Un giorno di Norma XXIII: MONTSERRAT CABALLE

“In mia man alfin tu sei” (Montserrat Caballé & John VIckers – Orange 1974)

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La Caballé, che incise in studio una versione molto scolastica e d’antan del capolavoro belliniano, regala ad Orange un’interpretazione storica. A differenza del personaggio tragico disegnato dalla Callas, la sacerdotessa “catalana” è più malinconica e disillusa. In questo caso la cantante – che ci ha abituati a performance alterne, soprattutto nella seconda parte della carriera – sfoggia un timbro luminoso e morbido, un legato impeccabile e un registro acuto particolarmente saldo e corposo. Si dimostra dunque , per facta concludentia, come non sia necessario sbiancare e miniaturizzare Norma per liricizzarla. Del resto l’aspetto tragico e quello lirico convivono nel personaggio, come due facce della medesima medaglia: l’altera sacerdotessa druida e la donna abbandonata.

12 pensieri su “Un giorno di Norma XXIII: MONTSERRAT CABALLE

  1. Appoggio e avallo soprattutto per la Caballè, ma in effetti anche il cast è straordinario, merita molto, è una grande Norma.
    Meglio di quella scaligera del ’72, che pure mi aveva dato i primi veri brividi dopo la Callas, anche perchè Maria – che ancora oggi mi stende come la prima volta – non l’ho vista cantare Norma, ero piccolo, ma Montsie, lì sui legni del proscenio mi ha incantato ed è un piacere sentirla ancora così.
    Alla faccia delle suorine he si ergono a sacerdotesse : la differenza, musicale e anche filologica, è enorme.

  2. essendo un “orfano Callas”, nel senso che nemmeno io ho avuto l’occasione di sentirla cantare dal vivo, ammetto che la prima Norma che m’incantò -ai tempi ero, ancora per qualche mese, 18enne- fu proprio la Montse. Era la sera del 5 gennaio 1970, quando debuttò il ruolo al Gran Teatro del Liceo. Il 23enne Carreras nel ruolo di Flavio, tra gli altri. Dall’alto del 5° piso mi parve d’essere in paradiso… :-)

  3. Quella Norma della Caballé!!! Avrà pur gli acuti saldi e corposi (a me poi tanto saldi non paiono……..) ma il registro grave :-( per dirla alla Donzelli “la prima ottava” é troppo vuota, troppo fragile e poco saldata al resto dell’estensione, nella sua organizzazione (disorganizzazione?) vocale si percepiscono già in filigrana quei difetti tecnici che la porteranno da lì a poco allo sfacelo, e mi ricordo, sempre in zona grave anche qualche suono sbraccato, ma non ricordo più precisamente in quale passaggio……….devo andare a cercare?

  4. vedi Miguel (parlo a te che nella lirica (spero solo nella lirica) sei il più puro)) ! Il commento di Semolino é la riprova di quando ti dico che nel mondo dell’opera regna il relativo…lui sente cose che probabilmente in pochi percepiscono e condividono, ma che gli vuoi dire? Adempiere alla “regola” di inorridire con rancore di fronte a un giudizio diametralmente opposto convinti di avere delle orecchie oggettive é sempre fatica sprecata.-

  5. nessun relativismo da parte di semolino. Perchè semolino ti ha scritto quello che scrisse a proposito della norma ufficiale della caballé celletti (mi riferisco al centro ed al passagio verso il grave) e siccome la sentii più volte in scala questa norma non posso che confermare. Siccome sulla sacerdotessa druidica abbiamo lungamente riflettuto da novembre a questa parte riascoltando materiale antico, registrazioni pirata non possiamo non “relativizzare” questa realizzazione del personaggio anche nei golden years (pochini per la verità). credo che a prescindere dai limiti vocali, di studio e di accento il vero limite della caballè sia proprio quello di avere molto, ma non quel qualche cosa che colpisce. Mi spiego non ha l’accento vario della Callas (ma neanche certe frasi della Gencer), la qualità timbrica di Anita Cerquetti, la sicurezza nel virtuosismo della Sutherland. Tutto qui e non è un limite da poco.

  6. eh ma il timbro caro mio é formidabile (vedi quanto ho scritto sulla Patti) e poi come si é già rilevato é una delle più versatili. Il mondo é pieno di sopravvalutati da chi se ne intende e di sopravalutati da chi non se ne intende. Montserrat Caballé é una cantante che fa parte di questa categoria ed é certamente un segnale della sua immensa statura di artista.-

  7. gli acuti della Caballé, al di là del bellissimo colore naturale, non sono saldi perché nel forte tende e tenderà sempre più a spingere e non a galleggiare. E siccome questo è un errore di respirazione dovuto alla consapevolezza di non essere un vero drammatico d’agilità, esso si ripercuote anche nel grave, quanto più è estremo e/o forte. Comunque qui a orange supera se stessa evidentemente in virtù di una forte immedesimazione: l’avesse fatto più spesso….

  8. Maj di cosa state parlando ?Non capisco cosa state dicendo . In particolare, Semolino, cosa vuoi dire ? Hai finito di cercare ? Fammi degli esempi concreti, per favore , Cosa significano quei tre punti esclamativi ? La trovi una brutta Norma ?

  9. …ma cosa si vuol sviscerare? Nei grandissimi i difetti sono preziosi e intriganti quanto i pregi, i cronisti lo constatavano ai tempi dei castrati, poi ai tempi della Pasta e della Malibran e anche oggi quelli come me, quando ne hanno occasione, lo ribadiscono.-

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