I due lustri della Grisi

Quest’anno il Corriere della Grisi spegne le sue prime dieci candeline: già due lustri di critica informata e coerente, la perfetta antitesi, insomma, di quel che resta della critica musicale italiana, quell’acritica critica togata così sovente superficiale e costantemente prona nei confronti dei teatri (i biglietti gratis fanno comodo) e dei cantanti (i cui like su fb hanno notoriamente poteri taumaturgici).

Al Corriere della Grisi e ai suoi autori sono legato da un profondo sentimento di gratitudine, dal momento che sono stati per me un punto di riferimento fondamentale nell’approccio al mondo dell’opera e nella maturazione di una sensibilità estetica ben precisa. Allo stile delle recensioni, generalmente salace e schietto, si sono sempre coniugati acuti spunti di riflessione e puntualissime disamine storiche che hanno saputo scalfire l’approccio sommario che generalmente impera tra i “critici” musicali. Che la densità di contenuti offerti dal Corriere sia incredibilmente maggiore rispetto a qualsivoglia concorrenza potrebbe sembrare considerazione banale, ma non ho tema di spingermi oltre: per quanto mi riguarda, alcuni articoli sono da considerarsi dei veri e propri saggi, uno κτμα ς εί per dirla con Tucidide (e chissà se il web riuscirà ad accrescere pragmaticamente il valore semantico di “sempre”!).

Infine, una parola di ringraziamento è rivolta ai fondatori e agli autori del blog i quali, prima come inconsapevoli appassionati maestri, poi come squisiti amici seppur fisicamente lontani, hanno goduto e godono del mio affetto e della mia più alta considerazione. Con la speranza che il Corriere della Grisi possa costituire ancora a lungo e per molti un lido di conoscenza, coerenza e dialogo, regalo ai lettori i seguenti ascolti:

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7 pensieri su “I due lustri della Grisi

  1. Ritenere che la critica musicale italiana e magari internazionale sia condizionata nei suoi giudizi dall’ottenimento di biglietti gratis mi sembra una semplificazione piuttosto grottesca. Al cinema succedeva ( non so se succede ancora ) addirittura il contrario: un film ben recensito era tenuto alla larga dal pubblico. Notoriamente il pubblico non legge le recensioni e se le legge se ne infischia bellamente: detesta il parere della critica e tendenzialmente si muove in direzione opposta . E’ ovvio che ci siano forme di piaggeria e ossequio verso il potere ( e non solo tra gli intellettuali italiani ) tuttavia credo che le motivazioni siano un tantino più sofisticate della corsa al biglietto gratis. Né a mio parere si fa un gran favore al Corgirsi con esaltazioni esorbitanti: gli unici, gli incredibilmente maggiori di qualsivoglia concorrenza. Ho sufficiente stima per gli autori di questo blog per pensare che non siano dei mitomani.

    • Basta vedere chi è cosa accreditano i teatri ed è presto detto. Basta vedere e conoscere chi scrive e xosa scrive certa gente di certi, evidentemente mossa dalmbisogno di contare e sedersi a tavola, loro si, con chi ammirano perché è famoso. Tempo fa una giornalista dose che alcuno big avrebbero contratti speciali diretaente coi teatri…..che le conferenza prespattacolo l’utente remunerate sarebbero un altro strumento per……..guardate ed osservate…..e meditate

  2. Fa piacere leggerti David,sei uno degli ultimi autori arrivati ,ne approfitto di questo spazio sotto il tuo post , leggere anche ( in questa ricorrenza dei dieci anni ) una considerazione di Marianne che è da molto che non scrive

  3. I tempi che stiamo vivendo, purtroppo, a tutti i livelli (dalla politica all’economia, dall’università alla religione, alla cultura e financo allo sport) mostrano tutt’intorno un deserto di cialtronaggine nel quale inesorabilmente veniamo inghiottiti. Complimenti dunque a chi riesce ancora ad essere indipendente, preparato e puntuale nei propri giudizi.

  4. Auguri e ad maiora al Corriere! Da vecchio amico di DD e GG posso solo condividere l articolo di David, aggiungendo che questo blog e oggi l unica fonte informativa che mantiene viva la mia passione per l opera. Pur rientrando nella più generale crisi della carta stampata, mi sembra che il livello delle recensioni si stia progressivamente abbassando, con un wording che ormai va bene per qualsiasi cosa ed um tono di compiacimento per appartenenza ad una pseudo elite imbarazzante

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