Ancora comparazioni con Astrifiammante. Russia o Germania la sostanza non cambia

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Antonina Nezdhanova è stato uno dei maggiori soprani di coloratura di scuola russa, dotata di voce ricca e sonora ebbe sempre in repertorio opere da lirico e addirittura chiuse carriera con titoli come Lohengrin. Olga Pudova è una delle tante voci di soprano leggero che con puntuale cadenza l’ex blocco dell’Est recapita nei teatri europei.
L’aspetto più rilevante su cui soffermarsi in questo ascolto comparato è ancora il centro della voce ed i primi acuti. Nonostante la registrazione della Nezdhanova superi il secolo ascoltiamo nella zona centrale delle voce e negli acuti sino al do5 un suono brillante, penetrante e nel contempo morbido e dolce nonostante la regina stia eseguendo quella che la tradizione italiana o italianeggiante chiamava aria di scongiuro. L’ascoltatore avverte pur da questa primordiale registrazione che il suono della cantante sta in alto o per usare un’espressione gergale in maschera cosicché ottiene quello splendore e quella penetrazione che abbiamo lodato prima e addirittura la cantante può compiere la prodezza di attaccare piano un do e progressivamente rinforzarlo senza che intonazione o saldezza vengano intaccate o che pur nella perfezione di esecuzione ed in una lingua sconosciuta non si possa comprendere i sentimenti del personaggio soprattutto quando canta più ancora di quando emetta i siderei gorgheggi, precipui della parte di Astrifiammante.
Dall’altra parte si sente un suono che non è a fuoco e che sembra vetroso e rugginoso, privo di quello splendore cristallino della Nezdhanova, di quella astratta perfezione che da un lato comprova la grandezza e completezza tecnica e dall’altro rende il personaggio. Personaggio qui ben poco aiutato da un demenziale allestimento. Ma anche la più asettica esecuzione da concerto non nasconderebbe i limiti di una voce che non corre e che si ingrossa. E’ questa la tecnica che garantisce in breve tempo noduli e gamma acuta o falsettante o accorciata. La prova dell’assunto sta cantando o provando a cantare Lucia di Lammermoor in questi giorni a Londra.

4 pensieri su “Ancora comparazioni con Astrifiammante. Russia o Germania la sostanza non cambia

  1. La Nezdhanova è formidabile, come ben sapeva tale S. Rachmaninov e come forse aveva intuito, anni dopo, anche tovarish Stalin con la nomina ad artista del popolo. L’altra no. Non sarebbe piaciuta né all’uno né all’altro. Però…. cosa dice Donzelli dell’allestimento!!!!!!!
    Che cattivo!!!!!!!!!!!! Ma come si può osare anche solo pensare di definire demenziale allestimento quello che se non erro è l’ultimo parto della geniale fantasia del genio sommo fra i registi dimoranti sul patrio suolo, id est Michieletto per La Fenice di Venezia. Giudici sicuramente lo redarguirebbe perchè non capisce il profondo senso di tutto ciò.
    Io, per me, non posso che esprimere il mio pensiero con la voce del rag. Ugo Fantozzi
    https://www.youtube.com/watch?v=LTU-lVm2LJM&nohtml5=False

  2. Sulla natura vocale della Regina della Notte (NON Astrifiammante…) vi sarebbe molto da dire, così come della collocazione del Flauto Magico. A patto di uscire dall’ottica vociomane, ricordando che non si tratta di opera ‘all’italiana’ (per quel che può significare).

  3. Ai tempi di Stalin, che di voci se ne intendeva, questa Pudova avrebbe cantato al massimo Annina della Traviata nei teatri della provincia siberiana a mezzo rublo per sera e sei recite settimanali. Giusto perché allora non si buttava via niente 😀

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