La Scala come Sanremo?

Ancora news sulla Scala!

A fronte degli scandali delle ultime settimane – il presunto “sigarifero” di Barenboim, la lievitazione dei prezzi in vista del Ring dell’anno venturo, l’eterno picchiar di piedi ai pantaloni di papà FUS – se qualcuno si aspettava – e magari augurava – una presa di posizione forte da parti di una figura “visibile”, oltre che diretta interessata, non ha dovuto attendere poi molto. Il 19 febbraio, a pochi giorni dalla prima di Aida, Franco Zeffirelli non si risparmia sulle pagine del “CorSera”. Soggetto: la gestione Lissner e il maestro Barenboim.

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Considerazioni condivisibili, quasi scontate. Una sparata che in altri tempi e altre circostanze avremmo potuto tacciare di pleonasmo senile, ma che l’attualità del Piermarini fa addirittura risplendere di “buon senso”, se non di saggezza. Tant’è che Zeffirelli non si limita a difendere – con giustificabile amor proprio – l’esibita scempiaggine cui sono andati incontro due dei suoi più riusciti allestimenti, ma parla soprattutto di voci e di direzione d’orchestra. Perché senza, l’opera non si fa. Parola di regista. Suona strano, vero?

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2 pensieri su “La Scala come Sanremo?

  1. Zeffirelli spesso è molto discutubile,però ritengo che stavolta ha ragione,ma se alla Scala non cambiano questa dirigenza non serve a niente,hanno dato l’ex tempio della lirica in mano a gente staniera che sviliscono la tradizione itlaiana.

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