11 pensieri su “alla ricerca di florestan: jacques urlus

  1. Urlus mi piace molto, tra i tenori di area tedesca di quell’epoca è probabilmente il mio preferito, lo preferisco anche a Selzak ed a Jadlowker. L’aspetto più interessante della sua vocalità, è la precisione con cui sfrutta la corda sottile per accedere al settore acuto della sua gamma, senza mai forzare nel tentativo deleterio di dare all’acuto la stessa pienezza delle note di petto. Lo trovo esemplare.

    • Non direi proprio….la direzione d’orchestra è una solfa (non che sia migliore quella dell’altro video)…e “Lui” incespica mica male nell’allegro finale e poi la voce è dura, quasi monolitica, e gli acuti nell’allegro finale non sono certo un bel sentire. La morbidezza di Urlus, invece, è esemplare, la sua ricchezza di sfumature, l’eleganza, il legato superbo…diciamo che vince “a mani basse”. Peccato non ci sia la parte finale!

      • Forse non l’ha incisa per questioni di spazio oppure perché il gusto dell’epoca privilegiava la prima parte. Detto questo, Urlus resta uno dei miei tenori preferiti: di riferimento assoluto per quel che riguarda eleganza, raffinatezza nel porgere la frase, sfumature, morbidezza…per certi versi lo trovo più affine alla scuola francese. Una vera (e splendida) eccezione rispetto alla classica idea di tenore “wagneriano” dalla voce rigida, monolitica, inerte.

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