Concerto di Capodanno – Tito Schipa a New York (1962)

Per rifare il verso al celebre adagio goliardico, potremmo dire: “Chi non Schipa a Capodanno, sente cani tutto l’anno”. In questo addio alle scene americane, il tenore leccese ci insegna che anche quando non c’è più la voce, rimane l’arte, perché la tecnica è sempre presente. Il suo Werther è un esempio per tutti i cantanti che oggi si esibiscono sui palcoscenici e nelle sale da concerto, così come esemplari sono e rimangono Fleta, Gigli, Lauri-Volpi, Lázaro e tanti altri. Scusateci, sapete bene che siamo passatisti!!!
Buon ascolto e Felice 2011 dal Corriere della Grisi!!!

Gli ascolti

Tito Schipa – Concerto d’addio agli Stati Uniti

Town Hall, New York
27/11/1962

Pianoforte: Albert Carlo Amato

Schubert: Ave Maria

Schubert: La serenata

Scarlatti: Pirro e Demetrio Rugiadose, odorose (“Le Violette”)

Haendel: Semele Where’er you walk

Donizetti: L’elisir d’amore Una furtiva lagrima

Donizetti: Don Pasquale Povero Ernesto…Cercherò lontana terra

Flotow: Martha M’apparì

Bixio: Torna piccina mia

Palacios: A Granada

Ruiz: Desesperadamente

Di Capua: I’ te vurria vasa’

Bixio: Vivere

Tosti: Marechiare

Barthélemy: Chi se nne scorda cchiù

Scarpelli-Schipa: Manolita

Vento: Torna

Tosti: Malia

Cilea: L’Arlesiana E’ la solita storia (Lamento di Federico)

Massenet: Werther Pourquoi me réveiller

13 pensieri su “Concerto di Capodanno – Tito Schipa a New York (1962)

  1. la lezione che Schipa ci lascia con questo straordinario concerto d'addio è qualcosa di immenso.
    ci insegna che pur avendo una voce ormai molto limitata per l'età, si può sempre essere dei grandi cantanti e trasmettere grande emozione. ci insegna che per cantare ci vuole il cuore e il sentimento. ci insegna ad uscire con stile, con eleganza ed intelligenza. e soprattutto ci insegna che l'arte del canto è qualcosa di alto e sublime e come tale deve essere trattata e considerata, soprattutto dal cantante.

    mi auguro che per questo nuovo anno i "grandi tenori" di oggi imparino questa grande lezione di vita e musica.

    auguro a tutti voi autori del blog, semplici lettori, nemici e non un anno felice, luminoso e pieno di tanta tanta bella musica….

  2. E' trascorso un solo giorno dalla pubblicazione del post e avete già scaricato il Pourquoi me réveiller dell'anziano Schipa BEN 112 VOLTE! Signori, deve proprio piacervi questo "maestoso rudere"! :)

  3. Siccome io sono uno per cui la voce di Schipa è stata uno dei motivi di fondo della vita, oso avanzare una richiesta.
    Potreste in futuro dedicare un post al Werther di Schipa, magari offrendo da scaricare la selezione dell´opera del 1948?

  4. Sai, Pasquale, non è che si debba arrivare ad uccidere, ma coloro che affermano essere Jonas Kaufmann un grande Werther, non solo indirettamente offendono il ricordo di Tito Schipa, ma soprattutto appalesano la propria passione per una cosa che, eccetto nel nome, è profondamente diversa dall'Opera. Per questo non vale la pena arrabbiarsi. Buon anno pure a loro.

    GbM

  5. GbM, dimentichi Villazon fra i grandi artisti ingiustamente coperti di onori ed elogi! ahaha. sono i grandi applausi che il pubblico riserva loro e l'incapacità e la non volontà da parte dei più di ascoltare artisti pre-callas che fa riflettere sulla fama che oggi godono i veri titani del canto come Schipa, la Muzio, la Arangi Lombardi o
    Pasero. sembra che per il pubblico d'oggi questi siano cantanti troppo legati ad una preistoria che non li riguarda, forse perchè custodi di un canto per loro troppo sofisticato, troppo manierato e lontano dai loro canoni (quali?).

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