VOCE DI BASSO IV: ALEXANDER KIPNIS

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Alexander Kipnis (1891-1978) registrò due volte l’assolo di Filippo II. In Italiano ed in versione ridotta e successivamente in tedesco. Anno 1931 quando Kipnis aveva quarant’anni ed era il più famoso basso di area tedesca, anche se ucraino di nascita. Scelgo la registrazione in tedesco perché più completa e perché il cantante  era poco abituato alla  lingua italiana (credo la preticasse solo nei teatri del Nord e Sud America, quando, appunto, cantava opere italiane). Colgo , però, l’occasione per segnalare che  al di là di taluni difetti di pronuncia l’esecuzione de “il lacerato spirito” di Kipnis è semplicemente grandiosa e ridicolizza quasi tutti gli altri  interpreti.

Quella di Kipnis era una vera ed autentica voce di basso per colore solo che Kipnis sapeva cantare benissimo e quindi saliva, oltre che scendere, con irrisoria facilità, legava ad ogni quota della voce e cantava con egual controllo del fiato a qualunque intensità.

Kipnis, per dirla in breve, è di quelle voci per cui in primo luogo è il sound e dal suono nasce l’interpretazione, non solo operistica, ma anche quale liederista.   Quando si parla di introspezione del personaggio e di dinamica si deve tenere  conto dello strumento assolutamente privilegiato del cantante ucraino. Un solo limite deve essere segnato ovvero che talora questo Filippo eccede nell’accento come accade nella frase, indicata in spartito come “ il serto perde il re il consorte l’onore” o meglio, più che eccedere, i contrasti cui ricorre Kipnis sono molto marcati.

Dall’altro lato, però, Kipnis  principia con una splendida forcella su l’iniziale “amor per me non ha” su “già spunta il dì” canta in zona di passaggio esibendo un piano sonoro ed al tempo stesso in pianissimo segno di un controllo unico dello strumento, come da subito alla frase  “il di che qui di Francia venne” il cantante esegue alla perfezione le note  che precedono il passaggio (si nat) ancor  maggiore l’esecuzione in pianissimo della frase “già spunta il di” che sta nella piena zona del passaggio (do diesis). La completezza tecnica consente a Kipnis di  rispettare le due forcelle previste su “occhi languenti” con una marcata accentuazione dell’indicazione allargando e pure quella prevista  nella discesa dal re acuti del prima volta  “volta nera”, cui segue –geniale- il pianissimo sul fa centrale del secondo “volta nera” che rende anche grazie al timbro l’idea contenuta nella parola o l’indicazione di piano all’attacco del cantabile dove tutte le indicazione di piano o di forte sono rispettate alla lettera anche se Kipnis si sconta la forcella sul rebem  di “leggere” avendo scelto di tenere a lungo il primo re bem E se da un lato Kipnis appare esagerato nella realizzazione del parlato sulla battute che conducono alla sezione finale “se dorme il prence etc”  abbiamo un passaggio da manuale per il vocalista e l’interprete alla esecuzione del punto coronato previsto sul la di “dEll’Escurial” dove Kipnis dapprima tiene la nota e poi inserisce una forcella. Colpo da maestro!

E da domenica le riflessioni sulla voce di  basso subiscono un’interruzione sino a dopo Pasqua perché è tempo di meditazione e di scelta penitenza per le nostre orecchie !!!!

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