Quaresimal XVII: Thomas Hampson

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Verdi da sempre è stato la meta per il baritono americano, Thomas Hampson. In verità, questa voce non è una voce verdiana. In verità sarebbe stato un ottimo „Kavaliersbariton“, invece (come in molti casi) il temperamento e l´ambizione lo spinsero altrove. C´è anche chi dice che non è neanche una vera e propria voce operistica… Infatti, si è anche affermato come bravo cantante di Lieder.

Il cantare ruoli troppo pesanti e così mettendo troppo peso sulla voce gli è costato la duttilità vocale.  La voce è diventata dura, aspra ed inflessibile. La mezza voce non corre ed al posto di un vero piano mette il solito „crooning“ falsettato ed uggiolare. Qui mancano il cantare sul fiato, la linea vocale, la morbidezza, il fraseggio ampio ed il legato per il „o dolcezze perdute“. Invece cerca di compensare con volume e suoni duri e fissi e dizione molto esagerata (quasi tutto il recitativo!).

 „Certo, che avrei voluto cantare Lohengrin, Radamès o Calaf! Ma sarebbe stato pericoloso per la mia voce e non avrei reso giustizia alla musica.”        Alfredo Kraus

5 pensieri su “Quaresimal XVII: Thomas Hampson

  1. L’esecuzione è caricaturale e spaventosa, come sempre capita a Hampson per le evidenti carenze tecniche e l’iperbolica intenzionalità del fraseggio che, appunto, perde di spontaneità e guadagna in ridicolo.
    Un solo appunto: definire Hampson un bravo cantante di Lieder è imprudente, se non francamente falso. Infatti, essendo pessimo cantante, lo è nell’opera come nella musica vocale da camera. Il fatto che per certi falsi intellettuali le sue interpretazioni liederistiche siano pregevoli testimonia solo che non sanno distinguere un cantante da un non – cantante. Chi canta male l’opera canta male anche i Lieder. A riprova di questo basta citare, ancora una volta, i veri grandi cantanti da camera: Slezak, Voelker, Kipnis, Lehmann e via elencando. Che il repertorio vocale da camera sia il rifugio di svociati finti stilisti è inaccettabile.

  2. Parole sante quelle del maestro Kraus. Una cosa non ho mai capito : ma perché i cosiddetti liederisti che dovrebbere essere portavoce del gusto raffinato quando si cimentano nel repertorio operistico sono più beceri di una mandria di gnu ? Credono forse che i versacci , le urla , i falsetti possano nascondere la loro pochezza tecnica ? Mah !!

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