Le favole di Giulia Grisi, terza puntata: Il primo Maggio Musicale Fiorentino

Proseguono le favole di Giulia Grisi, per la gioja degli ascoltatori e per sentimenti assai meno nobili di organizzatori di spettacoli e pubblico piamente illuso che solo oggi si faccia arte totalizzante e non solo emissione di note e che le note di oggi siano migliori di quelle di allora.

Siamo alla prima edizione del Maggio Musicale Fiorentino anno di Dio 1933 e, secondo al moda del tempo XI dell’E.F., che certo non lesinava contributi per la cultura, atteso che oltre ad implementare il Reale dell’Opera per motivi esclusivamente politici, fu alquanto prodigo con il nascente festival fiorentino, che faceva proprie idee recenti, fresche ( le stesse che oggi a quasi ottant’anni di distanza si vuol gabellare per nuove) e certo ben lontane da quelle del regime, appartenendo alla repubblica di Weimar.
L’elenco delle sole produzioni operistiche è impressionante tenuto anche conto del lasso di tempo quaranta gioni in cui realizzate.

22, 23, 27 aprile 1933
Giuseppe Verdi: NABUCCO
Nabucco: Carlo Galeffi
Ismaele: Alessandro Dolci
Zaccaria: Tancredi Pasero
Abigaille: Gina Cigna
Fenena: Ebe Stignani
Il gran sacerdote: Giulio Tomei/Mario Mari
Abdallo: Luigi Cilla
Anna: Gabriella Gatti
direttore Vittorio Gui
regia Carl Ebert
scene e costumi Pietro Aschieri

24, 26, 29 aprile 1933
Gaetano Donizetti LUCREZIA BORGIA
don Alfonso d’Este: Tancredi Pasero
donna Lucrezia Borgia: Giannina Arangi Lombardi
Gennaro: Beniamino Gigli
Maffio Orsini: Gianna Pederzini
Jeppo Liverotto: Emilio Venturini
don Apostolo Gazzella: Sergio Cocciubei/Giacomo Merletta
Ascanio Petrucci: Amleto Galli
Oloferno Vitellozzo: Sante Messina
Gubetta: Attilio Bordonali
Rustighello: Luigi Cilla
Astolfo: Mario Mari
direttore Gino Marinuzzi
regia Guido Salvini
scene e costumi Mario Sironi

4, 7 maggio 1933
Gaspare Spontini : LA VESTALE
Licinio: Alessandro Dolci
Giulia: Rosa Ponselle
Cinna: Piero Biasini
Il sommo sacerdote: Tancredi Pasero
La Gran Vestale: Ebe Stignani
direttore Vittorio Gui
regia Carl Ebert
scene e costumi: Felice Casorati

14,16 maggio 1933
Giuseppe Verdi: FALSTAFF
Falstaff: Giacomo Rimini
Ford: Ernesto Badini
Fenton: Dino Borgioli
Cajus: Luigi Cilla
Bardolfo: Giuseppe Nessi
Pistola: Giulio Tomei
Alice Ford: Rosa Raisa
Nannetta: Edith Mason
Quickly: Elvira Casazza
Meg: Nadia Kovaceva
direttore: Victor de Sabata
regia Giovacchino Forzano
scene e costumi Antonio Valente

23, 27 maggio 1933
Gioachino Rossini: LA CENERENTOLA
don Ramiro: Dino Borgioli
Dandini: Ernesto Badini
don Magnifico: Ezio Pinza
Clorinda: Laura Pasini
Tisbe: Nadia Kovaceva
Angelina: Conchita Supervía
Alidoro: Carlo Scattola
direttore Tullio Serafin
regia, scene e costumi Guido Salvini


25,28, 30 maggio 1933
Vincenzo Bellini: I PURITANI
Gualtiero Valton: Carlo Scattola
Giorgio : Ezio Pinza
Arturo Talbo: Giacomo Lauri-Volpi
Riccardo Forth: Mario Basiola
Bruno Robertson: Adrasto Simonti
Enrichetta di Francia: Nadia Kovaceva
Elvira: Mercedes Capsir
direttore: Tullio Serafin
regia Guido Salvini
scene e costumi Giorgio de Chirico

Non credo ci siano molti commenti da fare. Nel lasso di un mese il pubblico fiorentino sentiva i maggiori soprani drammatici in carriera, due dei più famosi bassi del momento ed i due tenori che, da sempre, si contendevano nel vecchio e nuovo mondo la palma del più grande tenore del mondo.
Quanto alle bacchette Serafin avrà anche avuto il vizio della forbice, come ha scritto Philip Gossett, ma intanto proponeva un titolo che nanche nel momento aureo della Renaissance rossiniana avrebbe avuto a disposizione un cast maschile di quel livello. Mi riferisco sopratutto al Don Magnifico di Ezio Pinza, vero basso in un ruolo buffo come nell’Ottocento erano stati Filippo Galli e Luigi Lablache.
E poi possiamo non condividere la poetica di De Chirico, Sironi e Casorati, ma per la prima volta (allora la prima volta!) venivano coinvolti i massimi rappresentanti di altre arti per offrire qualcosa di più e di nuovo in una rappresentazione operistica.
Il passato non è necessariamente meglio del presente, ma offre spunti di riflessione. Ci aiuta, magari, a capire che sbagliano coloro i quali pensino che la panacea per lo spettacolo d’opera sia il grande regista, il pittore famoso trasformato in scenografo. Oggi che l’asserito teatro di regia è indispensabile ed insostituibile a tutte le latitudini vediamo spettacoli uguali quale che sia l’autore e sentiamo esecutori in palcoscenico ed in buca che nessun genio della regia e della scenografia può aiutare a raggiungere la sufficienza. La ricetta che per primo in Italia applicò il Maggio Musicale è, come i tagli di Serafin, figlia di un’epoca, dove, però, stavano sul palcoscenico, magari in pose statuarie e con la mano sul cuore Rosa Ponselle o Giacomo Lauri-Volpi.
Buon ascolto dei reperti!

Gli ascolti

Donizetti – Lucrezia Borgia

Prologo – Com’è belloGiannina Arangi-Lombardi

Atto II – M’odi, ah, m’odiGiannina Arangi-Lombardi

Bellini – I puritani

Atto I – A te, o caraGiacomo Lauri-Volpi

Atto II – Cinta di fioriEzio Pinza

Rossini – La Cenerentola

Atto II – Nacqui all’affanno Conchita Supervia

Spontini – La Vestale

Atto I – E’ l’Amore un mostro, un barbaroEbe Stignani

Atto II – Tu che invocoRosa Ponselle

Atto II – O Nume tutelarRosa Ponselle

Verdi – Nabucco

SinfoniaVittorio Gui

Atto II – Vieni, o LevitaTancredi Pasero

Atto II – Chi mi toglie il regio scettroCarlo Galeffi

Atto IV – Dio di Giuda Carlo Galeffi

Verdi – Falstaff

Atto I – L’onore! LadriGiacomo Rimini

17 pensieri su “Le favole di Giulia Grisi, terza puntata: Il primo Maggio Musicale Fiorentino

  1. ….alla faccia di chi "blatera" di un passato con i fondali di cartapesta, e che crede (o vuole far credere) che prima della pretesa "rivoluzione" del teatro di regia (l'eurotrash), si fosse una specie di terzo mondo teatrale! Ma meglio non farsi illusioni, ci sarà sempre qualcuno che preferirà gli orinatoi e le fellatio simulate in opere del '700, alle prospettive di De Chirico…

  2. Nel 1933

    6 titoli

    Nel 1933

    Primo Verdi-Donizetti-Spontini-Ultimo Verdi-Rossini

    Nel 1933

    Galeffi, Pasero, Cigna, Stignani (FENENA!!!GRAN VESTALE!!!), Gatti (ANNA!!!), Gui, Arangi-Lombardi, Pederzini, Gigli, Marinuzzi, Ponselle, Casorati, Rimini, Borgioli, Raisa, de Sabata, Forzano, Pinza, Supervia, Serafin, Lauri-Volpi, Basiola, Capsir, De Chirico….

    15 recite
    ———————————–
    Nel 2010

    3 opere

    Strauss, Mozart, Betta

    10 recite

    Kerl, Pieczonka, Braun, Dohmen, Pankratova, Mehta, Kokkos, Kaiserfeld, Reiss, Schneider, Conners, Muraro, Muti (Chiara), Stanisci, Allegretta…

    C'è qualcosa che non va.

    Marianne Brandt

  3. ci sono tante cose che non vanno. sarebbe bello poter godere di quel passato anche se lontano, senza sentire sempre l'istintivo impulso di paragonarlo al nostro presente.
    ma non facciamo di questo blog un muro del pianto…ahah

  4. Quello che dite sul primo maggio Musicale Fiorentino è vero. Comunque la "Frau ohne Schatten" a cui ho assistito ieri sera si è giovata in primo luogo di una direzione d'orchestra superba, con una compagine orchestrale veramente degna di essere paragonata alle migiori compagini europee (tanto per essere chiari, di gran lungta superiore all'orchestra scaligera). E poi. Il Kaiser e la Amme erano insufficienti. Ma non altrettanto si può dire della Faerberin, della Kaiserin e di Barak i quali, senza essere cantanti storici, erano dei dignitosi professionisti, sempre sostenuti da una direzione attentissima alle loro loro esigenze. Si aggiunga uno spettacolo veramente suggestivo; si avrà il quadro di una delle più belle serate in Italia (e non solo in Italia) degli ultimi anni.E poi questo muro del pianto, come giustamente dice Francesco Benucci, sarebbe l'ora di abbetterlo, come tutti gli atteggiamenti talmente fissi da rasentare la maschera. E si sa che la maschera va bene su un palcoscenico e non a tutte le ore.
    saluti
    Marco Ninci
    Marco Ninci

  5. caro marco
    mi fa piacere che la donna senz'ombra sia stata di tuo gradimento.
    Concordo con francesco che il muro del pianto potrebbe servire a poco.
    Però:
    a) il vero muro del pianto è una memoria storica di una grande civiltà, di una grande distruzione
    anche a chi di confessione religiosa diversa offre motivi di riflessione.
    b) una cronologia come quella del maggio 1933 da luogo in quanto muro del pianto ad una riflessione
    prima di tutto quantitativa ossia che in quella prima edizione il pubblico ascoltò il meglio i vip del tempo. Per la cronaca fra i tenori mancavano giusto Schipa (che tenne un concerto, però) Martinelli e Pertile, che comparvero nella stagione 1934 in forza del destino insieme ad una delle star Elisabeth Rethberg.
    E quindi dalla metaforica spianata del muro del pianto domando se oggi siamo, oltretutto con due titoli alla stessa disponibilità quantitativa.
    Poi viene il discorso qualitativo ossia se prendo le quattro prime donne di allora le avrei anche potute giostrare differentemente (anche se la distribuzione fu la migliore in rapporto qualità titolo offerto), ma rimanevano grandi. Oggi le Imperatrici, Tintore offerte sono il corrispettivo in valore di quelle quel tempo.
    Quando hai esaurito questo discorso,hai lasciato la spianata del muro del pianto e sei entrato intetaro reagisci a mio avviso come ha fatto ieri sera il pubblico della Scala. In mondo visione. Brutto cattivo!!!!

    ciao dd

  6. Facciamo un gioco.
    Immaginiamo che la dirigenza del Maggio volesse proporre, negli stessi titoli del '33, i divi dei nostri giorni.
    Verrebbe fuori un cartellone simile a questo:

    Giuseppe Verdi: NABUCCO
    Nabucco: Plácido Domingo
    Ismaele: Fabio Sartori
    Zaccaria: Ferruccio Furlanetto
    Abigaille: Micaela Carosi
    Fenena: Anna Smirnova
    direttore Zubin Mehta
    regia David Pountney

    Gaetano Donizetti LUCREZIA BORGIA
    don Alfonso d'Este: Ferruccio Furlanetto
    donna Lucrezia Borgia: Sondra Radvanovsky
    Gennaro: Rolando Villazón
    Maffio Orsini: Elina Garanca
    direttore Fabio Luisi
    regia Calixto Bieito

    Gaspare Spontini : LA VESTALE
    Licinio: James Valenti
    Giulia: Nina Stemme
    Il sommo sacerdote: Ferruccio Furlanetto
    La Gran Vestale: Daniela Barcellona
    direttore Marc Minkowski
    regia Olivier Py

    Giuseppe Verdi: FALSTAFF
    Falstaff: Leo Nucci
    Ford: Roberto Frontali
    Fenton: Vittorio Grigolo
    Alice Ford: Renée Fleming
    Nannetta: Nino Machaidze
    Quickly: Marianne Cornetti
    direttore: Daniel Harding
    regia David McVicar

    Gioachino Rossini: LA CENERENTOLA
    don Ramiro: Lawrence Brownlee
    Dandini: Simon Keenlyside
    don Magnifico: Thomas Hampson
    Angelina: Joyce DiDonato
    Alidoro: Ildebrando D'Arcangelo
    direttore Claudio Abbado
    regia La Fura dels Baus

    Vincenzo Bellini: I PURITANI
    Giorgio : Roberto Scandiuzzi
    Arturo Talbo: Juan Diego Florez
    Riccardo Forth: Roberto Frontali
    Elvira: Anna Netrebko
    direttore: Gustavo Dudamel
    regia Robert Carsen

    ……….. che ne dite?
    A volte anche i giochi sono utili a chiarirsi le idee.

  7. caro antonio
    torniamo al problema di partenza ossia qualità e quantità
    grosso modi la tua prospettazione rispecchia la quantità di cantanti celebri che il maggio musicale schierò, poi quando si va a parlare di qualità, ritorniamo sulla spianata del muro del pianto!!!!
    e allora il confronto storico assume il suo signficato.
    perchè se non facessimo questa operazione di confronto saremmo come quelli che insultano i fischiatori del simone scaligero.
    Io credo insultino la propria dignità ed intelligenza!

    ciao dd

  8. Il mio "muro del pianto" era riferito:
    1- alla quantità di opere
    2- alla quantità di Stars del canto
    3- alla varietà della proposta

    Personalmente ho sempre ammirato il Maggio Musicale Fiorentino, perchè in anni di crisi o in anni senza crisi ha sempre proposto titoli stimolanti e cast più che dignitosi.

    Questa la mia proposta di Maggio Fiorentino DIGNITOSO oggi (senza nulla togliere a quello di quest'anno):

    NABUCCO

    NABUCCO: Alberto Gazale
    ABIGAILLE: Jennifer Wilson
    ZACCARIA: Kwangchul Youn-Giacomo Prestia
    ISMAELE: Giuseppe Filianoti
    FENENA: Marianne Cornetti

    LUCREZIA BORGIA

    LUCREZIA: Mariella Devia
    GENNARO: Josè Bros
    DON ALFONSO: Giorgio Surjan
    MAFFIO: Marianna Pizzolato

    LA VESTALE

    GIULIA: Patricia Racette – Krassimira Stoyanova
    LICINIO: Shalva Mukeria
    CINNA: Celso Albelo
    VESTALE: Olga Borodina
    SACERDOTE: Kwangchul Youn

    FALSTAFF

    FALSTAFF: Roberto Frontali
    FORD: Ludovic Tezier-Luca Salsi
    FENTON: Vittorio Grigolo
    ALICE: Patricia Racette
    NANNETTA: Amarilli Nizza
    QUICKLY: Daniela Barcellona-Stephanie Blythe
    MEG: Manuela Custer

    CENERENTOLA
    ANGELINA: Joyce di Donato
    DON RAMIRO: John Osborn
    DANDINI: Stephan Degout
    ALIDORO: Ildebrando D'Arcangelo
    DON MAGNIFICO: Paolo Bordogna

    PURITANI

    ELVIRA: Jessica Pratt
    ARTURO: Shalva Mukeria-Celso Albelo
    GIORGIO: Ildebrando D'Arcangelo
    RICCARDO: Luca Salsi

    Per gli allestimenti e i direttori dovrei pensarci…
    REGISTI:
    De Ana per La Vestale
    Michieletto per Cenerentola
    McVicar per Nabucco
    Carsen per Falstaff

    Marianne Brandt

  9. Marianne, la tua stagione "dignitosa" dimostra una volta di più che costruire una stagione sui titoli, affrontando solo in un secondo tempo la scelta degli interpreti, porta a concepire spettacoli zoppi, quando va bene.
    A meno di non disporre DAVVERO degli interpreti adeguati per i titoli che si hanno in mente.

  10. I fischiatori del Simone scaligero vengono salutati in certi fori della domenica come "incapaci di amare", come atarassici cronici impermeabili non solo alle "emozioni" operistiche(passpartout giustificazionista per far passare indenne qualsivoglia ciofeca) ma pure a sentimenti privati, quasi che la contestazione di per sé non riguardi la qualità di una performance ma qualcosa che debba rientrare nel dominio dell'affettivo e addirittura nella sfera del "sentire" privato. Non faccio fatica a trovare evidenti paralleli con altre tristi realtà, interpretate alla luce del furbesco binomio odio/amore…

    Tonio, scritturare Furlanetto per tre produzioni del Maggio è sintomo di perfidia e di… ODIO! :) Però il confronto è d'obbligo, perché altrimenti rischieremmo di finire come quei signori di cui sopra, che disprezzano la memoria in nome di un ineluttabile "cambiamento dei tempi". Che poi, tradotto, è il solito schiffo all'analisi e alla riflessione. E quindi, ancora una volta, all'onestà (intellettuale).

  11. Esatto caro Antonio!
    Nella stagione proposta il punto di partenza è stato il titolo, o melio, sono stati i titoli del '33 visti nell'ottica odierna.
    Si fa di necessità virtù e si cerca il "meglio" del convento di oggi… con tutti i vizi e le virtù del caso… ^_^

    Allestire la Vestale è un macello!
    Ci vorrebbero una Cerquetti, una Ponselle, una Norman '80-'90…(la greca non la nomino neppure, perchè sta su un pianeta a se).
    La Fleming che miagola, scivola sulle note e ciangotta?
    E il baritenore timbrato e squillante per Licinio?
    Kaufmann forse???
    Villazon?????????????????
    Alvarez???
    Armiliato?

    Necessità-virtù…

    Marianne Brandt

  12. Cara Carlotta, ho letto anche io quel "candido" intervento.

    Le contestazioni turbano, diventano "violenza", si pensa addirittura prima al tempo libero, poi al conto in banca di questi "cattivoni" violenti e volgaVi… addirittura chi fischia non ama la musica ANZI non sa amare…

    Quindi il fischio e la capacità di amare (non la musica in questo caso, ma proprio le persone), sono strettamente collegati?
    E chi applaude invece ha un cuore grande così, va in missione in Africa, conosce l'amore, quello vero eh, e vive una "vie en rose".
    Certo… certo…
    Per lui evidentemente si!
    Un concetto estremamente ALTO, un'associazione di idee profondissima, perchè evidentemente sa leggere nel cuore delle 2500 persone che frequentano la Scala… Lui che è tanto buono ed applaude…

    Quindi ecco il GOMBLOTTO:
    chi fischia non solo è cattivo, non sa amare ed è violento, no: si riunisce per complottare allo scopo di boicottare il RING e cacciare Barenboim!
    Wow che potenza, nemmeno la Massoneria!

    Cosa c'entra il privato?
    Cosa c'entrano i sentimenti con i fischi?
    Cosa c'entrano i rapporti interpersonali con le contestazioni?

    Si contesta ciò che non è fatto bene, ciò che non piace, ciò che non vale quello per cui si è pagato, ciò che ha poco a che fare con l'arte.

    La tristezza me la fanno venire interventi del genere cara Carlotta, non i fischi sacrosanti.

    La tristezza viene quando si confondono i fischi e la capacità d'amare con questa assoluta superficialità.

    Marianne Brandt

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