Duetti: Maria Joao Pires e Lilit Grigoryan, Reggio Emilia, 15/02/2016.

PiresIl “Partitura Project” della Chapelle Musicale Reine Elisabeth promuove l’esibizione di giovani talenti (allievi della prestigiosa accademia belga) sotto l’egida di Maria Joao Pires, tra le maggiori interpreti viventi del classicismo viennese (e non solo). Proposto ieri al Teatro Valli di Reggio Emilia, e in replica questa sera al Conservatorio ambrosiano (e speriamo che l’affluenza di pubblico sia, a differenza di quanto avvenuto in tempi anche recenti, all’altezza della proposta musicale), il concerto ha visto alternarsi la maestra e la studentessa (ma già solista di carriera internazionale) Lilit Grigoryan (classe 1985) in un programma incentrato su Beethoven e Schubert, con una “coda” contemporanea di cui diremo in chiusura. Non occorre sottolineare la classe suprema della signora Pires, il virtuosismo sereno e quasi ipnotico che dispiega nelle sezioni più distese del secondo movimento della Sonata op.111. Piuttosto, vale la pesa soffermarsi sull’impeto realmente tragico, e al tempo stesso calibratissimo, che caratterizza l’incipit della Sonata, o sulla varietà di colori dispiegati tanto nel primo tempo quanto nell’Arietta, con una precisione e un’aderenza al testo capaci di sottolinearne tanto la perfezione formale, quanto l’audacia nel superamento della tradizionale struttura tradizionale del tema con variazioni. La Grigoryan non può, com’è ovvio e logico, collocarsi (per ora) agli stessi vertiginosi livelli: la sua esecuzione della Sonata op. 101 si caratterizza per una sana robustezza dell’esecuzione (con qualche trascurabile incertezza nel secondo e nell’ultimo movimento – del resto non deve essere facile suonare Beethoven avendo la Pires a pochi metri di distanza, sullo stesso palcoscenico…), una facilità e una spontaneità nei passi acrobatici che compensa più che largamente i limiti di una lettura che, ne siamo certi, saprà farsi più sentita e personale con il tempo e la pratica delle sale da concerto. La cosa che appare davvero rilevante, in un concerto come questo, è che alla giovane solista venga dato modo di sedere letteralmente accanto a un’autentica gigantessa dello strumento, nell’esecuzione di due pagine schubertiane, in cui le interpreti (che si alternano nel ruolo della voce inferiore e superiore – la Pires concedendosi l’unico vezzo, squisito sotto il profilo musicale, di enfatizzare sorniona qualche passaggio grave del “Lebensstürme”), giustamente dissimili e per certi aspetti antitetiche in Beethoven, trovano una continuità, una comunanza di gesto e intenzioni nel plasmare uno Schubert se possibile ancora più turbato e “sconvolgente” del solito, caratterizzato da una tensione che si stempera, ma unicamente per rafforzarsi, nell’unico bis, “Hommage à Schubert” di Kurtág, prosciugato “ripensamento” per pianoforte del tema principale del Lied “La morte e la fanciulla” (le soliste ne eseguono una strofa a testa).

GrigoryanTeatro Municipale Valli, Reggio Emilia
Lunedì 15 febbraio 2016, ore 20.30

Maria Joao Pires, pianoforte
Lilit Grigoryan, pianoforte

Franz Schubert, Allegro in la minore “Lebensstürme” per pianoforte a 4 mani op. 144 D 947
Ludwig van Beethoven, Sonata per pianoforte n. 28 in la maggiore op. 101 (LG)
Ludwig van Beethoven, Sonata per pianoforte n. 32 in do minore op. 111 (MJP)
Franz Schubert, Fantasia in fa minore per pianoforte a 4 mani op. 103 D 940

Bis:
György Kurtág, da Játékok: Hommage à Schubert – Consolation to Sarah

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9 pensieri su “Duetti: Maria Joao Pires e Lilit Grigoryan, Reggio Emilia, 15/02/2016.

  1. Domani sera sono a Torino.
    http://www.unionemusicale.it/concerti/pires-grigoryan-17-02-2016/
    Si può prevedere (e non è difficile) una serata, musicalmente parlando, migliore della banale e tutt’altro che entusiasmante Tosca del Regio.
    Se qualcuno l’ha sentita per radio o, come me, l’ha vista in teatro credo che difficilmente potrà avere un parere troppo difforme dal mio.
    Ma quanto è poi brava la Grigoryan, stando all’esecuzione su Youtube inserita da Tamburini! (della Pires non è necessario dirlo).

  2. Ti sei dato anche tu ai concerti, Antonio? Ti capisco, anch’ io ormai all’ opera vado solo poche volte all’ anno e quasi esclusivamente per titoli inconsueti. Nelle sale da concerto, a differenza dei teatri lirici, a chi non ha una preparazione tecnica completa non è consentito di esibirsi

  3. Allevi? Ma qui non si parlava di musica? Ci siamo dati alla muzak (C)? Lang Lang: dipende… Quando si ricorda di chi è, dimostra di essere un pianista di tutto rispetto (tecnica granitica e idee originali, anche se non tutte condivisibili). Nei concerti dal vivo cui ho assistito, mi ha spesso entusiasmato, qualche volta fatto arrabbiare, ma mai annoiato. Quando fa lo show man fa lo show man, però fa ascolti… Diciamo che è furbo? Ci sto, ma avercene… Pollini: ha forse perso la curiosità intellettuale che me lo ha fatto amare da giovane, ma il suo ultimo Bach e il suo ultimo Chopin ascoltati qualche tempo fa a Roma avevano una profondità sconosciuta ai più. E se qualche nota non era perfetta… Beh, Cortot disse a un suo allievo che gli chiedeva che cosa ci fosse nella pesante valigia che stava trasportando:”tutte le note false che ho suonato!”

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