ARNOLD I: FRANCESCO TAMAGNO

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L’unico vero difetto vocale di Francesco Tamagno, in queste incisioni che lo colgono a fine carriera e quasi alla fine della sua esistenza terrena, è la presenza di qualche marcata nasalità, in particolare sulla vocale A in zona acuta. Per il resto, fa impressione sentire la voce del creatore dell’Otello verdiano, dopo decenni di onerosissima carriera e superati i cinquant’anni d’età, reggere ancora una pagina come questa senza ricorrere ad abbassamenti di tonalità, con suono fermo e intonazione sicura. Félia Litvinne, dopo aver cantato al suo fianco nel Tell, lo definì “una force de la nature”, e “tragédien grandiose”. Le nostre orecchie ubriacate da cinquantennale malcanto possono restare perplesse di fronte ad un suono così aperto, chiaro, naturale, che dal vivo riempiva i teatri (facendosi sentire fino all’esterno di essi). La parola proferita con questa larghezza di fraseggio, con questa cristallina chiarezza e scolpitura di pronuncia è l’aspetto forse più entusiasmante ed istruttivo. Preziosa testimonianza di una civiltà vocale ormai scomparsa.

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