VOCI IMPORTANTI: ROSETTA PAMPANINI

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Nel giorno di Ognissanti vi proponiamo l’autentica fede e il genuino fervore dell’orante Rosetta Pampanini. Fede e fervore che sono il frutto vocale di una rigogliosa natura non meno che di un saldo, incrollabile professionismo, lo stesso che indusse la cantante a debuttare nel 1933 (quando era già “la Pampanini” da poco meno di un decennio) il titolo pucciniano nel defilato borgo di Badia Polesine, prima di riprenderlo, fra l’altro, al San Carlo e alla Fenice. D’altra parte, all’epoca, come ebbe occasione di ricordare un’altra paradigmatica Tosca, nei grandi teatri si arrivava “già fatti” e non “da fare”.

11 pensieri su “VOCI IMPORTANTI: ROSETTA PAMPANINI

  1. io non trovo carente il legato, trovo splendida la smorzatura, non prevista, di “fiori agli altar”, che credo sia un’invenzione di una delle prime tosca ossia la carelli e trovo che qualche suono che cade sulla e in zona centrale non sia coperto. Preciso solo alcuni altri sono coperti ed oscurati alla perfezione.

    • Scolpisce molto la pronuncia ma perde di scorrevolezza e tende a spezzare un po’ la linea, in alcuni punti proprio c’è una cesura del suono, già la prima frase ad esempio: viiiiiiii – ss – iiiiiiii – dd’ – aaaarte

      Certo io parlo avendo nelle orecchie il legato magistrale di una Dal Monte, mia cantante preferita (s’intende, non in Tosca)…

      • che il legato della toti sia magistrale ne hai dato di recente un saggio in una penosa esecuzione di una pietosa canzoncina. era tanto esemplare che la signora meneghel eseguiva con fatica terzine e quartine vocalizzate preferendo staccati e picchettati, rigorosamente sotto il do 5, che è notorio poco hanno a ch evedere con un legato magistrale. Il legato perfetto è quello della galli curci fra i soprani di colaratura, della krusceniscka nei lirici e della russ nei drammatici.

        • Quartine e terzine ovviamente non c’entrano nulla con il legato, che è ciò che manca in questa esecuzione del Vissi d’arte della Pampanini. Si sta parlando di canto spianato, non di agilità (sovente rifugio proprio di quelle voci affaticate che non sanno più sostenere frasi legate e spianate), e la Dal Monte nel canto spianato mostra una linea di canto che è INDISCUTIBILMENTE perfetta per la pulizia e per il legato, proprio come ho evidenziato nelle puntate a lei dedicate della mia rubrica. Quella deliziosa ninna nanna in dialetto veneziano è esemplare anch’essa, poiché vi si ammira una cantante anziana prendersi il lusso, dopo anni dal ritiro, di dare una lezione di canto chiaro, legato e ben pronunciato in quella zona della voce (il centro) dove tutte le illustri mollicce farfugliatrici venute soprattutto dopo di lei – che il legato non sapevano neanche dove stesse di casa, il loro canto consistendo in una strascicata elusione della parola – soccombono penosamente. Dalla Dal Monte c’è solo da imparare, perché si canta solo così.

  2. Nemmeno per me è carente di legato. O almeno, non così tanto da dispiacermi. Nell’incipit la sento ritenere, questo sì.
    Donzelli, di “e” scoperte non me ne arrivano, puoi fare un esempio? Anche fosse, tuttavia, come ripeto sempre, la perfezione non esiste e men che meno è da esigere da un cantante.
    Viva la Pampanini!

    • sul viva la pampanini sono d’accordissimo, anche se non era claudia muzio e se l’abbiamo proposta in una pagina di un titolo che per presunti limiti temperamentali affrontò con parsimonia rispetto ad una maddalena dello chenier ad esempio.
      Per l’altro punto il difetto sta quasi sempre sul si 3 ovvero in man furtIva (a 30″), sempre (a 1’04”), fe sincEra (a 1’22”) oltre che sul sol 3 di preghiera ( a 1’11”) e meno marco sul mi4 di “diedi” (2’03”)
      ciao dd
      ps guarda che sono peli nell’uovo. avessimo oggi la pampanini

  3. Ha fascino, personalità e temperamento, si. Fa delle cose bellissime come i “fiori agli altar” ed anche il “perche me ne rimuneri così?” e nel prossimo momento rimane abbastanza banale e poco pareggiata come cantante. Devo dire che non mi ha mai al convinto 100%

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