11 pensieri su “mascagni ossia il liberty

  1. io credo che evocare il bello ed il brutto si aquanto di più crociano esista. e comunque bella o brutta in base a che? credo che sia un meraviglioso modello del rapporto con l’esotico dell’epoca ed una rappresentazione nuova dell’erotismo in musica. Tanto per citare un’altro titolo bistrattato come fedora. sarà quello che si vuole, ma è il primo thriller in musica.
    per la cronaca trovo splendida iris

    • Sarò più dettagliato. Fedora è basata su un libretto di costruzione teatrale eccellente anche se, come in tutto il teatro di Sardou, tutto il dramma si basa su un artifizio. Nella Tosca se Angelotti non avesse fame, non accadrebbe un bel nulla e in Fedora, se la protagonista spedisse la sua denuncia dopo aver parlato con Loris, tutto andrebbe a posto.
      L’ Iris ha un libretto pretenzioso, dal linguaggio ampolloso e trombonesco come tutti quelli scritti da Illica e teatralmente costruito malissimo, visto che la storia finisce al secondo atto e tutto quel che viene poi è un inutile tirare avanti la baracca.
      Ho sempre trovato esilaranti gli spettri del terzo atto, che parlano come i bigliettini che si trovano dentro i Baci Perugina….
      La musica è semplicemente il tentativo di imbellettare una vena melodica sempre notevole con preziosisimi armonici e di scrittura che potevano anche sembrare il massimo dello chic a un pubblico come quello italiano del 1898, che conosceva Debussy solo per sentito dire, ma che oggi rivelano tutta la loro artificiosa pretenziosità.
      Non parliamo poi della parte del tenore giustamente definita “insopportabile” dall’ amico Duprez e perfetto esempio di quella che D’ Amico chiamava estetica del grido.
      Mi spiace caro Domenico, ma io piuttosto dell’ Iris mi ascolto volentieri l’ Affare Makropoulos.
      In fondo il buon Puccini non aveva tutti i torti a chiamare Mascagni “il guascone liburnico”…

    • Sull’Iris la penso sostanzialmente come Mozart…questo ovviamente non vuol essere altro che l’espressione di un gusto: credo però sia un errore leggere l’Iris confrontandolo a Debussy. Ovvio che musicalmente siano cose assolutamente diverse: tanto elaborato è il compositore francese quanto più ingenuo e modesto Mascagni. Tuttavia Iris traduce perfettamente in musica uno scorcio di secolo, un sentire comune, un gusto…archiviarlo semplicemente come “insopportabile” (e, ribadisco, io lo ritengo davvero insopportabile) è un po’ semplicistico. La questione è sempre quella: tolti i gusti personali, bisogna giudicare ogni repertorio per quello che è e non per quello che avrebbe dovuto essere se..oppure in confronto a quel che è qualcos’altro…altrimenti è come dire che i biscotti al cioccolato sono più buoni delle lasagne :)

  2. Grande cantante la Farneti, ci e’ rimasto cosi’ poco di Lei, discograficamente parlando intendo. Trovo Iris opera piuttosto bella, ma dipende anche moltissimo da chi la canta….tutte le versioni con la Olivero (1956, 1963, 1966) sono splendide e degne di nota sono anche quelle con Petrella/Di Stefano e Tokody/Domingo (piu’ per la bellissima direzione di Patane’), ma, forse, io non ho palato troppo raffinato………….Grazie Donzelli per la proposta d’ascolto assai interessante

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