Ventiquattr’ore di Barbiere 9 – “La calunnia è un venticello”

Samuel Ramey (nell’originale Re Maggiore):

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Ezio Pinza (in Do maggiore):

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Della celebre aria di Don Basilio – intrigante e subdolo macchinatore d’inganni – propongo due versioni: la prima nell’originale Re Maggiore, la seconda abbassata di un tono nel Do Maggiore in cui la tradizione si rifugiava laddove i bassi di turno avessero mostrato difficoltà in acuto (del resto il progressivo innalzamento del diapason rispetto ai tempi di Rossini rese sempre più difficili le cose per le voci ai limiti della tessitura). Entrambe le versioni fanno parte della storia del Barbiere: la prima, magistralmente interpretata da Samuel Ramey mostra la scrittura originale con la pienezza e il calore della voce del vero basso rossiniano slanciato verso l’acuto nei crescendo; la seconda, abbassata, è cantata da Ezio Pinza con il calore e l’insinuante velluto di quello che fu, probabilmente, il più grande basso italiano. Entrambe le versioni sono accomunate da ricchezza di sfumature, misura, morbidezza. Nessun sbracamento, nessuna volgarità (come spesso indulgono i Basilio, con un vero e proprio catalogo di orrori in “va scorrendo” e “Va ronzando”). Il brano, divenuto subito celeberrimo e identificativo del “crescendo rossiniano” deriva in realtà dal Sigismondo (duetto tra Aldamira e Ladislao) e verrà riutilizzato in altre occasioni, come nel duetto dell’atto terzo di Otello.

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