300.000: una festa napoletana

La cucina napoletana è, dagli antipasti ai dolci, fra le più fantasiose, colorate e varie d’Italia. Tale caratteristica vale identica per la tradizione musicale partenopea.
In musica ed in cucina vivono e convivono usanze e tradizioni popolari e nobili al tempo stesso. Quello che nasce nel popolo spesso approda all’accademia.
E quindi persino due grandi come Salvatore Di Giacomo e Francesco Paolo Tosti si cimentarono con la tradizione popolare rivisitata, il primo predisponendo un testo letterario e l’altro mettendolo in musica.
Abbiamo, insomma, nella famossima “Marechiare” una sorta di salotto che si apre verso l’aria aperta. Quasi che i signori si concedano divertimenti, che per tradizione pertengono al popolo ed alla sua specifica tradizione.
Ecco perchè Marechiare ha ispirato a noi del Corriere della Grisi un parallelo con i piatti della cucina partenopea, ove, come detto nell’incipit, convivono e si incontrano tradizione popolare e nobile.
Non abbiatevene a male: ciascuno dei cantanti, che si esibiscono in Marechiare ci ha evocato un “pezzo forte” della gastronomia napoletana.
E questo abbinamento, che è affettuoso e deferente, nonostante tutto è stato scelto per celebrare i 300.000 ingressi al nostro sito. Inaspettati e non per falsa modestia o per indurre alla captatio, ma perché abbiamo fatto in soli quattro mesi ben 100.000 accessi.

Ecco il menù:

– Fritto misto (crocché, carrozze di mozzarella e provola, fiorilli e palla di riso): ROSA PONZILLO, in arte ROSA PONSELLE;

– Crostata di tagliolini alla glassa: Don FERNANDO de LUCIA;

– Carne alla genovese: TITTA RUFFO;

– Parmig(g)iana di melanzane: EBE STIGNANI;

– Sfogliatelle: TITO SCHIPA;

– Babà: BENIAMINO GIGLI;

– Rosolio: CARLO BUTI;

– Ammazzacaffè straniero: JOSEPH SCHMIDT.

Se ritenete i nostri accostamenti inopportuni, non vogliatecene male.
Musica e buona cucina hanno, crediamo, un intimo rapporto.
Spesso si accompagnano ed incontrano assai bene.
Entrambe, in quanto prodotti di altissimo artigianato, per essere grandi e degne di memoria hanno necessità di una grande abilità nell’esecuzione.
Ed è quello che, ciascuno nel suo genere e nel suo modo ora più nobile, ora più popolare, offrono questi signori, che nella nostra immaginazione stanno la sera su una terrazza con la vista del Golfo e il desiderio di divertirsi e divertirci con la nobile arte del canto.

Il testo (di Salvatore di Giacomo):

Quanno sponta la luna a Marechiare
pure li pisce nce fann’ a l’ammore,
se revotano l’onne de lu mare,
pe la priezza cagneno culore
quanno sponta la luna a Marechiare.

A Marechiare nce sta na fenesta,
pe’ la passione mia nce tuzzulea,
nu carofano adora int’a na testa,
passa l’acqua pe sotto e murmuléa,
A Marechiare nce sta na fenesta.

Chi dice ca li stelle so lucente
nun sape l’uocchie ca tu tiene nfronte.
Sti doje stelle li saccio io sulamente.
dint’a lu core ne tengo li ponte.
Chi dice ca li stelle so lucente?

Scetate, Carulì, ca l’aria è doce.
quanno maie tanto tiempo aggio aspettato?
P’accompagnà li suone cu la voce
stasera na chitarra aggio portato.
Scetate, Carulì, ca l’aria è doce.

La traduzione (di Rocco E. Pagliara):

Quando sorge la luna a Marechiare,
perfino i pesci tremano d’amore,
si sconvolgono l’onde in grembo al mare,
e per la gioia cangiano colore,
quando sorge la luna a Marechiare.

A Marechiare sorride un balcone,
la passione mia vi batte l’ale:
l’acqua canta di sotto una canzone,
un garofano olezza al davanzale.
A Marechiare sorride un balcone.

Chi dice che le stelle son lucenti,
degli occhi tuoi non vide lo splendore!
Li conosco io ben quei raggi ardenti!
Ne scendono le punte in questo core!
Chi dice che le stelle son lucenti..?

Destati, che la sera è tutto incanto,
e mai per tanto tempo io t’ho aspettata!
Per accoppiar gli accordi al mesto canto,
stasera una chitarra ho qui portata!
Destati, che la sera è tutto incanto.

Gli ascolti

Tosti – Marechiare

Carlo Buti
Fernando De Lucia
Beniamino Gigli
Rosa Ponselle
Titta Ruffo
Tito Schipa
Joseph Schmidt
Ebe Stignani

5 pensieri su “300.000: una festa napoletana

  1. Beh, l'accostamento è a dir poco azzeccato, tant'è che a Parigi, in quai Hotel de Ville, al ristorante "bel canto" i giovani studenti dell'Accademia servono le portate intonando arie d'opera. Probabilmente già lo conoscerete, ma è recente un'apertura anche a Londra di un locale dello stesso tipo (per altro, gestito dagli stessi proprietare francesi). Buon complecontatto! A presto!

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