18 pensieri su “Alain Vanzo – I Puritani – A te, o cara – Pierre Dervaux – concert,1964

  1. Merrit: http://www.youtube.com/watch?v=NBVCD0KywqE

    Proprio ieri ho scoperto che chi ha detto che Merritt usa il falsettone è stato Kraus, al quale Merritt non rivolse più la parola per questo motivo.
    Devo ammettere che in questo ascolto non capisco bene se l’acuto (do# in partitura, poi non so che nota diventi al cambio di tonalità) è in falsettone o ottima miscela di falsettone e registro di testa (intendendo quest’ultimo come proseguimento del registro di petto in acuto). Però l’acuto interpolato al 3:29 mi sembra assolutamente di falsettone!

  2. L’acuto di Vanzo è un suono puro di falsetto, anzi data l’altezza della nota può trattarsi benissimo di voce di testa pura; certo non è affrontato a piena voce, ma è emesso alleggerendo l’emissione, senza il collegamento con la pienezza d’appoggio. Il che, stilisticamente, considerato il carattere del brano e l’estetica del belcanto, ci può stare benissimo (gli acuti enormi e squillanti non sono la ragion d’essere di questo repertorio). Sono dell’idea però che questo effetto gli sarebbe potuto venire assai meglio di così, infatti a me suona un po’ fastidioso lo stacco improvviso dal suono pieno al falsetto, non è molto omogeneo. Certo la tessitura è impervia, ed è difficile calibrare perfettamente il fiato. Un grande maestro nell’uso di questi suoni puri e senza peso, era David Devriès. Le sue incisioni mostrano tutta la sua abilità nel creare un amalgamo tra i registri sempre fluido ed omogeneo.

  3. Comunque Vanzo è splendido. Buonissima pronuncia, non allarga mai il suono, non c’è mai una frase che non sia sfumata e colorata. Se oggi facciamo gli schizzinosi di fronte a questo tipo di canto è perché ormai siamo proprio tutti sordi.

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