Quaresimal XXXIII: Magdalena Kozena

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Ovvero, la dimostrazione (in negativo) che la qualità del suono influisce direttamente sull’efficacia dell’espressione. Abbiamo udito, negli anni, Carmen ora ammiccanti, ora marcatamente sensuali, alcune così esplicite nel loro essere (o per meglio dire, posare da) femme fatale, da risultare forzate e caricaturali. Ma quello che Lady Rattle (come la signora deve essere chiamata in ossequio al canone dell’aristocrazia britannica) propone in questa performance televisiva segna una dimensione del personaggio finora inedita: l’insignificanza assoluta. Non c’è in questo suono tutto in bocca e privo di consistenza (specie in prima ottava), con sistematiche stonature dal do centrale in su (sentire l’attacco), miagolii spacciati per piani e pianissimi, fiati corti e dizione affettata da esame di riparazione alla Maison Française, una sola traccia della vitalità del personaggio, qui connotato da una marcata e catatonica fissità. Sentire, per contro, come un’altra voce, in natura modesta, affronta le non certo trascendentali frasi del brano, dando vita a una lettura che è classe pura:

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