Il glossario di Mancini. 2) La voce indietro

Dopo la voce avanti, non può mancare una breve dissertazione sul suo contrario, il confronto con il quale non potrà che aiutare a comprendere ancor meglio le caratteristiche dell’imposto corretto. Se la voce avanti è quella alta di posizione, chiara, nitida, sonora, per voce indietro si intende un’emissione viziata da un appoggio difettoso, cosicché essa non arriva a battere contro il palato duro, ma si ferma al faringe o alla zona retro buccale, di qui scivolando talora anche nel naso. Diciamo subito che cantare “indietro” può risultare più comodo e può presentare meno rischi che cantare avanti sul fiato (che è un po’ come lo stare in equilibrio sulle punte).  Proprio per questo molti ricorrono a questo tipo di emissione. La voce indietro non sfoga, sta “dentro”, suona molto di meno nell’ambiente esterno e per questo pesa assai meno sul diaframma. E’ più facile da controllare perché non è manovrata con il fiato bensì con le contrazioni dei muscoli del tratto vocale. E’ un difetto riscontrabile soprattutto nelle voci gravi maschili, ma diffusissimo anche tra le donne specie in zona grave e centrale, quindi soprattutto tra mezzosoprani e contralti (o presunti tali) che sul registro grave insistono di più. Dico presunti, in quanto il cantare con voce indietro può dar luogo anche ad errori di classificazione, per cui ad esempio una voce in natura di soprano lirico avendo un’emissione indietro troverà comodo cantare da mezzosoprano. Esistono soprani soubrette che fanno carriera internazionale spacciandosi per contralti rossiniani. Il cantare indietro, cioè adagiare la voce su una posizione larga e bassa, dà luogo infatti ad un timbro contraffatto, innaturale, dal colore artificialmente scuro e ingrossato. Spesso risulta più interessante in sede discografica perché più fonogenico, ed ecco allora gli sprovveduti che parlano di timbro morbido e “brunito”. Infatti prima dell’avvento del disco non esistevano cantanti professionali che potessero permettersi di cantare con una impostazione siffatta (ma neanche cantanti da taverna, s’è per questo). La voce indietro impedisce soprattutto di “dire”, di articolare nitidamente il testo e di emettere vocali pure, di far intendere le parole all’uditorio. Il suono risulta infatti sfocato, impastato, ovattato (il classico effetto detto “patata in bocca”). L’entità del difetto naturalmente è variabile, nel senso che la voce può essere più o meno indietro così come può essere più o meno avanti. Generalmente, ascoltata da vicino, in camerino, una voce particolarmente indietro può anche ingannare e risultare importante e voluminosa, ma in teatro non supera l’orchestra se non in forza di una natura generosa. Se si sente è perché il cantante ha molta voce per sua dote naturale. Il pubblico oggi ormai assuefatto a questo tipo di emissione falsa e stereotipata, ubriacato da decenni di dischi fasulli, storce il naso quando sente ad esempio un baritono antico alla Battistini cantare con la propria voce chiara e schietta, anziché mangiarsela per fare il “vocione”.
Di seguito una teoria di ascolti esemplificativi.

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18 pensieri su “Il glossario di Mancini. 2) La voce indietro

      • Vedo che l’ultima apparizione ambrosiana della signora Bartoli e conseguente tempestosa reazione del pubblico non cessano di agitare i sogni dei devoti della star, che pari nel ridicolo alla prediletta cantante ravvisano in quella tempestosa reazione l’indizio, anzi la prova di chissà quali nefasti disegni, fosche congiure, sinistri complotti. Eppure quella reazione sarebbe poca cosa se confrontata con quello che la signora dovrebbe, con ogni verosimiglianza, affrontare, qualora venisse proposta, o più esattamente ripropinata, non più in un concerto, bensì in un titolo d’opera. Magari rossiniano. Quanto all’immagine, evocata da albertoemme, del pubblico salisburghese prostrato ai piedi della diva, richiama ineffabili scene dell’estremo capolavoro di Pier Paolo Pasolini, a conferma che il grande cinema è spesso capace di metafore intrise di profezia.

  1. Sulla Cecily non sono così certo che si tratti di voce indietro, è un minestrone di voci, vocine, gotgheggi, latrati, miagolii, ed altre amenità.
    Nessuno nega alla senora di riscuotere consensi: i giornali favoleggiano di 10 milioni di dischi ? perchè no? se piace il kaufmann
    il Baremboim può starci anche lei il mondo è grande, c’è un piccolo problema: chi ha vissuto in questi anni il fiorire di una nuova strada de
    le opere di Rossini, non può sopportare che questo musicista sia accostato ad esecuzioni da fiera paesana.

    • La Cecy è ingolata da far paura. Schiaccia avanti un briciolo di vociuzza di pura gola, ma in acuto va indietro pure quella, come ben dice Sardus. Non l’ho messa tra gli esempi perché non la considero neanche una cantante, ma solo un prodotto virtuale.

  2. Caro Mancini, eppure c’e’ chi tenta di conciliare voce avanti e affondo..
    Alludo allo scritto di Fussi “dalla punta all’affondo”( che non riesco ad allegare ma facilmente reperibile sul sito ” la voce artistica”). Ad ex Bjoerling e Pavarotti avrebbero raggiunto, secodo Fussi, un equilibrio tecnico tra punta e affondo etc…
    .

  3. Mancini ho citato vari esempi di miracoli vocali di cui la suliotis è
    uno da manuale, ma anche la Cecily non scherza, il brano riportato
    ha un sottofondo di miagolii che mi ricordano i giochi dei fanciulli che initano quelli più anziani, ma il vero nodo è la preparazione alla santificazione di una senora per l’esecuzione prevista di Cenerentola
    alla Scala nel 2015. Capisco la necessità di tale ente di fare pubblicità
    per se stesso, ma con la Cecily…suvvia si rende felice solo il romanziere dell’opera : Elvio Giudici

  4. Ciao a tutti.
    Riguardo a Lucia Valentini Terrani, portata come uno degli esempi di voce indietro (cosa su cui sono in parte d’accordo, perlomeno per quanto riguarda certe fasi della sua carriera), volevo proporre questo ascolto, che molti di voi già potrebbero peraltro conoscere.
    https://www.youtube.com/watch?v=bwbuap_srlA
    In questa aria del Matrimonio segreto, risalente al 1977, a mio avviso si ascolta quella che doveva essere la vera voce di questa cantante, cioè quella di mezzosoprano acuto. La ricerca di compiacimenti contraltili probabilmente in seguito la spinse ad una posizione più bassa della voce, rendendo più faticoso il suo canto e più intubato il suono, che restò tuttavia ancora per diversi anni affascinante solo grazie ad una grande dote naturale.
    Da notare la facilità con la quale canta tutte le frasi del registro medio-acuto fra il do e il fa-sol, facilità che non corrisponde a quanto si ascolta nella stragrande maggioranza delle sue registrazioni.
    Ascoltando questa registrazione, mi viene da pensare molto di più ad una possibile Dorabella che ad un Arsace o ad un Tancredi.

  5. Dear Mancini: I cannot write in Italian (but I can understand written Italian). I appreciate a lot your glossary and posts. If you have time and the interest, would you write a glossary post about the “voce piccola, alta, raccolta”? This has been mentioned in other posts in this blog, but it would be really good to read from you a more detailed account, specially in what regards to the meaning of “piccola” in the context of impostazione. I hope you can write that entry. Warm regards from a blog fan from Argentina.

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