Fra Diavolo: introduzione.

Questa sera l’Opera di Roma propone Fra Diavolo di Auber. Lo propone nella versione francese ovvero quella che andò in scena il 28 gennaio 1830 all’Opéra Comique. Fra Diavolo, però, circolò per oltre un secolo in versione italiana, all’uopo tradotta in russo o in tedesco per il banale motivo che questa versione consente ai protagonisti sia maschile che femminile maggiore sfoggio delle proprie qualità vocali. Non per nulla Rodolfo Celletti nei testi di commento dell’ edizione di Martina Franca di Fra Diavolo parlò di grand-opéra comique con riferimento alla versione londinese. Così lo eseguirono tutti i più grandi tenori dell’Ottocento sino a de Lucia e i loro ultimi epigoni di area tedesca e russa ne hanno lasciato testimonianza grandiosa. Grandissima e grandiosa perché testimonianza di una qualità tecnica oggi persa che diviene testimonianza di gusto ed interpretazione. L’ altro motivo della fama del capolavoro brillante di auber viene dal cinema. Tutti sanno che nel 1933 Stan Laurel ed Oliver Hardy vestirono i panni dei due servi Giacomo e Beppo aggiungendo alla vicenda del bandito gentiluomo e seduttore le loro misurate ed indimenticabili gag.
Da oggi in poi e non con riferimento al solo protagonista il Corriere presenta una serie di ascolti, testimonianza di due aspetti, il primo più scontato ovvero la sopravvivenza del titolo per almeno un secolo dopo la prima, la seconda non facile a comprendere ovvero che i 78 giri sono testimoni di grandi interpreti.

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