Manon di Massenet alla Scala: cronaca di un forfait annunciato.

Così si legge nel sito del Teatro alla Scala:   “Per motivi di salute, Natalie Dessay ha dovuto rinunciare alla sua partecipazione alla produzione di Manon di Massenet. Anna Netrebko sosterrà il ruolo di Manon Lescaut nelle recite del 19 e 22 giugno, Ermonela Jaho in quelle del 25 e 29 giugno, 2, 5 e 7 luglio.”  Niente di nuovo o inatteso sotto il sole: insensata la scrittura di una Diva che aveva già dato forfait in un recente passato sulla più comoda Fille e che versa da tempo in condizioni vocali sotto il limite di guardia. Tardivo l’annuncio ripetto alle attività del botteghino…

 

49 pensieri su “Manon di Massenet alla Scala: cronaca di un forfait annunciato.

  1. Ma, scusate, la Netrebko non ha rinunciato al Don Giovanni di Berlino perché voleva dedicarsi più alla famiglia? E ora viene a fare più o meno nello stesso periodo Manon a Milano? Mah! Quante falsità e quante prese in giro…

    • Se è per questo, la Netrebko ha rinunciato anche alle ultime due rappresentazioni dei “Capuleti e Montecchi” alla Bayerische Staatsoper “PER MOTIVI DI SALUTE”, ovviamente ….Non mi dilungo in commenti superflui….

      • Mi è bastata ascoltarla e vederla nel primo atto della diretta streaming dei “Capuleti e Montecchi”:

        a parte la Kasarova ormai al lumicino…
        a parte un tenore, Pittas, che sembrava un passerotto morente…
        a parte i due bassi su cui eviterei di infierire…
        a parte un direttore d’orchestra che ha scambiato Bellini per “La carriera di un Libertino” con tutto il rispetto per quest’opera…
        a parte una regia che vestiva tutti in pelle o camicia bianca, che lasciava appese sul soffitto come prosciutti delle selle di cavallo, che circondava la scena con pareti grigio-anonimo e pavimento a specchio, che pretendeva gesti inutili come Giulietta abbigliata come la versione glamour e spaventatissima di Samara Morgan (la malefica bimba killer di “The Ring”) appollaiata su un lavandino…
        A parte tutto questo dicevo, la Netrebko ha fatto per l’ennesima volta la Netrebko, con una voce ancora più acciottolata, gonfia come una vescica, impastata come sempre, con un fraseggio ancora più spiritato, con una dizione ancora più sbrindellata.

        Buona Manon… se sarà lei… 😉

        • Sì, sì, anch’io mi sono stupita di quella manovra di arrampicamento sul lavandino, ma poi l’ho attribuita alla mancanza di un vero e proprio wc in scena (when you’v got to go, you’v got to go)….

  2. Ah, bene, dalla Dessay alla Netrebko! questo si che si chiama salto di qualità! 😀 boh, forse (…) ha capito che qui (per fortuna) non è ancora come il suo amato Met, dove la idolatrano come una dea. La teoria della verità, quindi, è applicata anche in questo caso: la paura della verità assale sempre chi è abituato a vivere nella bugia. Vorrei anche annunciare, dato che siamo in argomento forfait scaligeri, che il concerto straordinario dell’ochestra della Svizzera Italiana (quello con Accardo, il 24 giugno) non sarà diretto da Juanjo Mena, precedentemente messo in cartellone anche sul sito, ma da Rustioni, e la cosa bella è che sul forfait di Mena non si dice niente, semplicemente è stato cancellato dalla locandina…..misteri della Scala…..

  3. Stefix , scusami ma… premesso che la Netrebko non mi piace per niente , darle della “pagliaccia da 4 soldi” significa scadere nella volgarità gratuita.
    Quanto poi a frasi come ” la paura della verità assale sempre chi vive nella bugia” beh, lasciamole ai testi apocalittici.
    In medio stat virtus , recita saggiamente un antico adagio.
    Scusami , ma il Moderatore che fa? Dorme ? O condivide.

    • Ma no, cara Piccarda, scandalizzarsi per così poco!
      Stefix non si riferiva alla Netrebko, ma alla Dessay, la quale in una recente intervista ha dichiarato di volersi ritirare nel 2014 per intraprendere nuovi progetti come: imparare il russo, fare teatro di prosa e probabilmente anche andare a scuola di Clown!
      Se permetti, ho letto ben di peggio, moooooooolto ben di peggio in luoghi ben più “politicamente corretti” (per modo di dire, ovvio), nei confronti di cantanti di ben maggior caratura come la Olivero, definita “orrenda pagliaccia” appunto, oppure la Sutherland ed altri autentici giganti dell’opera!
      Cosa vuoi che sia per la Dessay e per un teatro che dimostra nuovamente di non avere alcun rispetto per il suo pubblico e che anzi, magari vede anche questa ennesima sostituzione a biglietti venduti e trasferte organizzate come una manna dal cielo, quando in realtà finge di non accorgersi che l’ineffabile Scala lo sta prendendo per i fondelli.
      Speccghietto per le allodole, appunto!
      Ecco, cara Piccarda, di questo tipo di trattamento ci si dovrebbe scandalizzare… e poi chi lo sa se davvero la diva (per modo di dire) Netrebko canterà quelle due recite o se il teatro ha in serbo una ennesima sorpresa… magari le canta davvero eh… non che al Met, nel medesimo ruolo, si sia ricoperta di gloria… e questo non lo dico io, lo dice l’audio di quelle recite e le recensioni ben poco entusiastiche dei giornali americani.

    • Piccarda, Io intendevo la Dessay, proprio per le ragioni che Marianne ti ha indicato. E poi, scusa, dimmi se il met è un teatro che può presentare un punto di riferimento per un cantante…un teatro che non ha mai avuto un fiasco! e per giunta con cantanti che, guarda caso, una volta arrivate li, li son rimaste, perchè al met il successo è garantito. E, per piacere, ricitandoti, le frasi come “in medio stat virtus” lasciamole ai libri di latino…

    • mah, il moderatore cosi non si esprime ma non ritiene ci sia nulla di particolarmente grave….restiamo sul piano artistico, il pagliaccio è professione dello spettacolo. Mi preme che non si usino aggettivi inerenti la persona in quanto tale, quello certamente. Prego tutti di attenersi alla linea e di trovare espressioni moderate cmq…adesso il problema, se ce n’era uno, è risolto.

  4. Sì sì, sarà tutto vero, la tradizione del teatro lo imporrà, io sarò affetto da buonismo…Rimane il fatto che un’artista si può e si deve criticare anche senza darle della mignotta. A me il calcio piace moltissimo, ma una certa differenza fra la Scala e San Siro mi sembra che resti.
    Marco Ninci

    • Ninci, hai ragione, un’artista si deve criticare motivando le proprie ragioni e non insultando. Ma la Dessay io non la considero un’artista (almeno in campo opersitico), perchè se fai caso per ottenere il successo ha bisogno di un sacco di mossettine e di vezzetti davvero inutili ad un artista serio per accontentare il suo pubblico, che .a celebra come una diva perchè lei è tanto brava e tanto modesta…

      • Il “mignotta” era solo un esempio di come insultavano la Callas, io non mi sarei mai permesso ne mi permetterei, perchè non sono una persona così volgare (questo fatto dei pagliacci sembra avermi condannato all’eterno tormento, su! non ho mica bestemmiato in turco! le mie scuse le ho porte e insieme pregherei di leggere meglio i post, e, qualora non fossi chiaro, pregherei di dirmelo immediatamente, non di giudicare a prima vista, grazie!

  5. Beh, la Scala vi propone i 4 Salti in Padella…nulla di scandaloso in se, ma il male è che ve li vendono al prezzo di una cena da Marchesi. È questo che non va.
    Se Piccarda non capisce, le spiego che io chiamo la Netrebko con questo nome perchè lei appunto è come i 4 Salti in Padella Findus. Li mangi, e sembrano buoni, ma poi ti accorgi che la vera cucina è tutt’ altro. Potrei proseguire nelle analogie e dire che Kaufmann è un tenore BigMac. La Dessay invece è solo una pietanza avariata.
    Buona giornata e buon appetito, ahahahahaaaa….

  6. Non mi sembra che definire “pagliaccia” la Dessay costituisca un insulto: si tratta infatti di un’artista che, volendo – per sua stessa ammissione – avvicinare il grande pubblico all’opera e dare una svecchiata a questo genere ormai obsoleto, ha svilito a banali e odiose macchiette zampettanti personaggi come Marie o Amina… Quindi quel “pagliaccia” mi sembra rappresentare non un insulto, bensì un’icastica e colorita sintesi dell’effettivo operato della cantante in questione. Mignotta e oca sono, quelli sì, insulti che poco o nulla hanno a che vedere con l’arte del canto… Quanto poi alla supposta gerarchizzazione di opera e attività sportiva, anche quella di ascendenze antiche e nobilissime, vorrei proprio sapere in quale testo sacro la si trova….

    • il perbenismo di ninci è proprio tale nel senso più deteriore del termine. immagino che il nostro raccomandi anche di applaudire con parsimonia e che deprechi gli applausi che un lontano live testimonia per la butterfly di magda olivero a napoli anno 1961 perchè interrompono la musica
      mi spiace il tetaro nel bene e nel male è una forma di spettacolo e di divertimento e se lo strapagato attaccante manca il rigore lo fischio come pure fischio il tenore che stoni e stecchi. Fischio l’allenatore e non fischio il direttore artistico. Noi melomani abbiamo ancora molto da imparare dal calcio !!!!!!!

      • Infatti non capisco perchè scandalizzarsi per la parola e non per l’ennesima “pagliacciata” scaligera… bah…
        Come scrissi qualche post fa, evidentemente al pubblico che ha speso soldi e tempo per la “Manon” piace essere trattato così e segue la via più facile del clap-clap e del “volemose bene”…

  7. Insomma la Dessay ha cantato, come la Favero a suo tempo: “Non son più Manon”. Certo senza il temperamento e l’ansia di vivere della Favero, anzi, della MAFALDA! Quanto ai commenti piccati di alcuni lettori, ricordo in primo luogo a me stesso che anche la clownerie è un’arte e richiede studio e professionalità, doti senza le quali non si è clown, ma guitti. Ce lo ricorda Pinuccia Nava nel suo proverbiale personaggio di Scaramacai, che dedico nell’occasione alla signora Dessay con molti auguri di pronta guarigione: http://www.youtube.com/watch?v=VAttuPgKyXI

  8. Concordo con Ninici e con Piccarda, trovo che la Dessay all’inizio della sua carriera sia stata una cantante di tutto rispetto, e il suo essere “sopra le righi” anche un modo diverso di fare teatro d’opera, liquidare la sua pessima forma vocale odierna con “pagliaccia da 4 soldi” lo trovo assolutamente eccessivo e non lo confonderei con “4 salti in padella” o “pietanza avariata” che trovo invece battute spiritose e non malevole. :)
    Che poi l’atteggiamento della Scala dovrebbe catalizzare maggiormente le ire dello spettatore ne convengo assolutamente, come sul fatto che questa volta la cancellazione della Dessay possa essere una manna dal cielo…

    • Olvia ti assicuro, nella più totale serenità, che io non ho niente contro la Dessay, ho ben altri problemi nella vita che occuparmi di insultarla. Però mi fa rabbia. E mi fa ancora più rabbia proprio per il fatto che dici tu. Lei, come hai scritto, era una cantante del tutto rispetto (anche se a me non è mai piaciuta, ma quello è gusto personale) e ha buttato in un posto ben conosciuto la sua carriera, e questo mi fa davvero arrabbiare, perchè, se fosse stata scarsa fin dal principio l’avrei lasciata perdere, ma buttare via una carriera così e poi pretendere che chi ti ha ascoltato nel tuo splendore vocale ti adori sempre per le tue mossettine no, questo-almeno da me-non lo può ottenere. Colgo anche l’occasione per fare le mie scuse se la mia espressione “pagliaccia da 4 soldi” ha-evidentemente male interpretata-scandalizzato alcuni utenti. Io volevo solo riferirmi alla sua volontà di fare arte circense, dandole questo epiteto, ma niente di più.

  9. caro(a) stefix a me pare che le pagliacciate o per dirla in milanese i pajasciat sianopraticate da molti operatori del settore perchè che madama non si ain grado id cantare la marsigliese o l’internazionale ( che credo preferisca) alla prima convention politica francese o il 14 luglio sulla piazza del paese mi pare di tutta evidenza. quello di natalie dessay è, e mi dispiace dirlo, uno straziante trascinarsi da circa 10 anni con levate diingegno , proclami di novità sull’arte del canto ed il sostegno di sordi addetti ai lavori. e questo è l’aspetto peggiore e più grave che ci dice come siamo prossimi al capolinea perchè sino a trent’anni or sono madama dessay sarebbe stata collocata a riposo nel 2002-’03 non oltre come capitò a moltissimi cantanti. tanto per fare un esempio storico madama strepponi poi signora verdi o , sempre in famiglia, frau stolz

        • Beh, la chiamavano in modo ben peggiore, caro Domenico…E lasciamo perdere come chiamavano la Stella, la Gencer o Zanasi o la Scotto! Ma, se si riesce a chiamarli con il loro nome e’ meglio, no? Vabbe’ ci sono soprannomi simpatici, ok, li usiamo tutti…ma altri (il feto, la sciusciabigul, etc), sono solo cattiveria e nevrosi, diciamoci la verita’.verita’. I

  10. sul sito ufficiale della Netrebko non c’è nennun accenno alla Manon alla Scala,mentre è aggiornato prontamente che non canta nelle ultime due recite dei Capuleti e Montecchi per me non va alla Scala
    (che sia di nuovo incinta ?)

  11. massenet scrisse dopo manon le portrait de manon se contasse frau gruberova ci sarebbe il terzo titolo la grand mere de manon! A parte la battuta visto che l’ opera non ha molti acuti l’ inossidabile edita avrebbe un trionfo. Meglio manon che norma. La vuoi una battuta io le farei cantare elsa nel lohengrin ! E visti i tempi vorrei l’ ortruda della casolla sono battute, ma coi tempi che corrono ciao e a presto da dd a dd !

    • La Casolla come Ortrud intriga assai anche me: ascoltata nella recente Turandot genovese, mi ha colpito per la saldezza del mezzo (oltre che per l’intelligenza della cantante). La mia ritrosia verso certo repertorio me la farà perdere come Santuzza qui a Genova, ma credo che farà bene.
      La Gruby come Elsa potrebbe rendere giustizia a Lohengrin il quale, ascoltatala miagolare, la abbandona alla prima notte di nozze (non consumate) a gambe levate… 😀
      dd ricambia i saluti a DD

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