MODESTE VOCI: LÉON DAVID

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Due giorni dopo l’Almaviva del giovane Kraus proponiamo un altro Grande di Spagna, a paragone del quale quello del tenore spagnolo potrebbe risultare rozzo o quanto meno poco rifinito. Accorta e sapiente gestione del fiato, impiego della voix miste nei parchi acuti richiesti da una parte di scrittura sostanzialmente centrale, dinamica sfumata ed esasperata sono le caratteristiche salienti di un cantante di modesta dote naturale (una caratteristica comune ad altri storici interpreti, regolarmente trionfatori sulle scene dell’Opéra Comique, ove David si esibì per quasi tre decadi) ma che come pochi illustra e sostanzia il mito del tenore di grazia di scuola francese, di fatto tramontato alla vigilia del secondo conflitto mondiale.

2 pensieri su “MODESTE VOCI: LÉON DAVID

  1. Molto interessante questo uso esplicito del registro di falsetto, magistralmente rinforzato di quel minimo indispensabile a non farlo cadere nel falsettaccio spoggiato, escamotage che accomunava tutti gli antichi tenori di grazia di scuola francese, ma anche alcuni virtuosi italiani come De Lucia, in genere voci corte e poco dotate, impossibilitate a reggere gli acuti più estremi in voce. Però, a parte questo particolare, non trovo così interessante il canto di David, perlomeno non tale da mettere in ombra la performance di Kraus… preferisco un Devriès.

  2. Meraviglioso! Questo è quello che cerco quando ascolto le voci dei primi del secolo scorso: la famosa “dinamica sfumata”, la capacità di infinetesimali cambiamenti di ritmo, colore, accento. Per questo non riesco amare voci dotatissime ma per me, ovviamente sempre considerando gli eccelsi confronti, troppo monotone quali il celebre Thill (brutti i suoi acuti estremi fra l’altro) oppure (in altro repertorio, ovvio) Melchior. belle voci ma troppo paghe di se stesse (un po’ quello che è successo alla Tebaldi a metà carriera…)

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