Quaresimal XXXI: Jon Vickers

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Quando si parla di Jon Vickers, cantante il cui repertorio è stato, di fatto, limitato almeno dal 1965 ai titoli wagneriani oltre che Peter Grimes, Otello e don Josè (oltre a qualche sporadico Andrea Chenier) la parola  della vulgata è una sola, “interprete” ad onta della voce di non eccelsa qualità.

Quasi che il divo canadese fosse la reicarnazione di Aureliano Pertile il prototipo di cantante dal mezzo naturalmente modesto, ma delle intuizioni e scelte interpretative esemplari. Solo che per essere Pertile si può anche avere il limitato mezzo di Pertile, ma soprattutto occorre la tecnica di Pertile. E qui proprio siamo alla negazione del minimo controllo e supporto tecnico. Tanto è che la prima osservazione è che proprio l’interprete è generico e sbiadito cantando fra il forte ed il mezzo forte. Quanto alla qualità del suono basta sentire come il fa3 (nota della zona di passaggio superiore del tenore) sia sempre un falsetto sia al “diverse bellezze” che al conclusivo “nel ritrar costei”. Ancora i la acuti sono falsettanti e bianchi sia nel “tE beltade ignota” che nel “Ah il mio sol pensier” e perchè piova sul bagnato il si bem conclusivo è raggiunto (toccato sarebbe più corretto dire) solo grazie ad un bel portamento. Il tutto per dire che il nostro aveva rapporti problematici con l’operazione del passaggio di registro superiore, a ciò bastando le e sistematicamente mutate in i, tipiche di chi stia “spingendo” la voce.

E proponiamo un Vickers degli anni’60 credo 1962 ancora fresco e direbbero i suoi supporters non ancora autentico e sublime interprete.

43 pensieri su “Quaresimal XXXI: Jon Vickers

  1. Ma Domenico, perdio, Pertile e Vickers non sono nemmeno paragonabili: dal punto di vista dei mezzi vocali, Pertile non era modesto per un cavolo. Il colore della voce era brutto: ma non mi pare un tenore che non avesse ampiezza e soprattutto squillo. Vickers invece nasce già con una voce bastarda di suo e, permettimi un’ulteriore critica al tuo articolo, sì di difetti tecnici ne aveva. Non dove dici tu, però. Il si bemolle finale mi sembra tutt’altro che toccato e basta. Laddove dici che sfalsetta a me par d’udir la mezzavoce di una voce stinta di suo. Scivola invece altrove, per esempio in “è brUna Floria” e e nelle frasi successive dove sentiamo una voce che pesa indietro.
    Tuttavia, interprete o non interprete, Vickers a mio sommesso avviso, pur con tutte le mende possibili, non me la sento di definirlo un cantante da quaresima. Ma se mi chiedi perché, ti do la stessa risposta di Agostino sul tempo.

  2. se le mezzevoci d vickers sono falsetti lo sarebbero anche quelle di lauri volpi. vedi attacco parmi veder le legrime o quando le sere al placido. Donzelli rimettiti la catena a posto o dagli un goccino d olio

    • Non è affatto noiosissimo. A mio parere voleva rendere l’idea di un Cavaradossi svagato, perso nei suoi pensieri e nel suo sogno erotico. Solo che sarebbe stato necessario un sostegno delle mezzevoci da manuale, non certo quei suoni sbiancati e di dubbia intonazione. Comunque, quello non era affatto il suo repertorio. Siamo alle solite , che senso ha crocifiggere un cantante facendolo ascoltare in un’incisione fuori dalle sue corde?

  3. Quello che viene detto di Vickers è solo la naturale conseguenza dell’impostazione generale. Quando si afferma che il canto è uno e che tutto ciò che riguarda il canto è una scienza esatta, è ovvio che quanto ricade al di fuori di questi criteri è un orrore. Con la conseguenza che si usano le stesse parole per cantanti diversissimi di livello e di natura; per Schrott come per Fischer-Dieskau, per Vickers come per Cura, per la Meier come per la Dyka. Come diceva quel celebre personaggio, la peste non rientra in una definizione precisa, dal momento che non è né sostanza né accidente; quindi non esiste. Il canto di Vickers, di Fischer-Dieskau, della Meier non appartiene a quella fantomatica unità, a un simile hortus conclusus; quindi è un orrore, non esiste. Mi appello a Lily, che spesso ha mostrato la sua ammirazione per Fedele D’Amico. Ma, Lily, ti sarebbe sembrato mai possibile leggere cose del genere dalla penna dell’illustre critico? No, non sarebbe mai stato possibile.
    Marco Ninci

      • Carissimi, da parte mia tendo a distinguere la categoria dei cantanti autentici (ancorché limitati e imperfetti, come tutti gli umani) da quella delle frodi mediatiche (che, in quanto tali, restano artisticamente ingiudicabili). Penso che Cura, Bartoli, Villazon, Bocelli & Co. facciano un mestiere solo in apparenza simile a quello esercitato dai Vickers, Fisher-Dieskau, Schwarzkopf, certa Freni (Traviata, Ernani), l’ultima Gruberova, etc.

        Provo a distinguere (cosa non sempre facile)
        le scelte sbagliate – di repertorio, di ruolo, perfino di contesto (ciò che va bene a Berlino non va bene a Milano) – dalle mascalzonate vere e proprie (Norma Bartoli).

        Che le mie conclusioni coincidano quasi
        sempre con quelle degli autori – preparatissimi e disinteressati – di questo sito è ragione di fiducia e gratitudine nei loro confronti.

        Per restare al post, questo Recondita Armonia parmi giungere da Marte, mentre il Todesverkundigung dello stesso tenore con Crespin e Karajan (sia in disco sia in teatro a Salisburgo) è una delle cose più commoventi che mi sia mai capitato di ascoltare.

        Insisto: la bravura sta nel far tornare i conti.

    • siccome non senti te lo spiego un’ altra volta. Il modo di cantare è uno solo tanto é che ascolti una super dotata come la LEIDER o una voce da corist a come la divina OLIVERO senti la differenza del mezzo e l’ eguaglianza della tecnica i

  4. Condivido alcuni rilievi. Domingo (di caratura tecnica non certo superiore) è decisamente peggio . Per non dire di Carreras… Marconinci ha ragione. A volte il rischio è che si scambi per quaresima il pesce del venerdì.

  5. io propongo un inversione di tendenza. Critichiamo anche duramente tutti ma nel meglio del loro reperorio. Non ha senso discutere di Vickers sul suo Cavaradossi. Si discuta Otello, Siegmund, Tristan, Don José, Florestan ad esempio. Se tu devi spiegare Pavarotti a un neofita cosa gli suoni? Otello?

  6. Carreras cantare da dio? Mi sembra un ingigantimento eccessivo!
    Carreras è un Di Stefano degli anni ’80: finché gli ha retto la voce (peraltro di bellissimo timbro), ha cantato anche bene; con gli anni (e la malattia), tutto il castello è crollato perché la tecnica non era di certo eccelsa!
    http://www.youtube.com/watch?v=GNQ69njH0NU
    Questa non è di certo una “Furtiva lagrima” da manuale (mi urtano colpi di petto – scatarramenti vari che poteva risparmiarsi); di certo sembra sembra un Pertile o un De Lucia se comaprato al Rutto 😉 http://www.youtube.com/watch?v=UUI8rpMzsC8

  7. Per l’adorabile Antonino.

    Beh, sai che uno dei miei sogni proibiti sarebbe stato quello di aver potuto sentir cantare il nostro Jose’, “da Dio”?
    Mi sarebbe bastata anche una sola volta.
    Con quella voce (70-73), avrebbe potuto essere il nuovo D’Arkor e abbondantemente lasciar indietro Bjoerling (altre due voci baciate dal cielo in tutti i sensi).
    Ma, Antonino mio, dimmi dove l’hai mai sentito cantare non dico “Da Dio”, ma quanto meno Molto Bene, e Per Tutta Una Recita, Una, Dico Una.
    L’ho seguito dal 71 al 73, …e ho gettato la spugna,
    e, ritengo, l’andare della sua carriera e dei suoi risultati non siano collegabili alla sua gravissima infermita’.
    A Milano dicevano “El canta cunt el coer in man”………..sara’.

    • Magari non da Dio, caro Miguel, ma il suo Don Carlo con Karajan mi sembra molto bello. E così la sua prima incisione di Tosca con la Caballè.
      Definire, infine, Carreras il “nuovo” Di Stefano mi sembra un luogo comune molto discutibile. Di Stefano aveva un colore, un fascino timbrico nettamente superiore e nei suoi primi anni ha fatto cose che Carreras manco se le sogna. Ciao

      • Ciao Bud.
        Mai detto che Carreras era il nuovo Di Stefano.
        Mai detto perche’ mai pensato.
        Sulla Tosca con la Montsy mi trovi d’accordo, e’ una delle sue incisioni piu’ belle, canta quasi tutto bene e la voce e’ perfetta per il ruolo.

  8. Come non essere d’accordo con MiguelFleta. Carreras, a mio avviso, ha avuto in dono una delle più belle voci di tenore degli ultimi settant’anni. Le sue prove migliori ricordate sopra (Tosca e Don Carlo con Karajan) non fanno altro che aumentare il rammarico (per non usare un termine più volgare) per quello che avrebbe potuto dare e che, purtroppo, non ha dato. La grave malattia che lo ha colpito non penso abbia influito sulla sua carriera in quanto la triste parabola discendente era iniziata ben prima, come logica conseguenza di una tecnica di fonazione men che scadente. Carreras a 35 anni era un cantante già finito per il quale diventò una lotta impari anche portare a termine una sola recita.

  9. Caro Donzelli, provo a dirti in maniera più sintetica e più dura quello che ti ha detto Lily. Distruggere un cantante come Vickers facendolo ascoltare apposta in un brano completamente estraneo al suo repertorio e nel quale non può dare nulla non è prova di competenza o di sapienza nell’ascolto; è semplicemente prova di un atteggiamento poco onesto, atteggiamento chiaramente niente affatto casuale; il che secondo me è la cosa peggiore che si possa dire di una persona.
    Marco Ninci

    • Bah, non capisco in base a quale assioma si debba asserire che un tenore da Otello e Carmen non può “dare nulla” in Tosca… Comunque credo che, anche ascoltandolo nei suoi ruoli più abituali, non sarebbe stato difficile trovargli i medesimi difetti.

    • come sempre non hai capito l’ arioso di Mario è uno di quei momenti solistici che chiunque canta. Da de Lucia a del monaco e quindi nessuna scelta intenzionale al fine di ledere il tuo ed altrui pseudo mito. Per altro da un ascolto del SUO repertorio sarebbe uscito del pari malconcio. Quindi il tuo processo alle intenzioni è il tuo solito fuor d’opera

  10. parliamo ancora di voci brutte ? e’ stato dimostrato che le voci brutte appartengono solo a chi non conosce la tecnica corretta. ascoltai carreras nel quasi debutto italiano ( ballo in maschera alla scala ) e si capiva gia’ tutto . tecnicamente dilettantesco . che importanza ha sentire un colore meditterraneo nel centro se poi ignorando la tecnica del passaggio si ascoltano fa e fa# aperti e calanti d’intonazione, e acuti al limite del grido ? non e’ forse meglio udire un colore normale nel basso e nel centro ma acuti timbrati e lucenti ,canto sfumato ecc ecc..(pertile docet ) Tornando a Vickers si puo certo riconoscergli l’innata musicalita’ e alcune ottime interpretazioni sempre pero’ limitate non certo dal timbro ma dall emissione tecnicamente scadente.

  11. e poi visto che tutti conoscete le prime registrazioni di giuseppe Di Stefano e’ il caso di paragonarlo ancora a Carreras ? non sono affatto un fan di Pippo anzi, ma il paragone e’ impietoso . fraseggio sfumatissimo,acuti squillanti,suono smorzato a tutte le altezze, colore bellissimo in tutta la gamma (non solo nel centro) ed interprete eloquente. tutte queste qualita’ carreras non le ha avute ne all’inizio ne a maggior ragione negli anni successivi. e’chiaro poi a tutti il perche’ di Stefano abbia dilapidato in pochi anni una tale natura ( perche’ solo di natura si trattava )

  12. non credo Donzelli, io ho sempre sostenuto l’importanza delle doti naturali ma senza tecnica non duri più di quindici anni e purtroppo Di Stefano e Carreras sono stati la regola e non l’eccezione. Carreras che ho ascoltato tantissime volte dal 1978 ha anzi beneficiato della pausa per malattia dal 1987 al 1988 e imparò a dire dei no che gli allungarono ancora la carriera che (si confronti la Forza del destino alla Scala con quella in studio diretta da Sinopoli) era al capolinea. Conservo una Carmen all’Arena del 1998 (lo scritturarono x due recite) dove nonostante i tagli al duetto con Micaela, alla trasposizione un tono sotto della romanza del Fiore, arrivò faticosamente alla fine facendo intendere a un pubblico tristemente consapevole del suo declino di esserne tristemente consapevole pure lui.

  13. Caro Donzelli, rimane il fatto che tu proprio quel brano hai sottoposto ad esame. Altro, ben altro, sarebbe stato con l’annuncio di morte della Valchiria, giustamente considerato da Lily Bart, che qui tutti noi stimiano, un momento supremo. Così l’Otello diretto da Karajan. Ma qui si usa il metodo consueto; si esamina un’incisione fra le meno riuscite del cantante che si vuole distruggere, la si confronta con le massime incisioni storiche di quel ruolo; e voilà, il gioco è fatto. Un gioco fatto sostanzialmente di disonestà volta a confermare qualsiasi pregiudizio, un giochetto nel quale solo uno sprovveduto può cadere. Ma basta di questo.
    Marco Ninci

    • carissimo Ninci, contrariamente a quanto si fa credere oggi, se uno sa cantare si sente in wagner come in verdi. qui non si fanno giochetti di alcun tipo . Vickers canta esattamente wagner come verdi, solo che in Verdi si sente di più. Il guinzaglio ai cani è stato tolto prima in wagner e poi in verdi, ed eccoci qui al canto odierno, dove l’opera tredesca è la palestra dei mostri più mostri mai uditi. il punto è che la diseducazione al canto rende ormai difficile parlare con la maggior parte del pubblico di malcanto, in wagner, poi, è ancora più difficile che in verdi. ma se vuoi un parallelo tra come canta vickers quel brano ed un grande tenore wagneriano VERO, ossia tecnicamente preparato ed in grado di cantare wagner come Verdi , gli esempi si possono sprecare. ma tu, purtroppo, come gran parte del pubblico oggi, non ci senti, non sei educato al canto e qualunque cosa ti si posti….non capisci. Parli per slogan pubblicitari, di quella pubblicità cara all’etichetta gialla. Vieni qui solo ad insultare e provocare.Tieni per te gli insulti di tendenziosità sin tanto che non avrai un apparato uditivo che ti consenta di parlare di canto….questo tuo sconosciuto!

      http://www.youtube.com/watch?v=Jzdv0NFt550

      • GIUSTISSIMO !!!! se bastasse l’intenzione a fare grande un cantante canterebbero a migliaia . Non nego che Vickers in alcune pagine di Otello sia un interprete notevole ma non e’ sufficiente per definirlo un moro storico. Otello presenta una scrittura vocale che Vickers a causa delle lacune tecniche non poteva eseguire al meglio. (neppure nell’incisione con Serafin nella quale aveva un po di anni in meno.

  14. ma scusate almeno d otello abbiamo tutto. Tamagno e Lauri Volpi compresi. Dio m potevi scagliar d Vickers non e’ eccellente? sia con serafin xhe con v.k.? gia’ la pleiade per es. chi l ha cantata come lui?

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