto nel risolvere il settore acuto… lo dichiarava lui stesso quando parlava di tecnica… diceva che la voce si appoggia in maschera, e aggiungeva, “nelle fosse nasali” (evidentemente per lui la maschera era il naso)… c’è anche un video su youtube dove si vedono i suoi precetti tecnici in azione sugli allievi… Non c’è niente di male nell’osservare ciò. Se oggi siamo arrivati a questa situazione la colpa è anche di quei cantanti, che hanno saputo tramandare solo i loro difetti, senza riuscire a decantare il vero segreto della loro arte. Come ben scrive Lazaro, l’appoggio è sulle labbra, non nel naso…

  3. Devo dissentire da una parte, Mancini. Le fosse nasali non sono il naso, anche se ad una prima lettura sarebbe facile fare questo primo paragone.
    Come sappiamo, nella didattica del canto, ci sono tante immagini e tanti modi di rendere una idea per aiutare un allievo, immagini e modi che spesso sono diversi da un allievo all’altro. Lazaro diceva di immaginare il suono in maschera che si proietasse idealmente sull’arcata superiore dentale; altri immaginano il suono in maschera che si proietti a livello del naso ma non nel naso, che è ben diverso.
    A me sembra che Kraus rientri chiaramente in questo ultimo caso, disinterpretato e spesso anche da parte sua spiegato non sempre benissimo. Peraltro, fisiologicamente, si è dimostrato che la cavità nasale (dietro il naso) non comporta risonanza alcuna, ma sono più i risuonatori facciali ad avere la meglio sulla proiezione della voce, oltreché ovviamente emettere bene la voce, perché il suono nasale dipende da una scorretta posizione del palato molle, e quindi alla idea dell’apertura all’interno (cosa che mi sembra difficile da pensare in Kraus).

    • Appunto, la cavità nasale non è cavità di risonanza. Le cavità della voce sono la gola e la bocca (Lazaro scrive che il fiato deve essere diretto verso i denti incisivi superiori). Poi, come conseguenza di una buona emissione, è del tutto normale che la vibrazione, attraverso le ossa e le cartilagini, si trasmetta alla “maschera”, ma come ho già scritto si tratta di un effetto, non di una causa, e pensare di direzionare il fiato verso il naso o la fronte è fisicamente un assurdo, che rischia peraltro di produrre la nasalizzazione (cioè l’aria che esce per il naso: gli antichi maestri addirittura consigliavano di tapparsi le narici con le dita durante l’emissione, in modo da scongiurare qualsiasi minima nasalizzazione). Tutto ciò è confermato anche dalla foniatria. Di Kraus non si può dire che fosse un cantante nasale, ma il vezzo in minima parte ce l’ha sempre avuto. Io sento che i suoi acuti sono agganciati con un piccolo aiuto del naso.

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