In attesa di Fanciulla 3: Mitropoulos- Steber &… Carola

steberQuello che vi presentiamo oggi è uno dei sodalizi artistici più importanti di tutto il novecento alle prese con un’esecuzione di Fanciulla, che non mi pare esagerato definire straordinaria ed irraggiungibile. Straordinaria per l’alto livello musicale espresso, la suggestiva ricchezza del fraseggio orchestrale, la facilità del canto e la varietà del “dire” della protagonista, che esegue la scrittura tanto ostica e pesante di Puccini come se fosse un ruolo semplicissimo. Fu Dmitri Mitropoulos a volere Eleanor Steber a Firenze per la produzione del 1954, con Mario Del Monaco e Giangiacomo Guelfi, la regia dell’inesperto Curzio Malaparte. I due avevano già lavorato molto assieme ed ancora lavorarono in seguito: il genio greco sentiva la Steber come la cantante del suo cuore, come lui stesso le aveva scritto in una dedica dopo l’incisione, anche quella bellissima, delle Nuites d’etè di Berlioz. Per Dmitri “Always!” rispose il volitivo soprano, tanto amato anche da Bruno Walter, Eugene Ormandy ed altri grandissimi direttori. Non provarono molto a Firenze, essendo che Fanciulla andò in scena a metà giugno e Mitroupoulos fu impegnato alla Scala con Elekra ed Arlecchino di Busoni fino alla fine del mese di maggio. Il racconto che la stessa Steber ci ha lasciato nella sua divertente autobiografia ci dice, implicitamente, che nessun problema vocale, tecnico, musicale o comunque attinente la sfera dell’esecuzione sussisteva per artisti del loro calibro. Il problema del soprano americano fu, infatti, quello di poter avere, per il monologo finale del III atto e per l’uscita di scena con Dick, un cavallo docile, che non si impaurisse sulla scena. Il cavallo era per lei una componente imprescindibile del ruolo, non avrebbe mai cantato il terzo atto.…in piedi! La Steber racconta del momento di vero scoraggiamento avuto nel corso delle prove, quando ormai disperava di trovare un animale adatto al palcoscenico: in quel momento pensò di avere fatto un errore ad accettare il ruolo e meditò di lasciare la produzione. Rigenerata dal sonno di un’intera notte portato da un’intera bottiglia di cognac, trovò all’ippodromo de “Le Cascine” Carola, un cavalla bianca, che poteva ben intonarsi ai colori del vestito del suo vestito e, soprattutto, che gradì la prima galoppata col soprano americano mentre questa eseguiva alcune frasi del finale. Nemmeno Mitropoulos ebbe fu in grado di separare Eleanor e Carol dopo un ‘antigenerale del III atto parecchio caotico e alla fine anche Del Monaco dovette mettere da parte la sua paura ed accettare di salire su Carola con la Steber, cavalcando insieme verso il tramonto sulle note finali di Fanciulla. Fu uno dei più grandi trionfi della storia del Maggio Musicale Fiorentino, 10 chiamate al proscenio per sera, la diva che più volte attraversò Firenze a cavallo di Carola.
La direzione del maestro greco che il disco oggi ci documenta è la più varia, suggestiva e tecnicamente perfetta che abbia mai udito dell’opera. Il primo atto un capolavoro di poesia nella lunga scena col coro ed i comprimari che cantano la memoria nostalgica della loro esistenza; clamoroso l’ingresso solare di Minnie e la scena d’amore tra due protagonisti al 1 atto. Il secondo atto, col culmine della partita a carte, dove il ritmo incalzante finiva per diventare parossistico, ben assecondato dalle impennate selvagge degli acuti della Steber, che rendeva a tutto tondo la forza rabbiosa e quasi isterica di Minnie. Ogni scena con Dmitri Mitropoulos divene, in definitiva, speciale, straordinaria, mai udita. Eleanor Steber, assicurata dell’esito finale dalla presenza della sua Carola, esibì il meglio di se stessa, la voce tutta omogenea, grandissima e proiettata in ogni registro, capace di passare l’ampiezza dell’orchestra di Mitropoulos ma anche di imporsi sul coro e lo stesso Del Monaco ( si ascolti il finale in tal senso ), di eseguire smorzature sicurissime ed omogenee ( “Laggiù nel Soledad” ), di caratterizzare sia il lato amoroso che quello volitivo di Minnie, depurato ogni leziosaggine e manierismo. Una Fanciulla del West davvero eccezionale.

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4 pensieri su “In attesa di Fanciulla 3: Mitropoulos- Steber &… Carola

  1. Quanto ai cavalli, fu lo stesso Puccini, alla prima di New York , a volerne otto in scena.Dove Mitropoulos non sara’ mai uguagliato e’ nel finale del secondo atto, dove si sente il direttore che aveva diretto Wozzeck

  2. In effetti un’edizione memorabile: lei si fa perdonare anche il fatto di cannare la battuta decisiva della partita a poker, quando esclama “Due assi e un paio”, con i quali avrebbe perso, invece di “Tre assi e un paio”.

    Ho piuttosto una domanda: ma com’era il volume orchestrale quando dirigeva Mitropoulos?

    U

    • Grande….e si capisce dall’audio. Pare che la Callas si sia lamentata in occasione di quel 2o atto di Tosca….forse perche era già in pessime condizioni. La Steber non dice nulla invece e si capisce bene il perché. Devo dire che anche paragonandola alla Stella del video la Steber pare avere una voce assai più piena della cantante italiana che non era certo una vocina…..

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