Magda Olivero (1910-2014)

oliveroCelebrare e commemorare una della più grandi cantanti della storia dell’opera è un dovere doloroso e grato nel contempo del Corriere della Grisi, che non ha mai fatto mistero di ritenere unica la cantante e rammentarne con esagerata costanza la grandezza. Potremmo anche farlo a mezzo del semplice richiamo a tutti i pezzi che in questi sette anni abbiamo dedicato con doveroso piacere alla divina Madga. La Madga: il soprano dei records. Se non ha superato quello di Teresa Saporiti, prima donna Anna morta a 106 anni, ne ha collezionati altri che la rendono un fenomeno unico nella storia dell’opera. Carriera di mezzo secolo sia pure con l’interruzione di un decennio determinato e dalla guerra e dal desiderio di essere moglie e madre prima che soprano, diva anzi divina a furor di popolo e di una parte della critica autonoma ed indipendente come Rodolfo Celletti, debuttante al Met a 65 anni ovvero all’età in cui le colleghe ritiravano premi, distribuivano consigli e si autocelebravano, cantante identificata con il Verismo eppure munita di una tecnica scaltrita e raffinata da autentica belcantista, che le ha consentito di reggere, pur dotata di una voce modesta in natura, titoli di onerosa scrittura e di pesante ordito orchestrale, regina dei pirati che si scambiavano furtivi e sempre più numerosi le sue registrazioni operistiche e concertistiche, regina della provincia quando la provincia italiana ribolliva di fremiti ed interessi culturali e non era triste coacervo di bocciofile e conventicole. Non vi è stato teatro pur piccolo e modesto, sala da concerto, chiesa restaurata o da restaurare dove l’Olivero sempre perfetta, sempre impeccabile musicista ed artista ed anche sobriamente elegante nel vestire non si sia esibita e dove non abbia offerto la sua ARTE. In questo la Magda era ben più diva di tutte le dive in carriera perché lei sola poteva snobbare, forte anche dell’essere moglie di uno dei maggiori industriali italiani, alleanze, amicizie di opportunità, partecipazioni doverose, omaggi a bacchette e registi. Certo pagò un prezzo alto perché delle grandi produzioni scaligere del dopo guerra alcuna l’avrebbe meritata anche l’Olivero, ma forse lei non ne aveva bisogno e certi debutti come quello statunitense sono avvenuti quando dirigevano i teatri autentici melomani, innamorati di voci ed interpretazioni. Le bastava apparire in scena, alitare un pianissimo, trascinarsi agonizzante, lanciare un acuto che penetrava teatro e cuori, pur lanciato con una voce che era quella di un soprano leggero o poco più che l’applauso generoso sincero fragoroso scattava. Più diva delle dive perché del sistema divistico poteva farne a meno o meglio aveva il suo autonomo ed intangibile, più varia e più sfumata di tutte perché davanti a Lei nessuna delle sublimi fraseggiatrici dalla Muzio, alla Farneti, alla Vallin alla stessa Callas (che per inciso, mi ripeto rifiutò di cantare Francesca e Adriana perché opere dell’Olivero) per tacere di quelle delle generazioni successive come la Scotto, la Caballe e la Kabaiwanska e nel contempo donna schiva, che sembrava sdoppiarsi sulla scena, perché profondamente diverse erano la signora Busch e la divina Madga. La retorica dice “restano le sue registrazioni, pochi fortunosi video”, crediamo che resti molto di più oltre note ed interpretazione ovvero la dedizione, l’umiltà, la responsabilità, la professionalità, lo studio tutti ingredienti, che hanno contribuito a creare una cantante assolutamente unica.

27 pensieri su “Magda Olivero (1910-2014)

  1. Grazie Donzelli per il bellissimo ricordo di Magda Olivero. Hai dato parola al sentire di molti dii noi. L’addio a cantanti uniche come la grande Magda ci fa tristemente misurare quanto oggi siamo distanti da un civiltà del canto – di cui la grande Signora era una delle ultime protagoniste e testimoni – da cui ormai ci separano , ahimè, anni luce . Addio Magda e grazie!

  2. Ecco, ha detto tutto (e come meglio non si poteva) Donzelli. Io non posso far latro che aggiungere uno smisurato GRAZIE alla signora Olivero che non ho mai sentito dal vivo, ma ho conosciuto solo grazie ai ricordi dei miei cari nonni ed alle “poche, fortunose registrazioni” di cui sopra.
    Solo una cosa: non fossi entrato in questo sito dieci minuti fa, della morte della Olivero nulla avrei saputo fino a chissà quando. Neanche una piccola notiziola in coda al Radiomattino prima dello sport, niente. Non servono commenti.

    • è giusto il silenzio in stile con il personaggio e con la sua storia di diva più diva delle altre senza essere diva (pensa che rompi capo). come ascolto uno dei più impressionanti della mia carriera di ascoltatore (ormai 45 anni!!!!). riflettevo su un aspetto nel confronto perenne fra lei e la Callas, che ebbero due differenti tifoserie, reciprocamente indifferenti. Sono le due cantanti insieme con altre due o tre non di più (l’altra per certo è Claudia Muzio) che in tutto o quasi quello che hanno cantato hanno fatto centro e che in molti titoli hanno detto qualche cosa che le altre non hanno detto, insomma grandi ma un pochino più delle altre.

      • Hai di nuovo detto tutto tu. Però Donzelli, perdonami, NON è giusto il silenzio. Non è questione di essere in stile con il personaggio: quello che rilevavo io è che è mancata una delle più grandi artiste Italiane del secolo scorso e che il Giornale Radio più seguito del servizio pubblico (che io mi ostino anche a foraggiare con il pagamento del canone) ha ritenuto di non farne menzione. Non mi pare giusto. Tutto qui.

        • beh, in questo momento tutti la ricordano. I media facebook etc stanno inflazionando la sua immagine, ognuno scrive perchè si deve scrivere. e scrive anche chi poi va a dir bene di porcherie del tutto opposte all’arte, al modo di vivere e di pensare la professione di questa artista unica. si scrive per esserci ed esibire il proprio saggetto di banalità per mettersi in mostra. taccio poi delle qualunquiste che in concerto le dedicano un’ aria mentre nella loro carriera fanno esattamente il contrario di ciò che lei diceva che andava fatto e perseguito. per tutti loro…un ‘ora di silenzio vocale, web, face, etc..

  3. Omaggio doveroso alla immensa artista e grande signora.
    Vorrei solo segnalare che il funerale sarà giovedì prossimo 11 settembre, ore 14.45, nella Chiesa di Santa Francesca Romana di Milano, zona Porta Venezia – Corso Buenos Aires.

      • Doveroso il ringraziamento a Matteo Zambito che le è stato vicino e l’ha accudita affettuosamente e con venerazione assoluta per questi ultimi anni. Lei ne era entusiasta e gli voleva un gran bene. Nel corso di una recente telefonata, scherzosamente le dissi che se Matteo non si comportava bene e la disubbidiva, sarei andato subito a sculacciarlo. “Lo terrò presente, caro dottore” fu la risposta immediata e spiritosa ” mi premurerò di correre in posta e spedirle subito un telegramma!” 😀
        Che dire? Cosa aggiungere? Impagabile anche nel quotidiano.
        Matteo le è stato vicino, accarezzandola e tenendole la mano, fino al trapasso. Ecco il figlio che la natura le ha negato e che la sorte le ha dato in dono con affetto sincero e contraccambiato.
        Un pensiero anche a lui e, ovviamente, una prece alla nostra Magda che aleggia su in cielo in buona compagnia.

  4. A parte il magistero tecnico e lo straordinario temperamento di cantante attrice , persona sensibile e disponibile anche nell’aiutare i giovani studenti di canto. Una signora in tutto.
    A proposito di vocalisti immensi , oggi sono quindici anni esatti che il Maestro Kraus non è più con noi . Un ricordino non glielo dedichiamo ?

  5. la signora olivero è insostituibile e la prima a saperlo è sempre stata la maestra della agresta. certi articoli, perdona, sono come il secondo libro della poetica di Aristotile secondo jorge de Burgos del nome della rosa NON SONO MAI STATI SCRITTI. L’arte di Madga Olivero come quella di una Muzio, una Callas e pochissime altre (“noi siamo cantanti lei è l’Olivero” ebbe a dire niente meno che Joan Sutherland) sono arte, storia strumento per riflettere ed elevare lo spirito (potrei copiare il pro Archia di Cicerone e farei prima) il resto neanche cronaca.

    • Sono rimasto senza parole a tutti gli effetti; sarà che sono “vecchietto”, ma una tale superficialità nell’accostare Olivero e Agresta mi fa accapponare la pelle. Mi domando quale sia la cultura musicale di chi ha firmato la recensione. Ignorare, come dite voi, è cosa buona e giusta.

      • Ho letto l’articolo in questione e non mi pare che in alcun momento, riferendosi alle interpretazioni dell’Agresta, si sia fatto il benché minimo accostamento, per altro folle, con l’inimitabile ed unica Magda.
        Semplicemente s’è fatta la cronaca di una serata in cui il Teatro alla Scala ha speso parole di elogio e di ricordo alla memoria della esimia Artista e le si è dedicato un minuto di silenzio, seguito da un interminabile e scrosciante applauso, alla Signora.
        Finalmente si riferisce che il primo dei bis è stato dedicato dalla Agresta, sinceramente e visibilmente commossa, alla memoria della Olivero.
        Tutto qui.
        Se poi c’è chi ha visto in tutto ciò un temerario accostamento, è un altro discorso.

        • “Nella tristezza di questo giorno, una serata di trionfo totale: per Maria Agresta e per la Musica. Senz’altro Magda riposerà in pace: quando dall’alto ripenserà a questo concerto, potrà rassicurarsi e compiacersi di aver lasciato la lirica in (poche ma) buone mani.”
          Ma di che cosa stiamo parlando, scusate? Totò avrebbe detto: “Ma mi faccia il piacere!”

    • Non sapevo di questa frase della Sutherland. Ecco cosa condividevano dive come quelle da te nominate (dai cui dovrebbero prendere esempio in questo le nuove “star” di oggi): l’umiltà di conoscere i propri pregi tanto quanto i propri limiti.

      • ma quando senti quelle tre signore lì senti i difetti perché solo i fans cretini potrebbero negarli, ma senti anche che “fanno centro” subito, che hanno quel qualche cosa in più ad onta dei difetti. E se ripenso ad almeno 100 cantanti famose e grandi ne posso trovare altre due o tre che , come ho già scritto stanno un mezzo gradino sopra perché “fanno centro”

  6. Una vera signora. Me la ricordo ancora quando, quasi trent’anni fa, era venuta nella mia città, ad una serata organizzata dal locale circolo musicale (quando ancora funzionava a pieno ritmo), in occasione della presentazione della sua biografia. Aveva ricordato la sua carriera, raccontandone vari episodi. Una grande perdita.

Lascia un commento