MODESTE VOCI: ENZO DARA

Rossini: La Cenerentola – Come un’ape nei giorni d’aprile – 1976

Paradigmatico Bartolo, Taddeo e Macrobio, Enzo Dara si è sporadicamente confrontato anche con i ruoli rossiniani propri del cosiddetto basso cantante. E il live londinese di una tournée dei complessi scaligeri rivela, assieme a diffuse difficoltà in acuto, una solidità della linea di canto (solidità che deriva dal sostegno e da un’accorta amministrazione del fiato) che semplicemente non si ritrova in quei cantanti che affrontano oggi i medesimi ruoli nei cosiddetti grandi teatri. E ci fermiamo qui, perché quanto proposto un paio di sere fa nel massimo teatro statunitense merita uno spazio ben più ampio di quello solitamente dedicato a questa rubrica. Per fortuna, o per sfortuna chioseranno alcuni, c’è Sorella Radio.

3 pensieri su “MODESTE VOCI: ENZO DARA

  1. Scusa, ma sarebbe meglio Dara di Corbelli? o di Spagnoli o di Antoniozzi o di Pratico’? Sostegno e accorta ammininistrazione del fiato? con quel vibrato completamente incontrallato?
    Se c’e’ una carriera fatta con amicizie (il caro Claudio) e tessere di partito, e’ proprio questa. Che oggi capiti spesso di sentire cose inspiegabili nei teatri non lo nega nessuno, ma Dara e’ la prova vivente che le cose inspiegabili ci son sempre state.
    Non si puo’ demolire d’Arcangelo e portare DARA (!!!!!!!!!) ad esempio di accorta amministrazione del fiato (!!!!!!!!!!!!!!!!). Suvvia! Un po’ di onesta’ intellettuale!!!

    • Vogliamo fare un confronto “alla pari”? http://www.youtube.com/watch?v=uxWp-MXy7tI
      Con la differenza che d’Arcangelo viene spacciato per modello di canto nobile e misurato anche applicato all’opera seria (ambito cui si può in effetti ricondurre l’aria di Alidoro), mentre Dara ha di fatto “campato” e costruito la carriera sui ruoli buffi, che alcuni (Antoniozzi e Praticò in primis) assimilano a quelli da caratterista, ma del teatro di prosa.
      Corbelli non è un cattivo cantante (benché ultimamente sia piuttosto malconcio), gli altri che citi sono incommentabili e avrebbe ragione di offendersi Dara al paragone.
      Nei teatri avvengono oggi come oggi cose INDECENTI, ma spiegabilissime. E non solo nei teatri.

      • Se ho correttamente interpretato il titolo di questa rubrica – voci non benedette da madre natura ma sapientemente guidate da artisti intelligenti e tecnicamente ferrati – allora Enzo Dara dovrebbe stare in una rubrica intitolata “Mediocri voci”: note gravi vuote e ai limiti dell’inudibile; perennemente in affanno nel registro acuto; centri, l’unica cosa che un po’ suona, miseri miseri. Per tacere dell’interprete che ha sempre e soltanto cantato Don Bartolo, a prescindere dall’opera per la quale era stato scritturato.
        E non faccio confronti, ché secondo me un cantante è mediocre perché non soddisfa determinati standard tecnici, non perché prima c’è stato chi ha cantato meglio di lui.
        Buona giornata a tutti.

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