Quesito per la Susi

Ho girato un quesito alla Susi:

“Ohibò!
Sono basita! Leggendo le opinioni dei forumisti e dei commentatori su internet a “La donna del lago” dell’altra sera ho osservato una cosa incredibile, a dir poco singolare: il pubblico è del tutto stupito del successo tributato allo spettacolo!
Ma chi applaudiva non faceva forse parte del pubblico?
Abbiamo forse a che fare con una moltitudine di Dott. Jekyll e Mr. Hyde?
Il mistero si infittisce…
P.S. E chi ha buato Osborn? Quelli che applaudivano? Ma insomma chi applaudiva l’altra sera? Niente caccia alle streghe stavolta?”

40 pensieri su “Quesito per la Susi

  1. Ah ecco… dunque quando il pubblico attribuisce un trionfo e resta sconcertato dallo stesso successo appena decretato e poi magari contesta un cantante a caso e non scatena la caccia alle streghe perchè dovrebbe usare forconi e baionette contro se stesso che è sempre nel giusto e “ama il teatro che va salvato”, va tutto bene e tutto è bello e l’arcobaleno splende nel cielo blu…. mentre quando serve un capro espiatorio o occorre immolare all’ “ammmore” qualcuno A CASO allora “MORTE STRAGE STERMINIO!” …. giusto!
    Poi dici che uno non pensa a male….

    Marianne

    • Mah…cara Marianne sei misteriosa, chi ti capisce è bravo! Se parli per pochi.. manda loro delle mail, se ti rifai a fatti precisi.. rendici edotti ! Comunque, facendo finta di essere la Susi e secondo la mia impressione, mercoledì sera alla Scala, la stragrande maggioranza del pubblico applaudiva soddisfatto, una piccola parte osannava sonoramente i cantanti e pochi coraggiosi buavano Osborn. Pubblico diviso tra molti consensi e rari dissensi, situazione classica e ben poco schizofrenica.

  2. Scusatemi se parlerò con franchezza: intendo solo argomentare a viso aperto e senza intenti sterilmente polemici. La cosa più facile – e in quanto tale da sempre praticata con abbondanza – è lo sparare a zero sugli interpreti. Quasi mai ho sentito farlo – per fare un esempio – da Massimo Mila o da Fedele D’Amico, in apparenza sempre di bocca più buona di alcuni vociologi della domenica che affollavano ai loro tempi i loggioni. Se spari a zero c’è sempre qualche ingenuo che ci casca, pensando da chissà quali abissi di dottrina viene la stroncatura. Mi sono venute in mente queste considerazioni riascoltando la registrazione della recente “Donna del lago” scaligera. Dove Florez e la DiDonato sono stati eccellenti e la Barcellona e Roberto Abbado buoni. Demolirli come ho visto fare non ha per me alcun fondamento. Specie quando mi si fa l’esaltazione della “Donna” del ’92, con un Blake che dava i primi segni di declino e un Merritt già parecchio bollito.

  3. marianne sei misteriosa ti riferisci al pubblico che era in sala che applaudiva,e poi dopo criticava o ai commentatori e forumisti sorpresi del successo di pubblico di uno spettacolo modesto?

    poi non bosogna dimenticare che se si fa un sondaggio su un pubblico generico forse nemmeno il 15 per cento sà qualcosa di cosa si scrive su internet,come anche gli ascolti sia sui blog che su you tube.

  4. 😀
    Grazie ragazzi, ma nessun mistero, da parte mia, che non abbiate già compreso o risolto.
    Semplicemente, alcuni di coloro che erano in Scala e hanno applaudito la recita poi su internet hanno espresso la loro perplessità riguardo all’ eccesso di “calore” del pubblico sia in generale, sia nei riguardi dei singoli: e questo ha lasciato basita anche me! Ma come? Il miglior cast possibile, tutta la critica riunita è concorde all’unanimità sul trionfo e sulla qualità eccelsa dei cantanti, come minimo per forza in sala DOVEVA esserci un uragano di applausi!
    Invece no… in molti sono rimasti perplessi di fronte a tale uragano di plauso!
    Possibile??? Dovrebbero essere tutti contenti… invece…
    In più lo stesso pubblico “caliente” (in pochi invero come ricordano Donzelli, la Grisi e Olivia) ha coraggiosamente (?) buato Osborn!
    Buare in Scala equivale come minimo ad essere linciati, come ben sapete 😉 , eppure stavolta qualcosa deve essere andato storto, perchè non è stato issato nessun rogo in piazza, nemmeno un tafferuglio… guarda un po’…

    E che baccano sul caso strano e che commenti per la città…

    Marianne

  5. Siamo tutti testimoni di spettacoli mediocri che ottengono applausi “a profusione”.Per parafrasare al contrario Ennio Staiano: la situazione sembra comica ma invece e’ seria”.
    Senza aver la pretesa di dipanare questo nodo avviluppato, credo che una delle principali cause risieda nella “televisionizzazione” di ogni spettacolo caratterizzata da fruzione superficiale,rapida e soprattutto acritica: l’applauso e’ indipendente dalla qualita’ della performance dell’artista , ma e’ un gesto che si ripete “a prescindere”. Sappiamo anche chi dobbiamo ringraziare per questa de-alfabetizzazione nel teatro d’opera (e non solo….)

    • Concordo. Magari non è l’unico motivo della superficializazzione dei rapporti professionali ed percettivi coll’opera, ma, secondo me, l’abbassamento generale della qualità artistica delle prestazioni è dovuto molto alla forte intervenzione di tutte le sorte di HD, trasmissioni e mediatizazzioni che offuscano i criteri di giudizio ed amalgamano in modo acritico e molto superficiale i diversi registri combinati all’opera – canto, parte visiva etc… E’ un fenomeno inevitabile nel nostro mondo elettronizzato ed è forse per questo che l’opera come forma d’arte ormai è assolutamente obsoleta. In breve: chi sente/guarda un cantante in una trasmissione HD se ne frega completamente dell’ampiezza “reale” della voce del cantante. Ha anche il “privileggio” di vedere le espressioni del viso del cantante in “primo piano”.
      Ho l’impressione che, oltre ad essere l’arte più obsoleto e più “passata”, l’opera è anche una forma d’arte che, pur essendo sempre stato molto ambiguo, ormai non possiede più nemmeno un suo spazio definito. Non si sà più con certezza dove “è” l’opera: al teatro? alla radio/tv dove la stanno trasmettendo “in diretta”? Sul CD?
      E’ anche per questo che la maggioranza dei cantanti che vengono criticati per non avere tecnica, proiezione, brillantezza di suono etc., rimane assolutamente indifferente davanti a queste critiche. Perché c’è sempre un altro medio, oltre allo spazio acusticamente ed ambientalmente chiuso che è il teatro d’opera, in cui potranno rifuggirsi. Alla fine vince non la qualità ma la quantità. Al teatro vanno 1000-2000 persone, le trasmissioni HD sono viste da chi sà quanti migliaia. Morale della favola: Viva Anna Netrebko.

      • L’osservazione mi convince: però c’è anche il rovescio dell medaglia. L’ascolto dell’opera solo su supporti tecnologici (siano essi cd, dischi, o radio, tv, pc, HD) magari a volume altissimo o con l’utilizo di cuffie, disabitua l’orecchio all’ascolto naturale della voce che è (rectius: dovrebbe, amplificazioni permettendo) quella in teatro e, sovente, ne altera la percezione.

        • Hm… quindi, saranno le cuffie o il volume manipolabile dei CD che ci fà sembrare qualsiasi voce troppo piccola, quando la sentiamo dal vivo?
          Non credo sia così. Magari è cosi per chi non va spesso all’opera, ma chi la frequenta con assiduità, sà anche differenziare tra le voci senza sentire la mancanza di un volume ampio come a casa. Io mi lamento di piccole voci non perché sono abituato a fare urlare il CD a casa, ma perché la maggioranza delle voci odierni, che esse siano grandi o piccole di natura, non sono PROIETTATE.
          Ed è piuttosto dell’adeguata percezione di questo aspetto tecnico-acustico che la gente sembra essere disabituata.

  6. sarà tutto vero quello che scrivete. Per contro nel mondo virtuale trovo tutte le registrazioni fa quelle del 1895 della patti a ieri sera e posso educare il mio orecchio confrontare verificare il diverso gusto e la costanza della tecnica ed a maggior ragione andare preparato a teatro e distinguere grandi e cialtroni

    • Mi spiace Donzelli ma la Pasta ha ragione in pieno. Guarda caso la decadenza del canto va di pari passo con l’evoluzione delle tecnologie. I cantanti migliori sono quelli documentati sui supporti più rudimentali, i cantanti peggiori sono quelli che fanno carriera sui dischi.

  7. Mi permettete una domanda? La scala ha cercato disperatamente un successo, vista la mediocrità dei suoi cartelloni, ora pare che ce l’abbiano fatta, con questa coproduzione un poco abborracciata e per nulla degna di un teatro che si autodefinisce il primo al mondo, Orbene che se ne fanno di questo insperato successo? si metteranno all’opera per migliorarsi o servirà solo per dimostrare che il sostegno del FUS se lo meritano?

  8. Io ero in seconda galleria, prima fila, posto semicentrale,circondato da sovraeccitati fans della Barcellona e di Osborne. Il mio giudizio sullo spettacolo l’ho già scritto: orribile allestimento, eccellenti la Di Donato e Florez, buona la Barcellona, sgradevole l’ascolto della voce di Osborne, da me tanto apprezzato in altre occasioni, Abbado come tante altre volte. Non è stata per me serata memorabile, però contento di esserci stato, in quanto l’opera(ascoltata solo un’altra volta 10 anni fa al ROF) è bella e io, fra l’altro, non amo molto Rossini( adoro, però,l’Italiana e Conte d’Ory). L’ascolto di un’opera mi prende molto, la vivo con molta partecipazione: mi esalto e mi deprimo, mi vengono i brividi o non vedo l’ora di uscire( a volte me ne vado prima), so scegliere e in genere prevale l’emozione positiva sulla depressione. E’ chiaro che alla fine io spesso reagisco in maniera viscerale e l’altro sera ho osannato la Joyce e Florez e ho buato Osborne,vi dirò credo di essere stato l’unico(almeno in II galleria), ma poi mi sono assai pentito perchè dopotutto io avevo un ricordo assai piacevole di lui, ma forse proprio per questo ho reagito così. Ma non lo meritava e gli chiedo scusa: a volte sono troppo impulsivo!!
    Per la cronaca io ho sentito un buu per la Di Donato nel I atto, che proveniva dalla mia destra e un altro sempre indirizzato alla Joyce, alla fine uscendo da sola e sempre da destra. Per il resto tante ovazioni prolungate!
    Saliti. Cap.

    • si, ma capisci l’assurdità di stare a fare l’analisi dei clap clap e dei bu?
      che vuol dire, sopratutto quando la disparità di giudizio è clamorosa, perchè osborn non era peggio della BArcellona???

  9. Premesso di aver assistito alla recita di sabato e di non aver aperto bocca al termine (ma di aver guadagnato l’uscita il prima possibile), vorrei fare anche io una domanda alla Susi.
    Tizio e Caio vanno a teatro a vedere La Donna del Lago. Non si conoscono, non vi è alcuna confidenza tra loro e neppure si sono mai visti neppure di sfuggita. Siedono a pochi posti l’uno dall’altro. Al termine dello spettacolo hanno giudizi differenti sull’esecuzione: Tizio grida “bravi” a tutti e applaude molto soddisfatto; Caio contesta, grida “buuu” e fischia. Entrambi adottano, dunque, il medesimo comportamento anche se di segno opposto, entrambi non interferiscono durante l’esecuzione musicale, entrambi esercitano un sacrosanto diritto. Perché dunque, Tizio decide di scagliarsi con violenza verso Caio accusandolo, minacciandolo, ingiuriandolo per il sol fatto di non avere il medesimo giudizio sull’opera? Perché Tizio ritiene che le sue urla siano consentite mentre quelle di Caio sarebbero da vietare? E soprattutto, perché alla fine, Tizio accuserà Caio di essere un violento teppista e complottista, quando si è limitato ad esprimere un legittimo parere e per questo si è visto vittima di una vera e immotivata aggressione? Che l’aggressore aggredisca, beh, è nelle cose, ma che l’aggressore poi faccia la parte dell’aggredito è, francamente, inaccettabile!

      • Vero…ma prescindendo del tutto da problemi acustici (alla fine ognuno ascolti quel che vuole), mi chiedo cosa autorizzi il Tizio dell’occasione prendersi tali confidenze (aggressive) con il per lui sconosciuto Caio…e per cosa? Per impedirgli di fare quel che lui stesso fa!

        • Ti basta andare su Una Noche en la Opera e leggere che noi saremmo cantanti frustrati ad aver scritto tale recensione sulla prima della Donna del Lago. E’ un “democratico” sentimento di prepotenza fascista che il pubblico moderno pratica, dopo anni di consensi indiscussi davanti ad ogni cosa, per chi dissente. Il dissenso è non libertà di essere nelle dittature fasciste e comuniste, perchè poi chi si adegua e si confonde nella massa pretende anche che nessuno si distingua pensandola diversamente. Si sentono offesi perchè non vedono ( e no vogliono vedere ) i limiti dei loro beniamini, che possono mare solo se perfetti (n della perfezione hanno bisognno perchè amare qualcosa di difettoso è assai piuì complicato da gestire, crea problemi). Di fatto attaccare i beniamini è come offendere anche il loro pubblico. Sono certa che in una siffatta società ( perchè è un fenomeno sociale quello dell’uniformarsi ed adeguasi alla massa ) una dittatura durerebbe milioni di anni e non troverebbe opposizione e resistenza di sorta: troppi anni di oppio, molle buonismo, comoda pace con se stessi e la propria coscnza no chè indifferenza di fronte a tanta schifezza con cui la tv ci mette in contatto diretto giorno per giorno, radicamento della filosofia del “fatti i cazzi tuoi”- ” prendi ciò che ti serve e fregatene” che ogni persona che dia segni di vitalità in qualche modo è ritenuta scandalosa e spaventosa in questo mondo. Stare nel gregge è considerato il top della civiltà, ahimè. amen

          • Ahimé…è vero, la “morale del gregge” è quantomai diffusa oggi, sintomo inequivocabile della “decadenza” così com’era intesa da Nietzsche… Detto questo un conto è l’anestesia della coscienza, altra cosa è l’aggressione immotivata. Si può scrivere quel che si vuole, ma cercare di impedire che altri la pensino in maniera diversa, esercitando una violenza che non trova causa in altrettante violenze (non è una reazione, giacché chi fischia non aggredisce chi applaude), è un pericoloso segnale di mancanza di civiltà: i teatri non sono degli stadi. Nell’atteggiamento del Tizio di cui sopra, ravviso quello dei tanti “pacifisti” che manifestano contro le guerre armati di spranghe per spaccare teste e vetrine di ipotetici nemici…in effetti non c’è peggior violento del non violento di professione!

          • Cara Giulia,
            come si comporterebbe Lei, ora, visto che si è guadagnata un fan?
            Certo è che chi – come dicevo, acerbo come me nel praticare l’ascolto di questa Arte – deve scontrarsi con ‘ste parruccate a volte si sente in dovere di divenire un nostalgico dei concerti rock. Purtroppo oggi, in OGNI ambito, un’onestà (qualunque tipo di onestà) non paga. Mi auguro possiate solo continuare in questa direzione, credo che altri come me possano solo apprezzare. Tutto sommato è bello sapere che c’è un posto dove i “neofiti” possano essere difesi.

  10. perchè caro duprez e ben lo sai il loggione è pieno di vestali e flamini! età oltre i 60 un tempo le vestali dopo trent’anni di onorato servizio le rispedivano a casa, però!!!!!! è pur vero che allora a 40 anni eri da sfasciacarrozze ammesso che arrivassi a quell’età, però…..
    ciao dd

    • Uno degli argomenti prediletti dai tipi descritti da Duprez è: “Perchè la prossima volta non canti tu?”.
      Quesito per la Susi.
      Applicando questo principio, se un proprietario di ristorante ricevesse delle critiche da un cliente che ha mangiato male, sarebbe autorizzato a replicare: “La prossima volta cucina tu” ?

      • Infatti: ed è il frutto della mistificazione corrente. Nessuno dice che cantare sia facile, però è un mestiere (e a certi livelli molto ben retribuito). Il cantante canta (così come lo chef cucina e lo scrittore scrive) poi il pubblico esprime il suo gradimento. E’ sempre stato così…non comprendo per quale motivo per apprezzare qualcosa sia necessario praticarla: a questo punto nessuno sarebbe più in grado di esprimere pareri…

        • Non proprio così. Secondo questi moderni baluba chi non pratica non può CRITICARE ma – guarda caso – può apprezzare. Ovvero, se non sei un musicista non puoi buare il direttore, se non sei un cantante non puoi contestare il palco. In entrambi i casi però sei tenuto ad applaudire. Volendo portare un po’ di coerenza alla folle riflessione, nella maggior parte dei casi interi spettacoli dovrebbero terminare nel più assoluto silenzio, come dopo una messa, appunto. Ma il giorno dopo, per apprendere se il Werher cui abbiamo assistito sia stato ben eseguito o meno, dovremmo leggere Villazon che scrive su Kaufmann. O la Barcellona sulla Ganassi, per scoprire se quest’ultima abbia ben cantato Elcia oppure no. A questo punto, saremo pronti per riscrivere anche la storia del cinema e far così passare Bunuel per un epigono del Neorealismo…

  11. Recita del 2 novembre, in prima galleria, ad applaudire entusiasti tanti turisti (russi soprattutto). Condivido i giudizi di questo blog, spettacolo noioso, inutile e per certi versi irritante (il coro immobile quando la musica esprime la massima agitazione per la scomparsa del re).
    Però ad un certo punto c’è stato uno strano riverbero nella sala…..come se gli applausi fossero registrati. In fondo al buio, uno potrebbe anche fare in modo che….

  12. caro marcos nonostante la qualità modesta della recente donna del lago ho , mio malgrado, la certezza che agli applausi registrati non siano ancora arrivati sarebbero in taluni casi una inaspettatat’ rada nella medusa. Ciao donzelli

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