Grandi concerti di canto: Marilyn Horne alla Scala, 4 maggio 1975.

Marilyn Hornepianoforte Martin Katz
4 Maggio 1975

C.W. GLUCK Alceste Divinités du Styx
TH.A. ARNE Artaxerxes O too lovely
G.F. HANDEL Semele Iris hence away

F. SCHUBERT

In Frühling

Die Junge Nonne

Liebhaber in allen Gestalten

Nacht und Träume

Fischerweise

G.ROSSINI La donna del lago Mura felici – O quante lagrime

G. BIZET Chanson d’Avril
Adieux de l’Hôtesse Arabe

C. DEBUSSY Mandoline
Colloque sentimental
Noël des enfants qui n’ont pas de maison

A. DVORAK 7 Zigeunermelodien op. 55
Mein Lied ertönt
Ei, wie mein Triangel
Rings ist der Walf
Reingestimmt die Saiten
In dem weiten, breiten, luft’gen Leinenkleide
Als die alte Mutter
Darf des Falken Schwinge

C. SAINT-SAENS Samson et Dalila Mon coeur s’ouvre à ta voix
G. BIZET Carmen Habanera
Danny Boy (trad.)
A. THOMAS Mignon Gavotte
J. NIN Jesús de Nazareth

Qui mi permetto, a distanza di quasi quarant’anni dal concerto, di andare di ricordi, capitanati dal trito “io c’ero”.  C’ero in una Scala tutt’altro che traboccante di pubblico dove apparve la Horne più yankee che mai con vestito a conchiglie stampate e sandali d’argento. Era la Horne degli anni d’oro e non aveva necessità di scaldare e rodare la voce e quindi partì con l’aria di scongiuro per eccellenza cantata con il piglio e lo slancio di una Stignani o di una Schumann-Heink, avendo un volume di poco superiore a quello della Berganza. Ma la voce era allora argentina, sonora, posizionata in alto e la cantante – secondo la regola del sublime mistificatore, che ti fa credere di essere quello che non è- riempiva la sala del Piermarini e non sembrava vi fossero limiti in una voce che in natura molti ne aveva.

37 pensieri su “Grandi concerti di canto: Marilyn Horne alla Scala, 4 maggio 1975.

  1. Premetto che non sempre mi piace la Horne. Di questo concerto per adesso ho ascoltato solo “Danny Boy” (canzone che adoro) e direi che il “Divina” urlato da uno spettatore non potrebbe essere più meritato!!

  2. Io purtroppo non c’ero. Ma tu sapresti dirmi perchè questa sublime cantante non ha mai affrontato il ruolo di Norma, invece di quello ben più “banale” di Adalgisa? forse sarebbe stata l’unica , vera Norma del dopoCallas

          • adesso la dico grossa, ma confesso di averci pensato se non bene almeno da lungo da tempo. La mia fu l’epoca delle Norme del dopo Callas ( e dopo Cerquetti). Il personaggio inutile dirlo faceva e dovrebbe fare paura (se non ci fosse il dio danaro). Le Norme soprano attendibili e spendibili si chiamavano Sutherland, Caballè e Gencer. Ci furono gli esperimenti Verrett e Bumbry, interessanti, ma incompleti. Preciso che delle due con un allenamento al bel canto (che non praticò mai o quasi) era migliore la Bumbry.
            La Horne sapeva bene che non è una questione di note, ma di ampiezza, di talune “infrazioni” al belcanto ( e fuori da questo repertorio i limiti della Horne c’erano e tanti) che costano alla voce e giustamente lasciò stare. Mi risulta che lasciò stare anche, nel 1976 circa, l’idea della Elvira Malibran (scelta che dieci anni dopo ripetè la Dupuy). Se devo pensare a due Norme diverse da tutte queste in quegli anni devo pensare a Martina Arroyo, che cantava con una irrisoria facilità tutto e a Fiorenza Cossotto. Non quella con la voce ingolata e con scalino dal 1974 in poi, ma quella fluida, estesa in alto che vocalizzava Rosina del Barbiere e Urbano degli Ugonotti . Poi per entrambe le citate il mercato chiedeva altro ossia Leonora de Vargas e Azucena.
            Un giorno o l’altro mi vorrei divertire con un pezzo che chiamerei “il senno del poi”
            ciao dd

        • che non fosse una pagliaccia è fuori discussione. dico solo che nella prima incisione della Sutherland-Norma se avessero invertito i ruoli (Horne Norma, Sutherland Adalgisa) avremmo forse avuto qualcosa di MOLTO interessante.Dal vivo, poi è un altro discorso.

          • ma nella testa della horne e anche della sutherland la norma era la callas o la ponselle quindi le conseguenze sono ovvie!

          • Horne Norma, Sutherland Adalgisa…. Ma siamo matti??! La Horne, cantante storica e straordinaria, nel periodo più aureo (1962-1975) non aveva pienamente spontaneo il Si naturale acuto, come avrebbe potuto affrontare le agilità della cabaletta, e tutto il resto della Norma? È pura fantasia questa.

  3. son due “cose” diverse Pasquale la Bartoli ha fatto una ottima Cleopatra e sullo slancio ha fatto bene a cimentarsi in Norma che ha certamente diviso la critica ma che ai piu’ e’ piaciuta (vedi anche recensione su Opera di sett 13). La Horne ha un temperamento troppo estroverso e non avrebbe mai preso in considerazione un ruolo dove la protagonista s prende cosi sul serio

      • Magari, io non l’ho.
        Pensavo che lo aveste voi.
        Provero’ in ogni caso a domandare a
        Lugano ad un amico che della Marilyn ha
        praticamente tutto. Ti faccio sapere.
        E’ un peccato non averlo completo.
        Era proprio un gran bel concerto.
        Degli altri concerti scaligeri, parlo di
        quelli della Horne, ci sono tutti i brani,
        questo pero’, secondo me e’ stato il piu’
        bello. Peccato se non l’avete tutto, come
        peccato non avere tutto quello della
        Berganza, postato precedentemente.
        Ciao.

          • La Fauvette,
            Vieille Chanson,
            Chanson d’ Avril (Bizet).

            Beatiful dreamer (Foster).

            Noble Seigneurs (Meyerbeer).

            Di tanti palpiti (Rossini).

            Non e’ che proprio ci tengo a scriverli, Liebling, semplicemente ho letto concerto 75, mi sono rallegrato, son contento che
            l’abbiate postato visto ch’ era
            uno dei suoi concerti che non avevo, e pensavo che fosse completo. Ciao.

          • il nostro sponsor allora ha mancato molta parte del concerto……dovremo interrogarlo su dove è andato mentre la horne cantava oltre il 5o bis!

    • Io ho sempre considerato la Cossotto, al pari della Simionato, un soprano Falcon… Il colore da mezzosoprano (lieve) era avvertibile nei centri, ma per il resto la voce era chiara e luminosa.

      Una domanda per Donzelli: mi consiglieresti ascolti dove la Cossotto è ingolata ed è avvertibile lo scalino? Io lo scalino l’ho sempre notato nella Simionato (che era anche piuttosto sorda in basso), nella Cossotto ho avvertito solamente una certa debolezza nei gravi. Grazie

      • No, la Cossotto era un soprano drammatico come si sente chiaramente da quella meravigliosa esecuzione dell’aria del Macbeth; che la Simionato fosse un falcon ci può stare. La differenza è che la prima cantava con voce falsa, la seconda con voce naturale, vera.

      • http://www.youtube.com/watch?v=lev2DZ63cTA
        ascolta il pasticcio che combina con una bella presa di fiato per scendere al fadiesis grave alla chiusa e come il suono nella quinta bassa sia tubato ed ovattato ( e ti assicuro avendola sentita dal vivo dal 1970 in poi la voce era grandissima in teatro)
        Ti aggiungo un altro ascolto in ruolo falcon assai più consono alla cantante
        http://www.youtube.com/watch?v=vylf1BcmD7Q, invitandoti ad ascoltare le frasi che precedono il do bem di “ti maledico”
        quando arriva la quinta bassa la cantante si arrangia.
        Ti preciso che in teatro se non l’hai sentita era vocalmente travolgente almeno sino al 1977, anche se era sempre e solo la Fiorenza con poca rifinitura dei personaggi e intenzioni interpretative. Sai con ritmi da 180 sere l’anno non si può pretendere troppo.

        • Grazie!!! Premetto che la Cossotto mi piace tanto, però giustamente sono sempre stato dubbioso sulla sua natura di mezzosoprano (nominale), infatti è una di quelle Adalgise “mezzosoprano” insieme a Dupuy e Von Stade che trovo adatte alla parte… Vocalmente l’ho sempre trovata molto sopranile con una palese disparità di colore e corpo tra la prima ottava e il resto della voce, che dalle registrazioni dal vivo trovo enorme. Interpretativamente è sempre stata un pò “tirata via”, ma tanto di cappello lo stesso!

          Antonino: ascolta una qualsiasi registrazione, soprattutto in veste di “contralto” o mezzo e sentirai che in prima ottava è sempre stata alquanto debole nella sonorità, lo scarto di volume è evidente con il resto della voce… Ascoltala ad esempio in Verdi (Ulrica, Messa di requiem, Azucena), ma anche in Dalila, poi ascolta la Stignani e noterai una “lieve” differenza 😉

  4. Una soprano seria non si sarebbe cimentata in quell’obbrobrio che la cecilia bartoli ha partorito. Certo che le riviste come opera la sostengono, ciò non vuol dire che sia “seria ” (non trovo altro aggettivo) Mi spiace che i discografici (di oggi) non abbiano pensato ad una altra soprano “tuttofare” di nome Mariana Nicolesco, altro esempio della pochezza dei cosidetti vociomani alla Stinchelli.

  5. Per Giulia.

    Il Vostro Sponsor ha mancato parecchi dei brani
    del concerto di Teresa da voi postato.
    (Mancano : quasi tutto Wolff, un brano di Scarlatti e pure
    due bis). E parecchi di quelli del concerto d’addio della
    Schwarzkopf, ringraziamolo comunque il Vostro sponsor,
    che mi sa e’ il nostro amico comune a giudicare dai
    brani mancanti ahahahahahahah!
    Poveretto, ringraziamolo davvero, era in giro per il Teatro
    con quell’ingombrantissimo registratore, che faceva passare
    per una cartella, e come pesava…
    Sai, tutte le volte che si avvicinava una maschera, spegneva
    e nascondeva sotto la poltroncina, e’ ovvio che manchi qualcosa,
    non sapevo che la fonte del concerto fosse lui.
    Perdonatissimo il nostro amico.
    Ah, il mio amico di Lugano ha la vostra stessa identica capia.
    Pazienza! Io mi accontento e molto anche. Ciao.

    • mai pubblicato il troppo tardivo addio della signora legge. Mi bastò sentirla quanto alla fonte di questo concerto possiamo solo dire grazie e godere di quel che abbiamo meglio un pezzo di horne che un’ intera bartoli.a caval donato non si guarda in bocca. O sbaglio?

      • No, certo. Dici benissimo.
        Ma visto che bisogna specificare ogni filo
        e straspecificare ogni pelo…specifico.
        Non ho detto che hai mai pubblicato quell’orrore che era il concerto d’addio della
        Schwarzkopf, e ci mancherebbe. Pur
        ammirando io la Signora nel suo periodo
        migliore, al contrario di te, non l’ho certo
        ammirata in quella desolantissima anche
        se festeggiatissima serata. E poi sai benissimo che non amo gli avanzi, illustri
        o meno che siano. Ho detto che nelle registrazioni del nostro amico manca sempre qualche brano, ho fatto l’esempio della
        Berganza e della Schwarzkopf, ok, ma potrei
        dirti anche Caballe’, Pavarotti, Von Stade,
        Tallvela, Kraus, Gedda etc etc etc …in tutte
        le registrazioni del nostro amico mancano sempre dei brani.
        Sono ovviamente strafelice di poter ascoltare
        questo gran bel concerto. Strafelice.
        Dove lo senti un “O too lovely” cantato cosi’
        dal vivo se non in questo concerto? E soprassediamo su cosa non era il purtroppo mancante “Di tanti palpiti”, se la memoria ancora mi regge. Visto che c’eri, ti ricorderai anche che il pubblico inizio’ ad applaudire non appena riconobbe la melodia, rumoreggio’ di sorpresa alla ripresa in pianissimo ed alla fine del brano non si contenne piu’. Bei ricordi.
        Ciao, buon appetito.

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