dieci anni di Grisi

Il trenta di settembre, se la memoria non fa difetto (attesa l’età perchè anche i fantasmi la sentono), sono dieci anni che nel web è presente Giulia Grisi ed il suo corriere. I motivi diciamo interni e personali per festeggiare riguardano, appunto, gli autori quelli della prima ora, quelli aggiunti nel tempo, quelli persi e quelli oggi silenti, speriamo temporaneamente.
Non tocca a me dire se ed eventualemnte che cosa rappresenti il corriere della Grisi. Credo che lo dicano gli insulti, le menzioni sui giornali dopo le serate calienti ora milanesi ora pesaresi, ora in teatri di provincia oltre che i cospucui costanti ingressi. Rappresenta una voce fuori dal coro. I Grisini non fanno parte del coro occupandosi di ben altro nella vita quotidiana ed avendo avuto il buon gusto, quando si sono occupati professionalmente del mondo della musica, di dileguarsi.
La scelta di essere fuori dal coro è diretta derivazione della passione. E’ un immenso dolore leggere recensioni dettate dagli uffici stampa, non avere contezza di un pubblico, motivato dissenso, insomma vedere irregimentato, colonizzato il mondo della cultura, quello che i politici cianciano debba essere implementato come se fossimo così cretini da non capire che è l’ultima mangiatoia rimasta in un paese dove al classe politica con zelo esemplare si è data da fare per distruggere tutto ciò che poteva rappresentare un motivo di vanto, gloria ed eccellenza.
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Questa è la dolorosa realtà che vediamo, viviamo, subiamo questo è stato il motivo per cui fuggiti e bannati in grazie delle dissonanti opinioni da luoghi di peana i primi di noi hanno pensato al corriere della Grisi. Giusto omaggio ad una cantante storica ed all’unica signora del gruppo diciamo dei fondatori, già altrove nota con il nick name della capinera di Lombardia, come la definì, dedicandole un walzer, Luigi Arditi.
Ma, principiando le celebrazioni, devo dire che il motivo di celebrazione per me è ben altro, essendo quanto detto sopra la causa della nascita del corriere e della sua impostazione, credo mai tradita. E’ quello dell’opportunità di crescita cultura che il confronto costante perchè dirlo quotidiano è troppo poco, con gli altri cosiddetti grisini assai più giovani di me dai quali ho imparato a riascoltare la musica sinfonica; ho imparato che al di fuori dei nomi della storia e delle case discografiche e magari oltre cortina vi erano concertisti, direttori di levatura storica, grandi, sommi; ho imparato che nella storia del canto Rodolfo Celletti, certamente un maestro, forse una persona amica, ci aveva insegnato un metodo ed un modo di ascolto, ma al di fuori dei suoi studi vi erano grandissimi cantanti, che Celletti non aveva potuto ascoltare, pur avendone esistenza e carriera come testimonia il suo archivio che, per traverse strade, oggi sta in casa di DD e GG; ho imparato che al di là del repertorio caro alla mia generazione ovvero Rossini serio e il primo ottocento, vi fosse musica che illuminava la conoscenza di periodi della tradizione culturale italiana, magari apprezzati e amati in altre discipline. Di questo non delle citazioni giornalistiche o delle richieste di incontro di sovrintendenti teatrali elevetici, regolarmente ignorate ho vero motivo di rallegrarmi.
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Gli ascolti ci vogliono e sono ovviamente la Lucia di Lammermoor perchè alla storia esecutiva presso il Met fu dedicato il primo articolo del Corriere, Maria Yudina che delle rivelazioni di cui sono grato agli altri è la più cara, Charlotte von Seebook in un lacerto di Lucrezia Borgia perchè il soprano ungherese ci ricorda che il grande canto italiano ed all’italiana aveva davvero invaso il mondo.
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12 pensieri su “dieci anni di Grisi

  1. ¡Felicidades a los fundadores y a todos los colaboradores del blog! Es un auténtico placer leer casi a diario reflexiones sobre el arte de la ópera y del canto. Es un placer encontrar siempre bellas e interesantes audiciones, seleccionadas con criterio y gusto. Sobre todo es un placer encontrar esa “voce fuori del coro” que nos ayuda a aprender, escuchar y razonar. Y es, asimismo, un honor, así como una responsabilidad, haber podido hacer alguna pequeña y humilde contribución desde Barcelona.

  2. Tanti auguri per questo traguardo! Dieci anni di lavoro sono davvero tanti.
    Per quella che la mia esperieza con Voi – e, ovviamente, solo della mia esperienza posso parlare :-) – Vi ringrazio molto, poiché siete sempre una fonte di riflessione. A volte mi trovo in disaccordo; ma ho imparato che, a conti fatti e per quanto sia umano e sano cercare conferme, le persone che ti regalano di più sono quelle che magari ti irritano, ma ti lasciano qualcosa su cui riflettere – se ti irritano e basta, non vale :-). E anche, che ti aprono nuovi orizzonti. Ho sempre avuto una passione per gli arstisti d’oltre cortina; ma non si finisce mai di imparare e di scoprire. E chi, anche solo per ragioni anagrafiche, ha esplorato un certo territorio prima di te, sicuramente può indicarti nuove strade da percorrere. Poi, se dovessi indicare un mio pregio, direi sicuramente la curiosità. Quindi, leggere le vostre dotte e sapienti ricostruzioni delle prassi esecutive (ho molto apprezzato la serie di articoli sul Siège – poi commento poco, ma perché sono asociale anche dal punto di vista informatico), sul repertorio non operistico (bellissimi gli articoli sulle sonate di Schubert, per fare un esempio fra i molti), e anche le vostre puntuali cronache dai molto sofferenti teatri italiani e non è sempre bello.
    Quindi grazie ancora.

    • te lo possso dire le siege , che non è ancora finito perchè abbiamo l’ultima puntata da predisporre è solo l’antipasto di una ben più ampia riflessione sulla storia esecutiva di un altro titolo rossininano….. basta aspettare un po’ ciao dd

  3. Grazie per il vostro lavoro, nella critica traspare sempre competenza. Avanti così, senza mai prostrarsi a potenti e prepotenti, tanto a noi i biglietti non ce li regaleranno mai… e se non possiamo permetterceli, ci facciamo le code. Buon compleanno “Corriere”.

    • sei sempre splendida cara zia Lily. grazie di cuore, ma il melomane incallito quando pensa all’ultimo giorno pensa a quello di Pompei ed immagina l’ ultimo giorno della lirica come un centone musicale. ciao

  4. Io vi ho conosciuti quattro anni fa quasi per caso, e da allora ogni giorno entro nella speranza di trovare qualche nuovo articolo. Ho imparato una quantità di cose davvero impressionante, per non parlare della qualità e degli argomenti trattati (un articolo della Grisi sul rapporto fra Semiramide e tutte la arti contemporanee dell’epoca l’ho stampato e passato ai miei migliori amici). Mi faccio spesso scrupolo ad intervenire, dato che non ho la vostra preparazione, ma solo la passione per l’opera che, è una delle eredità più preziose che mi hanno lasciato i nonni (sia materni sia paterni). Spero continuerete ancora a lungo!
    PS: Donzelli, mi fa piacere che tu abbia riscoperto la musica sinfonica…per caso sei riuscito ad ascoltare le sinfonie di Mahler dirette da Neumann ? :-)

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