Bonaldo Giaiotti (1932-2018)

GiaiottiBonaldo Giaiotti debuttò al Met nel 1960 come sommo sacerdote nel Nabucco (Zaccaria Cesare Siepi il basso ufficiale del Met e di cui Giaiotti era il doppio) e lasciò il massimo teatro americano nel 1989 con alcune recite di Barbiere di Siviglia. Possiamo dire, parlando dei suoi partner che partì da Zinka Milanov per arrivare a Kathleen Battle, passando per la Steber, la Tebaldi, la Bumbry e l’Arroyo. Simile la carriera all’Arena di Verona dove, lasciato il lavoro invernale al Met e nei teatri americani, il nostro cantante si trasferiva per essere la colonna portante in corda di basso delle stagioni, che comprendevano sempre Aida, spesso Nabucco, Forza del destino ossia titoli dove Giaiotti era una assoluta certezza cui si aggiunsero ora Gioconda, ora Simone, che nell’anfiteatro veronese sono certamente più rari . Ed all’Arena di Verona Giaiotti si presentò dal 1963 al 2001. Senza alcuna polemica Giaiotti mise piede in Scala nel 1985 quale conte Rodolfo per una Sonnambula, montata per June Anderson che, complice Gavazzeni, diede del proprio meglio per rendere soporifero il capolavoro belliniano.
Giaiotti è sempre stato una sicurezza per i teatri: disponeva della vera voce di basso, di una preparazione tecnica, che gli consentiva di essere insostituibile o quasi nelle parti verdiane con una predilezione (forse un poco costretta dal carattere e dal tempeamento) per i ruoli sacerdotali e ieratici. La corda satanica gli era assai più estranea. E’ paradossale, ma i bassi oscillano fra Mefistofele e Padre Guardiano ed in generale chi predilige una tipologia poco e con risultati non altrettanto felici veste i panni dell’altra. Poi ci sino le eccezioni ma sono i fuoriclasse come Ezio Pinza o Nazareno de Angelis, nel contempo Mosè e Mefistofele. Il fisico, la voce e la presenza scenica di Giaiotti erano per il sacerdote. Giaiotti friulano è stato l’ultimo di una lunga teoria di bassi friulani o veneti il primo dei quali, ricordato dal disco, fu Navarrini e dei quali oggi pare essersi interrotta la “produzione”.
Ad un certo punto della carriera alternata fra Met ed Arena l’Italia, diversa dall’Arena, dove Ghiaurov era ormai impresentabile, Raimondi più assente che presente (e poi vero basso il simpatico cantante bolognese non lo è mai stato), e Ramey riservato ad altro repertorio si ricordò di Giaiotti. A Bologna il basso friulano fu Fiesco e Giovanni da Procida, a Genova Noè in una ripresa del Diluvio Universale di Donizetti ed a Torino Enrico VIII nella Bolena. Il repertorio praticato nei teatri italiani ci dice che Giaiotti era in grado di spaziare dai ruoli di basso autentico (fu al Met spessissimo il Commendatore) a quelli di basso baritono perchè Enrico VIII sia pure scritto per il relitto di Filippo Galli presenta, quand’anche scorciato dei passi acrobatici del terzetto all’atto secondo una scrittura acuta. Poi possiamo aggiungere per la completezza del ritratto e della memoria di un professionista solido ed esemplare che l’interpreta non era pari al vocalista. Il ruolo del repertorio italiano che per il basso è il paradigma del ruolo da intepretare oltre che da cantare ossia Filippo secondo non fu molto praticato da Giaiotti non lo fu nei teatri dove Giaiotti rappresentava una colonna. Mi stupisco ad esempio che al Met non abbia mai vestito i panni del grande inquisitore per il quale un basso grande Padre Guardiano o Zaccaria trova il suo elemento naturale. Sempre al Met Mardones non fu mai Filippo II. Possiamo anche aggiungere che da un certo punto in poi della carriera gli acuti estremi di Giaiotti tentavano ad oscillare come capita a chi sia richieda tanto al proprio mezzo e mai si risparmi. Una cosa è certa risparmiarsi, presentarsi impreparato, non dare il meglio di sè erano estranei alla personalità ed all’etica di Bonaldo Giaiotti che, senza dubbio, nei teatri italiani non ha avuto quello che la presenza vocale meritava e che avrebbe potuto essere in certo repertorio (penso al Cardinale di Ebrea a Marcello di Ugonotti) un valido motivo per riproporre quei titoli.

Come spesso accade nel corriere della Grisi dobbiamo ringraziare la fornitissima collezione di Nourrit ed il suo tempo per gli ascolti, davvero sontuosi e davvero idonei al ricordo doveroso per chi è stato un vero grande professionista.

Gli ascolti

Vincenzo Bellini

La sonnambula

Atto I

Come noioso e lungo il cammin mi sembrò…Vi ravviso, o luoghi ameni – dir. Carlo Felice Cillario (New York 1972)

Norma

Atto I

Ite sul colle, o Druidi – dir. Oliviero de Fabritiis (Roma 1972)

I Puritani

Atto II
Il rival salvar tu dei…Suoni la tromba – con Sesto Bruscantini, dir. Riccardo Muti (RAI 1969)

Gaetano Donizetti

Lucrezia Borgia

Atto I

Nel veneto corteggio…Vieni, la mia vendetta…Qualunque sia l’evento – con Oslavio Di Credico, dir. Gabriele Ferro (Firenze 1979)

Soli noi siamo…Oh, a te bada – con Leyla Gencer, dir. Gabriele Ferro (Firenze 1979)

Charles Gounod

Faust

Atto III

Le veau d’or – dir. Nicola Rescisco (Caracas 1979)

Atto IV
Qu’attendez-vous encore?…Vous qui faites l’endormie – dir. Nicola Rescigno (Caracas 1979)

Amilcare Ponchielli

La Gioconda

Atto III

Sì! morir ella de’!…Là turbini e farnetichi – dir. Fausto Cleva (Atlanta 1967)

Gioachino Rossini

Mosè

Atto I

Ah dell’empio al potere feroce…Cessi omai dolor cotanto – dir. Edoardo Müller (Firenze 1973)

Atto II

Eterno, immenso, incomprensibil Dio…Celeste man placata…Voci di giubilo – con Christina Deutekom, Umberto Grilli, Giampaolo Corradi, Domenico Trimarchi, dir. Edoardo Müller (Firenze 1973)

Atto IV

Dal tuo stellato soglio – con Giampaolo Corradi, Gabriella Tucci, Ada Finelli, dir. Edoardo Müller (Firenze 1973)

Giuseppe Verdi

Nabucco

Atto I

Sperate, o figli…D’Egitto là sui lidi…Come notte a sol fuggente – dir. Nino Sanzogno (Venezia 1972)

Atto II

Vieni, o Levita – dir. Nino Sanzogno (Venezia 1972)

Atto III

Oh, chi piange?…Del futuro nel buio discerno – dir. Nino Sanzogno (Venezia 1972)

Macbeth

Atto II

Studia il passo, mio figlio…Come dal ciel precipita – dir. Nello Santi (New York 1964)

I Vespri siciliani

Atto II

O patria, o cara patria…O tu Palermo – dir. Thomas Schippers (RAI 1970)

La forza del destino

Atto II

Il Santo Nome di Dio Signore…La Vergine degli Angeli – con Martina Arroyo, dir. James Levine (dir. New York 1975)

Don Carlo

Atto III

Ella giammai m’amò – dir. Armando Gatto (Barcellona 1971)

Il Grande Inquisitor! – con Giovanni Gusmeroli, dir. Armando Gatto (Barcellona 1971)

Aida

Atto I

Mortal diletto ai Numi…Nume custode e vindice – con Placido Domingo, dir. Riccardo Muti (Wien 1973)

Simon Boccanegra

Prologo

A te l’estremo addio…Il lacerato spirito – dir. Giuseppe Sinopoli (Venezia 1981)

Richard Wagner

Lohengrin

Atto I

Hört! Grafen…Gott grüss euch – con Theodore Lambrinos, dir. Berislav Klobucar (New York 1968)

Mein Herr und Gott – con James King, Leonie Rysanek, Christa Ludwig, William Dooley, dir. Berislav Klobucar (New York 1968)

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2 pensieri su “Bonaldo Giaiotti (1932-2018)

  1. Io avevo sentito Giaiotti due volte al Regio di Torino, come Padre Guardiano nella Forza del destino e come Gran Sacerdote nella Regina di Saba di Goldmark.
    Era una vera voce verdiana, una vera voce di basse di quelle che ormai si sentono raramente.
    In particolare nella Forza era stato entusiasmante, perfettamente calato nella parte che era evidentemente sua come poche altre (come si può constatare dall’incisione di Levine).
    Ma quella Forza era nel complesso di un livello tale che oggi ci si sognerebbe, dato che, oltre a Giaiotti, vi cantavano la Casolla, Fissore, Martinucci e Nucci, tutti in forma strepitosa. Mi ricordo, in particolare, l’ovazione del pubblico agli ultimi due dopo il duetto della sfida dell’ultimo atto, in cui non si erano risparmiati in accenti veementi ed acuti. Bei tempi!
    Vorrei infine ricordare che Giaiotti, nel 1973, aveva partecipato all’inaugurazione del nuovo Regio, cantando Procida nei Vespri siciliani, a fianco di Kabaivanska, Raimondi e Montefusco e che, se non erro, a Torino aveva cantato anche il Mosé rossiniano..

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