Consolatorie: Heinrich Knote

Wagner – Parsifal: Nur eine Waffe taugt – Heinrich Knote

Anche durante le festività pasquali molti teatri (quasi tutti fuori d’Italia) propongono spettacoli e forniscono quindi l’occasione per forfait più o meno illustri. Il più recente e clamoroso, tanto in ragione del Nome coinvolto quanto per il prestigio della sala, è quello di Jonas Kaufmann, infermato Parsifal alla Staatsoper di Vienna. La prima recita (giovedì 28) è stata sostenuta da Christopher Ventris, quella del giorno di Pasqua da Christian Elsner. Vedremo che cosa avverrà il 4 aprile, data dell’ultima rappresentazione prevista. Nel frattempo, agli amici viennesi e idealmente a tutti gli appassionati di Wagner non potevamo che offrire adeguata CONSOLATORIA, affidata a un tenore esemplare tanto nel repertorio tedesco quanto in quello italiano.

Verdi – Il Trovatore: Ah sì, ben mio – Heinrich Knote

 

E poiché il dipartito divino del canto è stato doverosamente incluso nel Quaresimal, colgo l’occasione per inaugurare ufficialmente il sondaggio tra i lettori: indicate nei commenti qual è stata la vostra puntata preferita (ovviamente in senso penitenziale) della rassegna da poco conclusa (o meglio, provvisoriamente sospesa).

24 pensieri su “Consolatorie: Heinrich Knote

  1. Così tanti talenti e così pochi premi!

    Premio Figòn (trd. it. “Bettola”): Rolando Villazon
    Anna Netrebko
    Premio Ceausescu: Angela Gheorghiu
    Premio Markétting Josè Cura
    Coppa Ceramiche Pozzi: Cecilia Bartoli
    Jonas Kaufmann
    Dmitri Hvrovostovsky
    Erwin Schrott
    Bryn Terfel
    Coppa Orfei: Natalie Dessay
    Coppa Stan Laurel: Ian Bostridge
    Coppa Kamikaze: Anja Silja
    Coppa Mai di Domenica
    (e neanche nei feriali): Agnes Baltsa
    Teglia Tacchino Bruciato: Sonia Ganassi

  2. sono stato molto combattuto tra Villanzon e la coppia Jonas Kaufmann e Dmitri Hvorostovsky, ma alla fine credo di poter affermare che il duetto cantato da questi ultimi combini in modo raro ingiustificate velleità, incapacità tecnica e insulsaggine musicale.
    Io voto per Jonas Kaufmann e Dmitri Hvorostovsky!

  3. propongo al Comitato dei Probigrisi di annullare il voto della Signora Bart Lily xché l’unico voto congiunto ammissibile é quello relativo al quaresimal III relativo ai candidati Kaufman J. e Hworostowski D. che sono stati indicati insieme e non mi risulta che sia stato introdotto dagli aventi diritto alcun procedimento di divisione. Con osservanza ed ossequio. Albertoemme.-

  4. Voto Villazon per l’evidenza dell’intenzionalità del dolo: si tratta di uno stupro premeditato ai danni di una delle più sublimi arie mai scritte.
    Fra l’altro c’è una possibile aggravante: non credo che l’aria sia stata eseguita così tagliata: credo piuttosto che il video comprenda solo la parte finale dell’esibizione. Se ho ragione, il video inizia dalla “ripresa” dell’aria, quella che usualmente si esegue a mezzavoce: figuratevi cosa doveva essere il resto…

  5. Difficile, difficilissimo dare 3 posti sul podio su 40 candidati che pur non avendo i difetti di certi, hanno difetti ancora peggiori.

    Inizio con 3 premi fuori gara 😛

    PREMIO GRANDE ASSENTE (ma pur presente come padre artistico, vocale, putativo, manager, consigliere, collega, etcetc): PLACIDO DOMINGO

    PREMIO MALCANTO (ossia della negazione totale di qualsiasi regola pratica e teorica di canto): ex aequo per IAN BOSTRIDGE e CECILIA BARTOLI

    PREMIO “MODALITA’ MUTO” (ossia “togliete l’audio finché siete in tempo”): ex aequo Kaufmann e Hvorostovsky

    CLAP CLAP CLAP

    Ed ora i premi tanto meritati!!!

    3° posto: PREMIO “VOCE DA OSTERIA” allo sbraitatore BRYN TERFEL, per la grottesca e ormai indecente parodia del canto, con bocca persino storta a cercare effettacci sonori di orrendo gusto.

    2° posto: PREMIO “PLEBE D’ARGENTO” alla rozza SONIA GANASSI, plebea nella voce, nella tecnica, nel canto e nella musicalità, sempre raggiante nel mostrare la sua inefficenza ed inadeguatezza con ruoli in cui scivola clamorosamente per grandezza e difficoltà vocale, per non parlare delle orrende e grezze variazioni dei brani.

    1° posto: PREMIO “SANITARIO D’ORO”, con l’onore di registrare “La Forza dei Sanitari” della nostra LilyBart, allo svociato, volgare, grezzo, sciocco, inespressivo, epilettico e non bello ROLANDO VILLAZON, con la menzione speciale di “Scarrafone dell’Anno” per l’indecente prova vocale dell’Elisir d’amore a Baden Baden!

    CLAP CLAP CLAP – ora possiamo lanciare gli ortaggi!!!

  6. Voto Villazon perche’ mi sembra l’epitome del malcanto. E’ una sorta di Jack lo Squartatore della corretta tecnica, e noi, come Lulu’ nell’ultima scena gridiamo : NO; NO; NO; NO; NO….

  7. Vedi, Aureliano, il problema è proprio qui. Quando si sostiene a apada tratta, secondo me anche in maniera vagamente compulsiva, che il canto è uno, è uno, è uno, è uno, la mancata distinzione fra le categorie che tu nomini è un fatto ovvio e necessario. Tutto ciò che si allontana da quel modello è un orrore, di cantanti di livello anche diversissimo non si può che parlare in un solo e identico modo,vale a dire avendone ribrezzo: di Villazòn come di Vickers, di Schrott come di Fischer-Dieskau, della Georghiou come della Dernesch. E’ un presupposto che non è neppure di competenza; è soltanto ideologico.
    Marco Ninci

    • Buongiorno professore, come avrai notato io non intervengo mai in questo Blog quando si parla di principi estetici, filosofie o teosofie. Questa storia del canto unico, limite mio o di chi lo teorizza e non si sa spiegare, non l’ho mai capita; probabilmente è troppo per la mia mente sì poco metafisica… come dice Jago, “io non sono che un critico” . Cerco, per quanto possibile, di mantenere una certa onestà intellettuale di fronte al “fatto musicale”. Io non so se il canto sia “uno” ma so che da determinati valori musicali ed estetici non posso prescindere e non condivido quando una precisa disanima tecnica (magari condivisibilissima) diventa “conditio sine qua non” per valutare un “fatto musicale” tout court e non solamente la prestazione del vocalista (inteso come musicista che usa lo strumento voce).
      Secondo me il buon senso dovrebbe farci distinguere tra personaggi come Villanzon, la Netrebko, la Bartoli, puri “fenomeni di marketing”, da altri magari mediocri vocalisti ma musicisti veri. Non distinguere un Villanzon da un Vickers, una Netrebko da una schwarzkopf vuol dire non valutare la prova del musicista Vickers o della musicista schwarzkopf, che restano cattivi vocalisti, ma non cattivi musicisti. Posso giudicare Fischer-Dieskau vocalista mediocre, posso non essere d’accordo con le sue scelte interpretative, posso giudicarle manierate, cervellotiche, stucchevoli, ma non posso negare che Fischer-Dieskau sia un musicista di vaglia.
      Le prove postate in questo quaresimal di un Villanzon, di Cura o della coppia Kaufmann/Hvorostovsky, sono non solo vocalmente disastrose, ma cosa altrettanto grave se non peggio, musicalmente prive di senso; ed ecco i fenomeni….

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