QUARESIMAL II: JOSE CURA in TOSCA

Immagine anteprima YouTube

Dall’algore del Nord al calore del Sud  si direbbe nelle presentazioni di radio Osanna, che ha stazioni e sedi in ogni luogo, per presentare Josè Cura qui agli inizi della propria carriera ed in un passo di Tosca non particolarmente difficile, ma che richiede quel controllo del suono e della tecnica  che al cantante è sempre mancato, supplito alla belle e meglio con la presenza scenica e l’aspetto fisico oltre che con contrazioni di gola e falsetti.

Gola e falsetti che sono evidenti in zna medio grave ovvero sotto il do centrale, evidentissimi appena la scrittura vocale  portando la voce del cantante in zona di passaggio e di preparazione al passaggio sulla frase “o dolci baci o languide carezze” dove la nota più alta è un sol; alla gola si aggiungono le contrazioni di gola ed il suono indietro sul la acuto  di  “le belle forme disciogliea dai veli”. Il tutto contrariamente alla necessità di esprimere disperazione, strazio e rimpianto

 

29 pensieri su “QUARESIMAL II: JOSE CURA in TOSCA

  1. qui mi sa che siamo nel 1994 o giù di li perché mi pare che abbia anche un altro difetto: risulta un po’ acerbo. Fatto questo complimento preciso che a mio modesto avviso la Cavalleria Rusticana di Ravenna e la Gioconda alla Scala furono più che buone, Manon Lescaut e Forza del destino alla Scala più che sufficienti, poi purtroppo routine in cui convivevano, in qualche sprazzo di talento, rimpianti, opportunismo e volgarità

        • a dire il vero nucci domenica pomeriggio ha cantato ancora bene. La parte di Nabucco ha vari passaggi di registro sulle vocali portate (che é il suo punto debole perché non riesce più ad anticipare il passaggio e scivola per intonare la nota più alta) ma quando c’era da scattare in acuto era ancora il grande baritono. Peraltro era meno nasale di altre occasioni e la voce non appariva spolpata come nella ripresa del mercoledì precedente su rai 5. Alcuni giovani e stranieri presenti hanno cmq riconosciuto ancora i pregi ascoltati nelle sue incisioni.-
          Con riferimento a quanto scrive Mozart su Cura e Nucci, ricordo che furono effettivamente recite ad andamento alterno. Io ascoltai la prima alla radio (non entusiasmante) ed ebbi la fortuna di andarci in una delle ultime repliche e sia Cura che Nucci (peraltro in un ruolo “vilain” dove ci andava a nozze) ebbero molto successo. Voglio anche dire che nella primavera venne ripresa quella Forza con il tenore Licitra che non trovai migliore di Cura. Stonava un po’ e i suoi acuti erano più di quantità che qualità. Concordo che il soprano Georgina Lukacs creava un forte squilibrio nel cast giacché Prestia era un buon Padre Guardiano, De Candia un efficiente Melitone e mi pare che Preziosilla fosse la D’Intino…

  2. A parte che fisicamente sembra un bue, di questo onesto e pio animale il signor Cura ha appreso pure la fonazione, ossia muggisce!

    Un cantante indecente sotto ogni aspetto, sia vocale, sia musicale, sia di onestà personale e col pubblico, sia di umiltà: un Domingo ancora più scarso e dall’ego alla potenza ennesima!

  3. Quest’ uomo non canta, ormai cosa faccia non si sa, e gli applausi sono solo segno di mancanza di orecchio da parte di chi ascolta, a questi livelli parlare di tecnica è inutile, emette e fona da analfabeta musicale, sembra non aver studiato un giorno, anzi, un’ ora.
    Non voglio querele, sia chiaro, ho già detto troppo, quindi mi asterrò dal dire quel che penso veramente, però posso proporre una soluzione, a mo’ di panacea : bandiamolo da questo sito, in fondo…chi si cura di Cura !!! ???

Lascia un commento