Mese di agosto VIII – Concerto di Ferragosto

Abbiamo per questa festività scelto ascolti estranei alla tradizione del melodramma, ovvero quelle che, con un po’ di sufficienza, venivano definite le canzonette.
Sono le canzonette che settant’anni fa offrivano divertimento e svago a ragazzi e ragazze, che oggi, ove sopravvissuti in primo luogo alla tragedia del secondo conflitto mondiale sono in zona novant’anni. Ragazzi e pivelli direbbero le signore Olivero ed Albanese dall’alto del superato centesimo anno di vita.

Eppure quelle canzonette, divertimento, ora spontaneo, ora unico ed imposto quand’anche non di regime, molto ci insegnano e, addirittura, offrono spunti di riflessione per il momento attuale:
Prima di tutto che talune voci, come quella di Nina Artufo cantavano con una risonanza oggi sconosciuta ed impraticata persino da prime donne, che calcano i maggiori palcoscenici d’opera. Ne abbiamo avuto recenti esemplificazioni radiofoniche.
Che alcune canzonette, sotto l’apparente ingenuità e leggerezza erano, in realtà, ben poco malcelate metafore delle cadute in disgrazia di gerarchi di primo piano come Starace, il cui nome si mormorava all’ascolto di “Maramao” o che altre facevano chiaro riferimento al delfino-genero del duce –conte Galeazzo Ciano, ambasciatore, oltre che affine del Capo.
Che alcuni cantanti erano quelli ufficiali dell’EIAR, come accadeva con Alberto Rabagliati, mentre altri, come Natalino Otto, che occhieggiavano melodie ed armonie d’Oltreoceano erano banditi dall’ente radiofonico di Stato, ossia di regime.
Regime che anche nella musica leggera altro scopo non aveva che divertire, distrarre ed evitare –invano aggiungo- il formarsi di coscienze e spiriti critici.
Tanto è che questi motivetti, apparentemente distaccati e leggiadri, rappresentavano l’unico escamotage per dire quello che non si poteva liberamente affermare. Ufficialmente quei tempi bui sono passati; eppure dal comportamento di molti sembra che quei molti ancora li vivano, di nuovo li auspichino e inconsciamente li desiderino.
A loro i nostri auguri di Ferragosto con le canzonette di quell’epoca.
Auguri, quindi, a chi, disponendo di sontuose e patinata riviste, che non acquistiamo e leggiamo, ha immotivatamente iniziato la caccia alle streghe, indicandoci quali ispiratori di sommesse avverso quell’ordine che tanto con la propria penna ha contribuito a creare
Auguri a certi anziani frequentatori del loggione scaligero che davanti ad un pubblico che con sonorità e costanza riprova gli spettacoli ad ogni rappresentazione non sono capaci di far altro che adombrare corruzione e captazione regie occulte, ovviamente costruite in casa corriere della Grisi. Invece di perdere così il loro tempo potrebbero leggere la nostra chat, rendersi conto del livello di cultura di molti under trenta, apprendendo molte ed interessanti informazioni, che gioverebbero alla loro onestà intellettuale.
Auguri a chi credevano amico e che, deluso per non aver avuto sul corriere il title role, che crede di proprio diritto, non ha trovato di meglio che andar per fori e blog a illudersi di insultarci, insultando quello che lui e il destinatario dei primi auguri hanno individuato come il nostro Verbo. Loro non sono, invece, il Verbo di nessuno.
Auguri piccoli piccoli a chi piccolo piccolo di cuore ed intelletto ha pensato di farci oggetto del proprio reale disprezzo in un luogo virtuale, che senza gli insulti a Grisi e grisini avrebbe le ragnatele in home page.
Auguri a quei soprani che, invece di cercare “il sostegno e l’appoggio” con la respirazione lo cercano con facebook. Solo che facebook, luogo virtuale offre, nei casi più propizi, un virtuale e biennale sostegno.
Auguri a coloro che sanno solo insultare con vernacoliera trivialità ed illustrazioni da “citi” delle elementari, invece, di approdare dalle nostre parti per un dibattito. Avete letto la chat dell’altra sera e, più in generale delle serate di diretta da Pesaro ed il suo alto livello. E questo che nobilita il pubblico dell’opera non l’insulto ed il consenso acritico.
Auguri a coloro che vivono desiderosi di sapere chi siamo e carenti del coraggio del dialogo con noi che, però, vanno, secondo un usato e frusto sistema di lusinghe e minacce, cercando, invitando, circuendo i nostri lettori per fare quel proselitismo ad versus Grisim, che noi non facciamo per l semplice fatto che i nostri lettori non li conosciamo. Noi, invece, abbiamo ben spalancate le nostre braccia, magari un po’ ruvide, ma franche.
E qui, per il momento, ossia per questo Ferragosto mi fermo.
Però mi domando e lo faccio a nome di tutti coloro, che collaborano con questo blog, perché oggi in piena libertà, non come accadeva ai nostri genitori e nonni, ascoltatori dei Rabagliati, delle Fioresi e delle Lescano, tutti questi destinatari dei nostri voti augurali non colgano manovre e movimenti, volti a creare consenso nei confronti di chi, invece, meriti fischiante dissenso o almeno obbiettiva disamina critica, non ascoltino con le proprie orecchie e non con quelle prese a prestito dalle centrali del consenso, rifiutino e rinneghino il personale ed il comune passato, irrinunciabile chiave per vivere, conoscere, indagare il presente, per essere ascoltatori liberi ed indipendenti.

Gli ascolti

Ferragosto 2010

Maramao perché sei mortoMaria Jottini & Trio Lescano

Ma l’amore noLina Termini

Insomma lei chi è?Nunzio Filogamo & Nina Artuffo

E’ arrivato l’ambasciatoreNuccia Natali & Trio Lescano

Quando la radioAlberto Rabagliati

La famiglia BrambillaFausto Tommei

Un giorno ti diròMeme Bianchi

Buona sera avvocatoNatalino Otto

Pippo non lo saSilvana Fioresi & Trio Lescano

C’è una chiesettaAlberto Rabagliati

NebbiaCaterinetta Lescano

Se fossi milionarioErnesto Bonino

Silenzioso slowNorma Bruni

Tuli-tuli-pan Trio Lescano

Scarica tutti gli ascolti (file RAR) da Rapidshare.com

7 pensieri su “Mese di agosto VIII – Concerto di Ferragosto

  1. Auguri di Ferragosto (e di buoni ascolti…) anche a chi si definisce "cellettiana doc" per poi esaltare come "sempre ottimo" un pessimo tenore come Pisapia, nell'indifferenza, e nel plauso forse, della corte dei miracoli cui si rivolge, sempre pronta a fare del "soggettivo" il passepartout per ogni idiozia.

  2. Crivel (nome d'arte di Fernando Crivelli) fu celebre cantante di canzonette tra gli anni '20 e i '40. Nonostante avesse inciso centinaia di facciate di gran successo, il suo ricordo fu letteralmente rimosso nel dopoguerra, soprattutto perchè il nostro si era esibito un po' troppo nell'interpretazione di canzoni di propaganda del regime fascista.
    Tempo addietro ho messo insieme un paio di antologie di questo cantante, di cui propongo qui la prima, che include anche la pubblicitaria Ora del Campari.

    http://hotfile.com/dl/54230156/7c14546/Crivel_01.rar.html

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