Daniel Barenboim direttore musicale della Scala

Immagine anteprima YouTubeDal dicembre prossimo venturo Daniel Barenboim sarà Direttore Musicale del Teatro alla Scala sino al 2016. Cliccare sulla Grisi per il nostro commento.

50 pensieri su “Daniel Barenboim direttore musicale della Scala

  1. …e qual è la novità? Sono anni che è alla Scala….
    Per me non è una scelta felice: affidare il primo teatro italiano a un direttore che massacra il repertorio italiano non è stata una grande trovata.
    Noi italiani siamo malati di esterofilia…dimenticavo: alla guida della Scala non c’è più un italiano!
    Solo da noi poteva accadere una cosa simile….

    • Premesso che delle nazionalità di un artista me ne frego amabilmente (ragionamento provincialissimo e sciovinista pretendere un direttore italiano per un teatro italiano: quel che conta non è il passaporto, ma le capacità), Barenboim in Scala ha diretto Tristan und Isolde, Carmen, Il lago dei cigni, Oro del Reno, Valchiria e una sola Aida, poi tutta una serie di concerti sinfonici e solistici (Beethoven, Mahler, Mozart, Liszt): direi che finora ha massacrato di tutto fuorché il “repertorio italiano”.

    • Hai ragione! Ho scordato una frase neel testo: finalmente mette fuori la faccia. ( che peraltro gia’ conosciamo ). S degnera’ di provare e. Lavorera’ con l’orchestra? Ringraziamo la Madonna che non hanno scelto Wellber…..quel pacco dono li’ lo hanno consegnato in SPagna!

      • Lavorerà con l’orchestra? Per 15 settimane all’anno (da suddividere tra recite e prove e tour all’estero)? Secondo me un direttore stabile deve essere “stabilmente” su quel podio, non tanto e non solo durante gli spettacoli, ma soprattutto nella fatica quotidiana!

    • Solo da voi? Non dire sciocchezze. Barenboim è da quasi vent’ anni alla Staatsoper di Berlino e non è tedesco. I Berliner Philharmoniker negli ultimi cinquant’ anni sono stati diretti da Karajan, Abbado e Rattle, ossia un austriaco, un italiano e un inglese.
      L’ italiano Riccardo Chailly è stato 18 anni direttore al Cocnertgebouw e attualmente è direttore stabile della Gewandhaus, l’ orchestra più antica della Germania.
      Lasciamo stare questi accessi di retorica patriottarda…

  2. Francamente se la frequenza delle sue direzioni segue il trend degli anni passati, credo che neppure ce ne accorgeremo di Barenboim…. Comunque scelta pessima: Barenboim assomiglia sempre più ad un turista del podio…non ha tempo (o voglia) di dedicarsi alla Scala, e il livello preoccupante dell’orchestra denuncia la mancanza di una guida stabile. Comprendo, comunque, che non facciano certo la fila per occupare quel posto (viste le difficoltà artistiche, organizzative, gestionali e sindacali che infestano il teatro).

  3. Tra l’altro leggo – sul solito quotidiano milanese buono solo per far da lettiera ai gatti – che il maestro “sarà impegnato alla Scala per 15 settimane all’anno fra opere, concerti e tournee”… Ma in 15 settimane all’anno (comprensive di prove, spettacoli, gite all’estero, aperitivi e merende) si “crea” un suono orchestrale? Ma mi faccia il piacere…..
    Ps: no comment sulle dichiarazioni in merito del neo sindaco (che pare ce la stia mettendo tutta nel far rimpiangere quello vecchio…)

  4. Baremboim era pianista, poi ha voluto salire sul podio, ma lì non ha lasciato ricordi memorabili, quindi è giusto sia nominato alla scala, che in questo tempo storico non lascia segni memorabili, ovvero il grigio si addice al grigio.

  5. La Scala avrebbe potuto benissimo nominare un direttore straniero,(anche se nella tradizione del Piermarini ci sono stati direttori italiani), ma la scelta di Barenboim mi pare sbagliata.
    Come sarà il suo Don Giovanni il 7 dicembre? Non ci voglio pensare…

  6. Alla Giulia: ma “quei fracassi selvaggi da giungla africana dell’ultima volta in scala……”si riferiva a Die Walkuere? Se sì non sarei d’accordo in quanto proprio lì il “turista-direttore”e/oviceversa
    ha dato la sua prova più convincente(fu una grande Valchiria!!poche storie!).
    E’ già stato detto e scritto: fra tutti i papabili il “dirtu” era quello meno auspicabile!Per tanti motivi: non aiuterà certo a crescere l’orchestra, lavorando 400 giorni l’anno, ma rischierà sempre e comunque di non essere impeccabile. Non amo questo personaggio,troppo presenzialista, logorroico, pontificante,vittima di lavori forzati: è grande pianista,direttore un pò meno, non mi prende molto e soprattutto ha pochissima confidenza con il repertorio italiano e questo,assolutamente, lo doveva escludere a priori.Certo, meglio di un Welber o un Dudamel(questo veramente sarebbe stato terrificante!) di un Harding(assolutamente fallimentare in Cavalleria!) , addirittura Ticciati, ma in che mondo viviamo! Ma sì, viviamo in un mondo “usa e getta”,cialtronesco, maleducato, incapace, che non fa più funzionare le cellule della sostanza grigia!Tutto deve essere immediato e superficiale, mai attentamente ponderato; e allora sentiamo ovazioni per chi urla di più,chi dirige facendo gran chiasso e tutto il resto nella vita quotidiana….
    Mi chiedo, però, i Grisini chi avrebbero voluto come direttore del Teatro? Facciamo un giochino? volete, per cortesia, esprimere ognuno, il vostro parere? Su! non è faticoso! poi alla fine vediamo chi vince e lo incoroniamo “Vero Direttore”.
    Io voto Daniele Gatti(non amato da voi) : tradizione Italiana, grosse capacità nel repertorio tedesco , con decisa apertura al nuovo. Non è perfetto, ma chi lo è? Per me era l’unico possibile candidato!
    Cordialmente!Cap.

      • Su Giulia, incomincia tu con il giochino: chi avresti voluto come direttore alla Scala?
        Su Grisini, e voi?
        Cara Giulia, potresti mettere un Thread sul favorito direttore alla Scala e iniziare un bel referendum !
        Ma come risponderebbe la Marianne e la temibile Carlotta e poi l’angelica Giudy e Duprez? e poi Donzelli, Tamburini, 2006?e ancora Pasquale, il nostro ricerca-eventi, Filippo II? Forse sarebbe meglio un nuovo thread, nessuno probabilmente leggerà queste note! Cor.Cap.

  7. Accolgo la proposta di capriccio: io avrei preferito di gran lunga Riccardo Chailly. Quella del 2006 mi è sembrata una buona Aida, lasciando in un angolo la parte canora. Meraviglioso il suo Puccini, sognante e lieve. Purtroppo è direttore dal 2005 della Gewandhaus Orchestra. Gradirei anche un parere dei grisini.
    Vostro, Filippo II

  8. Sono rientrato ieri sera costernato dal concerto inaugurale della Stagione Filarmanica della Scala diretto da Barenboim . Terrificante la sua esecuzione dell’Ouverture dei Vespri Siciliani.Brutale, fracassona, volgarissima. Ma cosa voleva dimostrare , che Verdi e un compositore cafone e bandistico? oppure sottolineare il suo diprezzo per il repertorio italiano? ….. a riddatece Muti!

  9. Com’è che la stampa milanese non ha recensito il concerto della filarmonica? Non volevano dare un dispiacere al caro barenboim o NON POTEVANO dirne male? Chi io sappia solo Il Giornale, a firma Gavazzeni, ha avuto il coraggio di scriverene (ovviamente strancando la disastrosa serata inaugurale)

  10. Anche io penso che Riccardo Chailly sarebbe la persona giusta al posto giusto, ma il Regio di Torino potrebbe “prestarvi” il maestro Noseda che ha cambiato radicalmente l’orchestra del Regio……

    • Ma chi lo fa fare a Chailly e Noseda di abbandonare i loro podi per le paludi scaligere!?!? Io, per il bene di Noseda e Chailly, mi auguro di non vederli MAI a capo dell’orchestra della Scala…

  11. Scusate, Marianne e Giulia, ma quale sarebbe il “tempo felice”? Per la maggior parte degli habitués di questo blog non lo era quello di Abbado, men che meno quello di Muti. Si deve forse andare agli anni Cinquanta? Mi pare un po’ lontano.
    Ciao
    Marco Ninci

  12. Io contesto il concetto di “tempo felice”, che sarebbe come dire “l’epoca di questa o quella direzione musicale”. Che è poi la stessa cosa dell’essere fan di questo o quello, cioè un parlare noioso e sterile, anche perchè nel tempo le cose sono mutate, e rapidamente. Mi interessa guardare alle cose positive ed alle cose negative della storia scaligera….è piu’ produttivo. Il fare opera è mutato nel tempo per tutti, dunque cerchiamo di parlare in termini realistici e più ….sulle cose. Anche il Met è mutato, caspita, non vorremo paragonare gli anni 50-60 a quelli attuali. dunque…..

  13. Credo che il periodo di Abbado e Muti – a parte gusti personali e pregiudizi – siano imparagonabili (per qualità complessiva e visione culturale) alle attuali miserie. Non si tratta di rimpianti, ma di realismo. Molto apprezzabile, in entrambi, è stato il non ancorarsi al “repertorio italiano”, sprovincializzando, così, la Scala. In particolare Abbado ha portato nel mondo civile la stagione sinfonica: vergognoso, infatti, che fino agli anni ’70 non si fosse mai eseguita un’integrale mahleriana! Questa storia della pretesa centralità del repertorio italiano mi sembra un pregiudizio da superare: non siamo all’epoca dell’autarchia fascista!
    Trovo, invece, vergognoso l’inserimento nella stagione sinfonica di programmi basati su overture da opere, core e intermezzi operistici! Una stagione sinfonica decente non può continuare a offrire questa roba! Io VOGLIO sentire il grande sinfonismo europeo, possibilmente non limitato al romanticismo, VOGLIO Mahler, Bruckner, Strauss, Berg, Schoenberg, Prokofev, Shostakovich. Ma anche Liszt, Berlioz, Schubert, Brahms. BASTA con overture e preludi di Verdi o Rossini (che spesso sono pezzi di musica assai poco significativi se svincolati dal resto dell’opera). Sono 5 anni che alla Scala si ascoltano sempre le stesse cose!

    • mi pare che Mitroupulos di Mahler ne avesse diretto parecchio alla scala……se non l’integrale, quasi.

      Quanto ai preludi da opera, oltre a questioni di principio, esistono anche questioni di merito: Barenboim è pessimo quando tocca l’opera italiana. pessimo e indecente, perchè nemmeno si dà pena di strudiaree prepararsi: ma che vada nella gabbia dell’Unter den Linden a compiere i suoi massacri!

    • Secondo me stai sopravvalutando il repertorio italiano… A parte che Barenboim non è certo migliore in quello tedesco, francese e russo…

      Guarda che Mitropoulos in Scala ha eseguito SOLO la Sesta di Mahler nel ’57!!!! Ed era la prima esecuzione assoluta di quella sinfonia in Italia (semplicemente VERGOGNOSO!). Nel ’59 Barbirolli ha fatto la Seconda e nel ’61 Bellugi ha fatto la Prima. Bisognerà attendere il 1980 (prima per sbaglio ho scritto ’70) perché Abbado proponesse la prima integrale mahleriana.
      La Filarmonica (come entità separata) è stata fondata proprio da Abbado.

  14. credo che il livello di un teatro d’opera vada valutato dalla stagione d’opera e non da quella sinfonica, infatti nei grandi teatri esteri da vienna a Londra a parigi la stagione sinfonica semplicemente non esisite

    • Quello che dici non è vero per quanto riguarda la Germania. Qui tutte le orchestre dei teatri d’ opera fanno la stagione sinfonica e alcune di esse, come la Staatsorchester München e la Staatskapelle Berlin (che sono entrambe orchestre operistiche) possono competere con i migliori complessi sinfonici europei. Mai visto i DVD sinfonici di Kleiber con la Staatsorchester München?
      Anche la celeberrima Staatskapelle Dresden è un’ orchestra operistica, che suona nella stagione lirica della Semperoper.
      Per non parlare dei Wiener Philharmoniker, che sono un’ associazione formata dagli orchestrali della Wiener Staatsoper.

      • Vero. Poi, non capisco che cosa cambia o che cosa giustifica l’idea che altrove nessun’orchestra operistica fa una stagione sinfonica. E’ un fatto che La Scala l’ha da molto tempo e che ha avuto una tradizione di esecuzione e di interpreti sinfonici che non erano di second’ordine (Abbado, Michelangeli, etc., ci venivano e vengono tutti i più celebri musicisti). Se non è così altrove, QUINDi si può scusare la scarsa qualità della stagione sinfonica della Scala?

  15. ….esistono però altre e numerose sale da concerto….. E se si fa una stagione sinfonica, ove suona un’orchestra importante, si deve essere degni di quello che si fa.Milano aveva una tradizione sinfonica nel teatro alla Scala…

    • Esatto: aveva una tradizione sinfonica, sia pur recente… Ora non più: è solo un minestrone di brani separati….che senso ha mischiare l’overture di Verdi (musica non tra le più sopraffine, ammettiamolo) con raffinate pagine di Debussy e quel capolavoro che è il Till Eulenspiegel di Strauss?

      • Ma cosa ci sarebbe che non va nell’Ouverture dei “Vespri”? E’ pagiana di travolgente vitalità, irresistibile se ben diretta. Certo Debussy e più raffinato e “impressionista” …e tanto francese.
        Ma definire un capolavoro QUEL poema sinfonico di Strauss mi sembra francamente eccessivo….non saremo per caso un po’ esterofili?

        • Non saremo, invece, troppo melomani? Io ritengo che in un concerto sinfonico le ouverture da melodramma non ci dovrebbero stare: spesso sono brani puramente ornamentali, centoni di temi dell’opera, orchestrati – spesso – col badile… Tolto Rossini (ma non sempre), trovo che abbiano poco senso svincolate dal resto dell’opera…
          Poi trovo l’overture dei Vespri pagina modesta, che ricapitola i temi dell’opera in modo abbastanza stanco e banale. Ovviamente è efficace e trascinante, ma non credo possa essere accostata a Debussy o Strauss: insomma, non c’entra niente.
          Sarò pure intransigente, ma in un concerto sinfonico gradirei sentire qualcosa di più interessante di overture da melodramma. Che poi, se male eseguiti, rivelano tutte le loro debolezze…

          • Beh che i Preludi della “Traviata” (ad esempio) siano orchestrati “col badile” e che il greve e tanto indigesto umorismo di Strauss gli sia di gran lunga superiore e tutto da dimostrare. Vero invece che Preludi e Ouverture sganciati dal resto dell’opera, forse, non hanno molto senso….

          • Questione di gusti…io ritengo che i preludi del melodramma (salvo rare eccezioni) siano brani con scarse pretese musicali, funzionali all’apertura del sipario (o per invitare la gente a prendere posto), spesso costituiti da un più o meno riuscito assemblaggio di temi tratti dall’opera: terribili, in questo senso, sono quelli di Donizetti (salvo poche eccezioni). Quelli di Verdi sono della stessa risma: e anche quelli più riusciti non sono certo “brani sinfonici”. Non parlo di bellezza o efficacia, ma di quale senso possa mai avere inserirli accanto a pezzi di Debussy e Strauss…

  16. tutto vero in parte (la stagione sinfonica dei Wiener non si svolge alla Staatsoper) ma il nome della Scala si è fatto soprattutto con l’opera
    il mio discorso era rivolto a chi dice che la Scala è scarsa xchè i concerti sinfonici sono scarsi
    oggi forse il miglior teatro d’opera è il covent garden che non ha stagione sinfonica e la cui orchestra non mi sembra abbia un’attività sinfonica, ma è comunque di buon livello

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