Gli Ugonotti XXIX: duetto d’amore atto IV: Karl Jorn – Emmy Destinn

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Se lui era famoso, lei è una cantante di levatura storica, esempio del passaggio della vocalità dal romanticismo al Verismo. Eseguono una larga sezione del duetto e rendono, forse più della coppia di ieri, la vocalità tipica dei grandi cantanti di area middleuropea, che frequentavano il repertorio italiano e francese di cui il grand-opéra era la punta di diamante. Diciamo subito che la Destinn coglie bene il personaggio, ma la disperazione di Valentina oltre che di una cospicua varietà di colori si connota anche di suoni fissi e di qualche accento plateale e verista e poi va precisato che per voci importanti come quelle dei soprani di forza le registrazioni dei primi del ‘900 depaupervano il timbro di sonoità e velluto. Lui, invece, è castigato, elegante, eroico nel senso completo del termine, dotato di bellissimo timbro, forse non come quello straordinario di Slezak, sempre esatto nel frase e nel senso della stessa (vedi la famosa profferta erotica di “dillo ancor che m’ami” dove capiamo bene che sia il canto amoroso). Salvo la manomissione della linea musicale pur di emettere il re bem della cadenza “ah vieni” dove però dopo un attenco approssimativo si prende il lusso di rinforzare la nota: straordinario.

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