Un direttore al giorno… / 1. “Tancredi”, Ferenc Fricsay.

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Nessun modo migliore di cominciare questa rassegna che con Ferenc Fricsay. Mirabile sintesi di eleganza e brio, precisione assoluta che non si fa mai meccanica o metronomica, ideale per la sinfonia che il giovane Rossini mutuò dalla “Pietra del paragone”.

5 pensieri su “Un direttore al giorno… / 1. “Tancredi”, Ferenc Fricsay.

  1. Apprezzo molto il suo Flauto magico, ma non lo conosco molto come direttore. Trovo davvero bellissima questa esecuzione della Sinfonia rossiniana, la migliore da me ascoltata finora per brio e pulizia. E’ una mia opinione, ma al mio orecchio pare più adatto questo brano come sinfonia del Tancredi piuttosto che della Pietra del Paragone.

  2. Bell’inizio. Fricsay era un grande; è più noto oggi – grazie ai dischi – come interprete del repertorio tedesco che italiano (se non di quello mozartiano), ma era anche esperto nell’opera italiana. Fischer-Dieskau che aveva debuttato come Rodrigo in Don Carlo (ovviamente cantato in tedesco) proprio sotto la bacchetta di Fricsay diceva che quest’ultimo insegnava cosa fosse il fraseggio dell’opera italiana. All’epoca si poteva cantare Verdi in tedesco, ma si cercava di cantarlo con l’accento ed il fraseggio “italiani” giusti.
    Non so poi se Fricsay avesse in repertorio qualche opera di Rossini, ma eseguiva lo Stabat mater (ce ne è anche un’incisione ufficiale berlinese con l’Orch. RIAS):
    https://www.youtube.com/watch?v=kB1YoWV_D-I
    Il tenore è proprio deboluccio nel “Cujus animam”, taglia note e nell’acuto del “Quae moerébat et dolébat/Pia Mater dum videbat/
    nati poenas ínclyti” pasticcia (ma anche Haefliger, nell’incisione ufficiale “aggiusticchia” e semplifica); questo è uno dei (rari) casi in cui forse oggi si può trovare qualcosa di meglio, cioè Florez, che esegue tutte le note e fa l’acuto (per me in questo brano il migliore, fra i tenori degli ultimi 50 anni, è semrpe Pavarotti).
    Anche il basso mi pare un po’ troppo teutonico, ma la bacchetta è pregevole ed, in ogni caso, fa conoscere in Germania un brano che nell’Ottocento faceva inorridire certi critici tedeschi che non capivano come si potesse fare musica sacra così diversa dai loro gusti.
    Una domanda a Tamburini: esistono incisioni rossiniane di Mengelberg?

  3. Anche se non sono Tamburini mi permetto di rispondere a Don Carlo di Vargas: scorrendo le registrazioni effettuate per la Telefunken, per la Columbia e quelle dal vivo, non mi pare che Mengelberg abbia mai inciso opere di Rossini.
    Oggi ,comunque, possiamo consolarci con un suo erede :Haitink

  4. Certo, Tamburini, non volevo dire di consolarci con Haitink che dirige Rossini, ma che Haitink stesso e’, da taluni, considerato l’erede di Mengelberg.
    Nella discografia di Haitink l’unico rimando a Rossini e’ la direzione della Suite La boutique fantasque ( da Rossini) Tarantella. Ma e’ un po’ poco…

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