All’egre star

Malattie nuove, malattie di lungo corso, malattie intermittenti: una volta si discettava di malanni di stagione, oggi, scorrendo le cronache dei massimi teatri, mutatesi per l’occasione in bollettini medici (declamati prima dello spettacolo da improvvisati camici bianchi), non sarebbe improprio parlare di un’autentica stagione dei malanni. A ogni latitudine i grandi cantanti, quelli prediletti dai pubblici “che contano” non meno che dagli addetti ai lavori, infermano dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina sono risanati – ma la ricaduta è sempre in agguato. Jonas Kaufmann nella Walküre newyorkese, Natalie Dessay Traviata ancora al Met, Marcelo Alvarez nella Tosca in Scala (ma alla debacle della prima è seguita la resurrezione, e la conseguente congrua apoteosi, delle repliche, tuttora in corso), Renée Fleming Arabella a Vienna (cancellato anche il recital al Musikverein), Angela Gheorghiu prevista in concerto alla Salle Pleyel, Anna Netrebko rimpiazzata da Maria Bengtsson nel prossimo Don Giovanni alla Staatsoper di Berlino (quest’ultimo caso sarebbe motivato dal desiderio della signora di consacrarsi per qualche tempo alla famiglia; certo sarebbe stato più professionale, da parte della diva e del teatro, ufficializzare un simile desiderio prima che tutte le previste rappresentazioni registrassero un sold out verosimilmente collegato alla presenza della star). Questi solo gli ultimi casi, ampiamente trattati dai blog tematici (le riviste ufficiali, cartacee o telematiche che siano, giustamente ben si guardano dall’occuparsi di siffatte quisquilie), ma di pochi giorni fa è la cancellazione di Diana Damrau, preventivata e quindi cassata Isabella del Robert le Diable a Londra, e tutt’altro che remoto risulta il doppio forfait della coppia Dessì-Armiliato nella Turandot di Genova, forfait che ha consentito l’esibizione delle quasi settantenni Casolla e Devia, premiate da un bel successo, non esclusivamente di stima. Del pari pimpante la coetanea mitteleuropea delle divine superstiti di casa nostra, Frau Gruberova, attualmente impegnata in un tour europeo, cui seguiranno una ripresa viennese del Devereux e il debutto come Alaide a Monaco di Baviera. Ma forse le signore hanno ben pensato, nei mesi scorsi, di vaccinarsi contro i rigori di questo interminabile inverno, e per questo non soffrono quanto i loro più giovani colleghi, quasi tutti rimpiazzati, nei rispettivi impegni, da cantanti di seconda fila, cover o poco più, senza che la qualità degli spettacoli sia risultata, per concorde giudizio, fatalmente compromessa. I casi sono due: o i rimpiazzi sono di grande qualità, e quindi dovrebbero essere velocemente promossi ai più alti gradi dello star system (che, come si sa, per proprio statuto scopre, valorizza e premia la qualità), o i divi sono… bisognosi di lungo, assai lungo riposo. In ogni caso, buona convalescenza a loro e al loro pubblico.

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29 pensieri su “All’egre star

  1. Ma un Fanta Forfait Made In Corriere Della Grisi a quando? Sarebbe d’uopo per rilassare gli animi, come un thè delle cinque…
    Il (falling) star system è già fuori controllo. Vuoi vedere che ha ragione Lily Bart quando dice basta attendere? :)

  2. E’ proprio vero! Ma avete dimenticato un forfait importante: quello di Norma Fantini che avrebbe dovuto debuttare Norma proprio fra poco a Torino e che invece sarà rimpiazzata dalla Theodossiou!

          • Concordo in pieno con Tamburini, credo che la Damrau valga tanto quanto la Netrebko, è una diva super-osannata dal cosiddetto “grande pubblico”. Per confermare la mia teoria basta vedere il suo “repertorio”: Mozart, Salieri, Verdi, Rossini, Donizetti, Strauss, Wagner, Haendel, Offenbach e Mahler. Come è possibile che una cantante (peraltro del suo livello) riesca a riuscire in tutti questi stili diversissimi tra loro? Per me non è serio….

  3. Infatti, mi ha molto deluso nella LINDA al Liceo, per altro osannata da tutta la critica. Ho di gran lunga preferito la locale -si fa per dire, essendo granadina- Cantarero che, quanto meno, è stata meno autocompiaciuta della supposta bravora e scenicamente più partecipe.
    Se penso che Sant’Alfredo Kraus ha cantato praticamente fino all’ultimo, mentre un cancro al pancreas lo stava già rodendo… ma tant’è, sono io fuori del tempo, visto che il più grande Werther della storia risulta ora essere il Divo Kaufmann perchè mostra … il capezzolo! 😀
    Ridiamo per non piangere.

    • Divina Giulia, alle volte come si recita e canta ne AL CAVALLINO BIANCO, “Meglio val sorridere…”.
      Tu sai che io son pacioso di natura, ma ciò non toglie che certe cose facciano girare gli zebedei anche a me. E quando posso, dove posso, lo scrivo e dico pure 😀
      Cordialità

        • Sapete entrambe che sono considerato, con mio intimo compiacimento, da alcuni “colleghi” un “critico di bassa leva”, non allineato e quel che è peggio in sospetto di “grisinaggine” perchè sostengo, anche quando non condivido i vostri giudizi -ultimamente o vi siete addolciti voi o mi sono incattivito io, boh! 😀 – che costituite una realtà di cui va assolutamente tenuto conto e che non va demonizzata.
          Ma finchè non mi cacceranno via starò sempre ad impiccionare nel mio angolino lateralissimo di platea, come un topolino dietro lo shosi.
          Potrei salire durante gli intervalli però…
          E’ quasi una minaccia! Ahahahaha
          Saluti

          • Io sono d’accordo con il tuo ultimo post su OC (e lo ho scritto) ma non credo che tu possa essere considerato in sospetto di grisinaggine, dato che hai salvato persino Rudy Park nell’Ernani di Bologna. Ma non eri buonista?

          • Amico Pruun!
            Sono “buonista” e me ne faccio un vanto, lo sapete tutti. La mia è la filosofia del bicchiere mezzo pieno, da sempre e risaputamente.
            Gli anni, l’assidua penitenza, le veglie e, negli ultimi tempi, l’astinenza soprattutto scaligera, me lo consigliano e permettono.
            😀
            Scherzi e battute operistiche a parte, ho difeso il buon Rudy Park -gettato alla sbaraglio nell’ERNANI a Bologna, detestato dal direttore titolare, che di fatto non volle dirigere quando Roberto Aronica decise all’ultimo minuto di non cantare, e cedette la bacchetta al sostituto.
            Ho sempre un occhio -ed un orecchio- particolarmente benevolo con coloro che si arrabattono e iniziano tra mille difficoltà la carriera. Ed intravidi in Park un materiale vocale imponente.
            Infatti, successivamente e nello stesso ruolo a Sassari nell’autunno scorso dimostrò di essere maturato e, supportato da un sufficiente numero di prove e da un Maestro direttore che lo sosteneva, si produsse in un’ottima prestazione.
            Impiccionata regolarmente e Madame Brandt qui può dire pure la sua poiché fu ai tempi edotta.
            Viceversa, mi sento un po’ “grisino” -scusate la presunzione :-) – nel bacchettare i potenti, i raccomandati e i presuntuosi.
            Ritengo che nelle mie spedizioni “impiccionesche” il compito principale sia quello di valutare, ricercare e segnalare i nuovi talenti, le voci che vale la pena seguire.
            Quando dico che Rudy Park ha una dovizia di armonici, un suono che in teatro si ascolta di rado, dico la verità. Poi è chiaro che come tutti deve studiare raffinarsi e magari avere le occasioni giuste nei posti giusti.
            Il fatto che in virtù della mia modestissima e defilata recensione di Sassari gli sia arrivato un contratto da Oviedo mi riempe di gioia e di intima soddisfazione. Pensare che è un ragazzone che vive modestamente, che ha addirittura problemi qui da noi per il permesso di soggiorno che coinvolge anche la moglie, e che questo contratto può aiutarlo… Insomma, scusate la divagazione, sarò “buonista” sì, ma con chi ne ha bisogno e se lo merita.
            Saluti e buona domenica.
            PS ma poi chi ha detto che i “grisini” debbano essere “brutti sporchi e cattivi”? 😉

  4. Ci sono anche i forfait ‘lunghi’: la De Liso doveva cantare dal 20 Aprile al 6 Maggio nel Rinaldo a Ravenna, Reggio Emilia, Ferrara. Dopo Ravenna non è arrivata a Reggio e neppure a Ferrara. Meno male che c’è Delphine Galou a sostiturla !

  5. che i grisini siano brutti neri e cattivi lo dicono gli altri. L’ho pure scritto , temporibus illis, in una piccola riflessione, che aggiungeva ai tradizionali reietti (ebrei, negri e omosessuali) i grisini. vedo o meglio vedo attraverso altrui occhi che la campagna di demonizzazioen dei grisino continua pertinace quanto stolida da parte di chi non ha altro argomento per difendere l’ormai indifendibile.
    Non credo, anche perchè li vedo che i grisini godano della qualità che taluni artatamente, arbitrariamente e con poca onestà gli attribuiscono. Credo al contrario che siamo sempre alla fabula fedriana del “peras duas imposuit Juppiter” o a quella, più consona alla mia formazione, neotestamentaria della pagliuzza e del trave nell’occhio. Così adesso i nostri stimati detrattori potranno dire che siamo anche immodesti!

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