Per la presa della Bastiglia.

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Rouget de Lisle

Chant de guerre pour l’armée du Rhin (La Marseillaise)

Emma Calvé

Fyodor Chaliapin

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La morte tutt’altro che inattesa di Lorin Maazel ci ha obbligato a far slittare di 24 ore l’omaggio al 14 luglio con l’inno che è il modello, il paradigma degli inni nazionali per quelle nazioni nate da Illuminismo e Romanticismo: LA MARSIGLIESE.  L’impatto, la capacità di evocare gli aneliti nazionali, la liberazione dell’ancien regime sono la forza di questa pagina musicale, che ancor oggi entusiasma. Talmente universale il suo messaggio che chiunque, sia pur animato dall’amor di patria può cantarlo. Perché in questa rassegna abbiamo l’omaggio degli stranieri (Chaliapin ed Alda) all’inno nazionale per eccellenza, il canto ore rotundo della signora bene, che si improvvisa rivoluzionaria (Emma Calve), quello di una suddita delle colonie (issata maldestramente su un carro, molto da festa del buo grasso di verdiana memoria)  e quello patriottardo, con la valenze retorica del termine, che sgorga dalle ugole di Note, Thill e Journet rappresentanti della Francia fra Sedan e la Marna sino a quello popolare, spontaneo, dal cuore di Edith Piaf, che canta la Francia, ma la canta con chiaro riferimento ad un momento in cui liberare la Francia (come l’Italia o i Paesi Bassi) significava liberarsi  da un terribile incubo, che dobbiamo sempre vigilare a chè rivestito e mutato non si ripresenti! Se, poi, devo fare la scelta vocale al primo posto lo squillo, l’ampiezza, la solennità di Leon Melchisedec, che canta quella Francia che ad un suo correligionario (Dreyfuss) fu, a torto,  ostile e matrigna.

 

6 pensieri su “Per la presa della Bastiglia.

  1. Mancini! A volte il livello del tuo conservatorismo mi sorprende!

    Invece di magnificare re Luigi XVIII e compagnia bella mi piacerebbe avere una tua opinione sul canto di Edith Piaf in Ca Ira!
    Ascoltando mi sembra canti correttamente, anche se non è un brano in cui si possano trovare difficoltà abissali…
    Grazie!

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