Direttore e senatore

Arturo_Toscanini2Il 5 dicembre 1949 l’allora capo dello Stato Luigi Einaudi nominò Arturo Toscanini senatore a vita.

Il successivo 6 dicembre Toscanini medesimo rinunciò alla nomina presidenziale. Solo un altro  nominato senatore a vita, nel 1991, rifiutò  la nomina il giorno successivo. Si trattava di Indro Montanelli. Di quale tempra e carattere, entrambi -il parmigiano direttore d’orchestra ed il toscano giornalista, conosciutisi per  tramite del salotto di Wally Toscanini-  fossero fatti è noto  e che vantassero un’elevata componente di anarchica indipendenza da tutto e da tutti, condita con facilità  a cambiar d’umore e di opinione, pur nell’assoluta fedeltà a certi principi, non sarò certo io a rivelarlo.

Facili e condivisibili i motivi che indussero Luigi Einaudi alla scelta. E non erano solo artistici. Questi, però, erano molti. A torto od a ragione Toscanini era l’ipostasi del direttore d’orchestra, ad onta che  la scuola direttoriale italiana avesse prodotto prima di lui Faccio, Campanini, Mugnone, Mancinelli. Aggiungiamo il vasto repertorio operistico  e lo sterminato sinfonico. Con riferimento al  secondo  si fa prima a dire che l’unico autore assente fosse stato Mahler, che per Toscanini era e rimaneva il rivale incontrato a New York nel 1909 e, grazie al contributo del clan dei napoletani cantanti, presenti al Met, prontamente rimandato in patria. E per quanto riguarda il melodramma per certo Toscanini fu figlio del proprio tempo con predilezione dei titoli da Verdi e Wagner in poi, che, primo italiano, diresse a Bayreuth, affrontò, anche titoli (come Ugonotti, Mefistofele e Wally) che le odierne grandi bacchette guardano con sufficienza. Non dimostrò – va detto – lo spericolato gusto per il nuovo ed il desueto, che fu di Gui (allievo di Mancinelli) e di Serafin.

Inaugurò, però, la ricostruita  Scala l’11 maggio 1946 con  l’esecuzione della sinfonia di Gazza Ladra e la grandiosa preghiera del Mosè, titolo, che (vedi Gavazzeni ne “Le campane di Bergamo”)  desiderò, senza riuscirvi, allestire in Scala.

E facendo menzione del concerto inaugurale della Scala emergono gli altri elementi fondativi della nomina. L’aver rappresentato con l’esilio (novello Ortis, potrebbe dire alcuno)  l’avversione al totalitarismo prima in Italia, poi in Germania ed, infine, dopo il 1938 in Austria. L’episodio dello schiaffo bolognese del 1929, seguito al rifiuto di eseguire “Giovinezza” non è che la punta  dell’iceberg della coscienza civile e della maturazione dell’uomo, che aveva aderito  al cosiddetto listone per le elezioni del 1919.

Toscanini fu tanto simbolo nel sentire popolare contro la dittatura che sui muri della bombardata Scala, proprio l’indomani dell’evento bellico, comparvero le scritte “W TOSCANINI” e che per la ricostruzione  del proprio teatro contribuì di tasca propria, non solo dirigendo gratuitamente il concerto inaugurale, ma  con una somma, che all’epoca consentiva l’acquisto di un vasto e lussuoso appartamento.  La folla che dieci anni dopo gremisce le strade fra il Duomo e la Scala per il funerale del Maestro resta come la viva testimonianza del sentimento popolare  verso un uomo spontaneamente poco simpatico, poco socievole e molto bizzoso.

I motivi, che spinsero Luigi Einaudi alla scelta sono ancor oggi e forse più oggi di allora, oggettivi ed inoppugnabili, come inoppugnabile dal punto di vista di Toscanini la rinuncia. Era un uomo che, nonostante le folle al suo rientro a Milano nel 1946,  non amava celebrazioni e  glorificazioni né da vivo né da morto, tanto che la tomba dove oggi è sepolto è quella che, per dirla alla milanese, “l’ha pagada con i daneé del so boursin”.

Ovvio, leggendo i giornali di oggi, perché SI DEVE celebrare Toscanini, chi lo nominò senatore a vita ed il rifiuto da parte del maestro.

 

Gli ascolti

Annuncio radio

Domenico Scarlatti (trascrizione di Vincenzo Tommasini)

Le donne di buon umore – Suite

1.Presto
2.Andante
3.Non presto in tempo di ballo
4.Presto

Felix Mendelssohn Bartholdy

Sinfonia No.4 in La Maggiore Op.90

1.Allegro vivace
2.Andante con moto
3.Con moto moderato
4.Presto e Finale: Saltarello

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Hector Berlioz

Roméo et Juliette

4. Scherzo: La reine Mab, reine des songe

Gioachino Rossini

Semiramide

Ouverture

NBC Symphony Orchestra

Arturo Toscanini

New York, 5 Febbraio 1938.

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56 pensieri su “Direttore e senatore

  1. a me fa disgusto la bassezza delle critiche,sulle nomine a senatori fatte adesso,inqualificabile,fatta da gente che da anni vivoklno sulle nostre spalle,e tutto si riduce a fango
    sono contento per Abbado,lui insieme agli altri fanno onore all’Italia,l’unico dubbio è la relativa giovane età di uno di loro…

  2. Se opportuna mi pare – dato il momento storico, ossia la fine di un conflitto e di una dittatura – la nomina di Toscanini da parte di Einaudi, non altrettanto mi sembrano le nomine di Napolitano, avvenute quando un conflitto grottesco e inaccettabile è al suo apice.

    • In merito all’ opportunità, direi che non c’ era momento migliore per riconoscere alla cultura e all’ arte quel riconoscimento anche politico che da troppi anni è stato usurpato da avvocaticchi, notai e faccendieri che hanno fatto così tanto male al paese. Ben vengano quindi queste nomine, con buona pace degli analfabeti e lividi Salvini, Grillo e Sallusti, rappresentanti dell’ Italia più becera e stracciarola.

      • Sono pienamente d’accordo con Mozart2006. La costruzione dell’identità di un popolo passa anche attraverso gesti simbolici e Napolitano ha nominato a una carica che istituzionalmente deve rappresentare il meglio dei cittadini italiani quattro persone di grande e riconosciuto valore, provenienti dal mondo della cultura e della ricerca. Com’è ridotto oggi il Parlamento ( che comunque è la forma democratica in cui si regola o dovrebbe regolarsi ciò che fonda la nostra comunità civile) a mio giudizio non sminuisce il valore di aver designato al S
        Senato 4 cittadini che onorano l’Italia nel mondo. Mi sento di dire W Abbado senatore a vita e grazie Presidente!

  3. Splendido il gesto di Toscanini. Se fossi in Abbado (che mi piace anche se non sempre mi convince) mi vergognerei di far parte di un “Parlamento” strapieno di corrotti, venduti e pagliacci… Si rischia di diventare la foglia di fico di una “istituzione” che si ricorda della cultura solo per gesti simbolici, ma MAI per la necessaria lotta quotidiana e convinta a favore del nostro patrimonio culturale, musica compresa, tra i più vessati e umiliati al mondo.

  4. Nel giorno in cui arriva la notizia della nomina di Abbado, l’Orchestra Mozart annulla tre dei quattro concerti bolognesi previsti da qui alla fine dell’anno: http://www.orchestramozart.com/index.php?mact=News,cntnt01,detail,0&cntnt01articleid=167&cntnt01origid=15&cntnt01detailtemplate=dettaglio-news&cntnt01returnid=75
    Viene soppresso, tra gli altri, il concerto che vedeva come principale solista Martha Argerich. Ragioni finanziarie, c’è grossa crisi, etc.
    Però il giorno stesso spunta anche questa news: http://www.maggiofiorentino.it/content/il-22-settembre-il-requiem-di-verdi-con-abbado
    Alcuni concerti sono orwellianamente più uguali di altri? O i soldi che non si trovano a Bologna si possono invece reperire in un’istituzione di fatto in liquidazione come il Maggio musicale?

  5. Napolitano ha bruciato l’ennesima opportunità di ridurre i costi della politica. Altri 720000€ all’anno buttati, perché tanto nessuno dei 4 ha bisogno dello stipendio da senatore, con Piano e Abbado in primis che peraltro mi chiedo quando parteciperanno alle sedute visto che stanno sempre in giro!
    Noto comunque il buon senso di Piano e Abbado, spero che tutti e quattro rinuncino allo stipendio da parlamentare. Faccio inoltre notare che la Cattaneo, cinquantenne e con probabilità di vita di altri 50 anni (che le auguro con salute e anche più) costerà alle casse dello stato 9 milioni di euro.

    Ai tanti che leggeranno sembrerò indelicato e “ragioniere” ma se invece di rinnovare i 4 senatori si fossero aboliti e si fosse dato un Ordine al merito con un grado superiore di quel che hanno, FORSE si smetterebbe di avere queste cretinate da vero e proprio Ancien Régime dove io vedo solo una figura reggente, anacronistica e totalitaria: Re Giorgio Napolitano!

  6. Caro Donzelli, questa volta il tuo scritto mi sembra pericolosamente fuorviante :rischia, certo involontariamente ,di portare acqua al mulino dei prezzolati senza dignita’ che criticano queste nomine (quelli che Pasquale giustamente stigmatizza). Il seguire il tuo consiglio ( implicito ed esplicito nel tuo testo) , ovvero di dimettersi, avrebbe rischiato di portare in senato individui tipo Letta zio (Opus Dei+Massoneria), Albertazzi ( con i suoi noti precedenti), Amato e via di questo passo.
    Ci sara’ anche un intento strumentale da parte di Napolitano, ma , a mio modesto avviso, l’aspetto principale e’ che, dopo tanto tempo, in senato siederanno persone di cui l’Italia deve andare fiera. Caro Dioniso, proprio perche’ il Parlamento e’ pieno dei personaggi che tu descrivi, ben venga l’arrivo di persone diverse che non ci faranno certo vergognare nel mondo. Cara Lily, bizzarra la tua motivazione, queste nomine sarebbero lecite solo al termine dei conflitti ?
    E infine , ma sopratutto, proprio per la battaglia sacrosanta a difesa della cultura e percio’ della musica che questo sito, quasi da solo, porta avanti con coraggio,pensate che al posto di Abbado andrebbe meglio Scilipoti ?

    • A parte il fatto che Piano ha giá detto che rinuncerá allo stipendio e pare che anche gli altri faranno lo stesso, non capisco perché ci si debba lamentare dei senatori a vita appena eletti. È una istituzione che mette in luce le eccellenze che ci sono rimaste in Italia e che le rende visibili a tutta la nazione e nel mondo. È un modo per segnalare che siamo ancora vivi, che possiamo ancora essere fieri di essere italiani, almeno per qualcuno ancora. Per quanto potranno contribuire poco ai lavori del Parlamento saranno sicuramente migliori degli altri mille cialtroni che lo occupano. Inoltre (e questa è la cosa importante) l’ esistenza dei senatori a vita è un fatto simbolico, che garantisce anche alle persone veramente eccellenti (in senso etimologico) di poter contribuire alla definizione delle leggi italiane. Il che non è poco, in questo paese di mediocri col fard.. E con tutti i soldi rubati, sprecati e male utilizzati, veramente c’ è qualcuno che pensa che questi destinati ai senatori a vita siano da evitare?
      Quattro stipendi in più, che come ripeto peseranno su ogni italiano la folle cifra di DUE centesimi di € l’ anno, non credo che accelerino il fallimento del nostro paese. Sono argomentazioni meschine o peggio in malafede! Forse chi si lamenta avrebbe preferito come senatore a vita l’ orribile personaggio che non voglio neppur nominare?

      • Vedi mozart, la tua generazione butta tutto in politica, fatta suon di retorica e demagogia peraltro. Queste nomine, come le precedenti, sono gesti meramente retorici e demagogici, cui questo paese è avvezzo come unica modalità del fare della politica, così malridotta, vuota e senza obbiettivi significativi. Fare che è fare niente, per la scienza e la cultura in questo caso. Esistono istituzioni scientifiche e culturali come i Lincei etc che, se gestite in modo oculato, possono fare nomine mirate e qualificanti per scienza e cultura in modo utile ed appropriato. In senato ci vanno i senatori, che fanno politica. Solo quelli hanno da sedere la, ad occuparsi di legiferare sui modi di salvare le istituzioni culturali e scientifiche che stanno colando a picco. La nomina di abbado non salva la musica, nè i teatri. Come quella di Piano l’architettura. Sono gesti che finiscono lì. Il mondo già riconosce queste nostre eccellenze, parlo del mondo scientifico e della cultura internazionali. E continua a rimproverarci la mancanza di tutela di cervelli ed artisti che o si fanno sponsorizzare dalla politichetta nostrana come abbado ( perché senza la politica in questo paese non si riesce a fare niente!)o debbono emigrare come rubbia. Francamemte in questo momento questo gesto di Napolitano è buono ma evidentemente inutile ed inefficace, e non immune da questo sentimento di retorica di cui parlavo sopra. In ciò che pensiamo le opinioni politiche francamente non c’entrano nulla. Almeno per le nostre generazioni, forse per quelle più vecchie che buttano tutto in politica si.
        Quanto a quello che voleva dire Donzelli, vorrei puntualizzare che il senso era che in Toscanini si identificava un paese intero, in Abbado, date le sue aperte convinzioni politiche che non sono in secondo piano rispetto alla sua arte, no. E questo, e torniamo al paese dove la politicizzazione è perfino nei loggioni, dove opinione politica del pubblico e del direttore non paiono affatto disgiunte in questi anni, non è cosa trascurabile e credo sia alla base delle polemiche. Perché Muti no? come dire: perché l’altra fazione politica non è stata riconosciuta?
        Quindi cultura e politica hanno in alcuni casi questo intreccio perverso, che non lascia la gente indifferente e crea polemica. In un momeneto in cui i pensieri debbono andare ad altro di più urgente e necessario.

    • Caro Massimo, ma io non ho affatto parlato male del valore simbolico della questione, valore che rimane: fare senatori a vita persone per il loro merito artistico invece che per la loro ignoranza o la loro capacità di vendersi è infinitamente meglio del contrario. Il mio discorso però andava già al di là di questo. Oltre a tutte le polemiche sulle strategie e sui calcoli (politici e remunerativi), si fanno passare queste nomine come un riconoscimento all’eccellenza e alla cultura italiana, che per il resto non vengono né riconosciute, né promosse, né valorizzate. Preferisco un impegno serio e costante sul nostro patrimonio che queste operazioni di facciata, che rischiano di essere solo un lavacro rispetto ai tanti drammatici problemi della nostra cultura e delle nostre eccellenze.

    • Caro Max,
      non ho mai creduto nell’efficacia del gesto retorico, soprattutto nei momenti di crisi quando le cose da fare dovrebbero essere ben altre.

      Sventolare il tricolore o la bandiera a stelle e strisce (come gli americani dopo l’11 settembre) può essere consolatorio e autoassolutorio ma non aiuta un ette.

      E non dimentichiamo il lato strumentale di tali nomine.

      D’accordo con Dioniso e Giulia, quindi, e, per quanto riguarda Moz, spero che questa bella notizia serva almeno a farlo rientrare in patria: un cervello in fuga di meno….

  7. qui ho l’impressione che si esca fuori dal seminato,con la demagogia grillina,evocata da sardus,e poi con i Montanelli ecc
    in Italia il presidente della repubblica ha il poter dettato dalla costituzione ,di nominare per meriti delle persone che hanno contribuito a mantenere alto,l’onore,e il prestigio nazionale,alla carica di senatori a vita.
    Queste persone adesso nominate noi tutti dobbiamo essere fieri.
    invece qui per mero calcolo politico,polemiche da paese del quarto mondo,tutto qui in italia si riduce a polemiche di bassa lega come fanno in tv in certe trasmissioni tv del pomeriggio.
    quando una parlamentare viene fuori a lamentarsi che Napolitano doveva nominare senatore a vita,uno che a giorni devono votare la decadenza per una condanna,e si stanno comportando come se questa persona è al di fuori dalla legge,arrivando al ricatto al governo( non entro in merito alla sentenza,o come dice lui è un perseguitato,non è la sede)allora vuol dire che in Italia c’è una pericolosa deriva sia democratica,che morale.
    il presidente Napolitano( che io tante scelte non condivido,compreso quella di farsi convincere a rimanere) ha nominato in parlamento persone degne di rapprsentare l’Italia,e io come italiano ne sono orgoglioso,e predendo a prestito le parole di Letta,sono solo formiche chi critica questi giganti,non penso che l’Italia vada a fallimento con la nomina di queste quattro persone,in questo magna magna generale che c’è in Italia,compreso i 5000 euro al mese che vanno regolarmente a Cicciolina e tanti altri che in parlamento hanno fatto una comparsata senza importanza,e adesso prendono il vitalizio e agevolazioni,a parte che questi quattro lo stipendio lo smisteranno in beneficenza o cultura,o ci rinunciono,cerchiamo di non sporcarsi dagli schizzi di fango,che vengono da una politica con la p minuscola,molto minuscola,e che stanno portando un paese da 5 potenza industriale ,come lo era,a livello di un paese delle bananes( che ci sono anche superiori)

  8. io credo che Sardus non abbia tutti i torti invece…dare del LEI ai soldi non e’ mai sbagliato e se penso a senatori a vita che erano decisivi per le sorti d un governo ho forti perplessita’ sul valore simbolico dell istituto

    • caro Alberto se fossero quattro paraquaqua,potrei essere d’accordo,ma non lo sono,e in ogni caso gente di alta cultura,non come quei pagliacci che li stanno criticano,quelli si paraquaqua al servizio del capo..comunque questo è un leggero fuori topic,però ti ho voluto rispondere,,queste persone possono collaborare a fare delle buone leggi nei rispettivi campi..

      • Duprez Napolitano a suo tempo è vero che ha firmato a favore ,per l’invasione,ma mi sembra che ultimamente,sia diventato un liberista altro che a favore dei deboli.dopo che Monti insieme alla lacrimosa Fornero,ha fatto quel decreto che mandava al macero diritti,rovinato la vita a tante persone,il nostro Sire,a braccetto di Monti in pompa magna è andato sul palco reale alla Scala per don Giovanni,mai come quella sera mi è venuto in mente i tempi dei nobili in carrozza,e la plebe sulle strade.
        A me fa piacere le nomine che ha fatto e sono orgoglioso per le scelte dei nomi,questo non toglie il disprezzo per questa persona e per la firma che ha messo sotto quei decreti,invece di portare il popolo al voto,perche è il popolo che deve decidere in una democrazia il suo destino,non gli accordi sbagliati fatti da certe persone,con una europa ,ben diversa da come doveva essere,scusate il fuori topic ,ma questo lo dovrevo scrivere

  9. Io, invece, non sono affatto contento della nomina di Abbado a senatore a vita (così come di quella di Piano, di Rubbia e della ricercatrice 50enne – un premio sulla fiducia, forse, come il nobel per la pace a Obama che appena avutone l’occasione ha pensato bene di dichiarar guerra ad uno stato sovrano per insondabili ragioni di “sicurezza nazionale”). Non sono contento per tante ragioni. Innanzitutto trovo vergognoso – in una democrazia occidentale – l’istituto in sé del “senatore a vita” (persino il soglio di Pietro è diventato a tempo determinato): qualcuno mi deve spiegare perché mai un cittadino – uguale a me nei diritti e nei doveri – solo per il fatto di dirigere bene una sinfonia, o progettare un bel palazzo o contribuire alla ricerca di qualche farmaco debba avere la possibilità di votare in parlamento, approvare leggi, tenere in piedi o far cadere governi, senza essere passato per un voto popolare! E – si badi bene – per tutta la vita! Sarebbe stato un bel segnale non nominare nessuno (dato che il Presidente ha la facoltà e non l’obbligo) e denunciare l’anacronismo di queste cariche profondamente antidemocratiche. Mi son sempre chiesto perché mai premiare il successo personale non con onorificenze, medagliette, titoli più o meno inutili (per chi ci crede), ma con una carica così influente nella vita politica. E pure a pagamento! Mozart2006 ci assicura che si tratta di 2 cent all’anno per ogni italiano…e quindi? Quei diversi milioni di euro (che diventano decine e decine moltiplicati per gli anni di vita) ben si potevano utilizzare diversamente: magari per dare una boccata d’ossigeno a chi tutela il nostro patrimonio storico tanto bisognoso di cure e restauri… Ma si preferisce investirli nella retorica da paese delle banane, per avere quattro pappagalli in più in giacca a cravatta a riempire il circo di Palazzo Madama (senza passare per la scocciatura delle elezioni ça va sans dire)! Ma se mi disgusta la carica in sé, ancor più disgustosa è la sua strumentalizzazione politica – e a pensar male direi che capitano a fagiolo, visti i numeri traballanti, 4 voti filo governativi assicurati – sì, perché come al solito la scelta è capitata casualmente in quell’area che si crede moralmente superiore, quella che divide l’Italia in due schiere: le persone e chi vota a destra. Ecco: Abbado, Piano, Rubbia e l’altra non hanno mai LEGITTIMAMENTE fatto mistero di una posizione politica forte e identitaria. Proprio il dibattito successivo alle nomine – letto anche tra i commenti che mi precedono – è indice di questo grosso pregiudizio. C’è chi ha detto che se non avessero nominato costoro allora – DRAMMA! – potevano essere eletti Muti, Zeffirelli o Albertazzi! Come se fossero degli ex brigatisti rossi con cadaveri sulla coscienza (ah no, di quelli il parlamento è pieno, senza lo scandalo di nessuno, a cominciare da un Presidente che nel ’53 inneggiava alla sanguinosa occupazione sovietica dell’Ungheria). Eppure anche Muti, Albertazzi e Zeffirelli hanno onorato la patria in Italia e all’estero, soprattutto il regista fiorentino. Ma evidentemente qualcuno è più uguale degli altri e senza determinati pedigree puoi fare cultura ai massimi livelli, ma resti sempre un cripto fascista berlusconiano… C’è chi si è fatto più furbo e da fascista nero è diventato fascista rosso e magari ci ha guadagnato un nobel (e nessuno scandalo avrebbe destato la sua nomina a senatore a vita). Se c’è qualcosa di disgustoso, dunque, non sono le critiche alla nomina di Abbado – e perché mai non potrebbe essere criticato? è ancora un uomo sino a prova contraria – ma la retorica pietosa che accompagna l’evento, la corte dei miracoli in crisi orgasmica, l’iperbole e l’estasi di chi lo definisce il più grande direttore vivente! Già, perché pure nel merito non sono d’accordo con la nomina: Abbado è un buon direttore, ma – come ho già scritto – non è certo il più grande di tutti. E’ senz’altro il più idolatrato, ma solo Goebbels pensava che una fesseria ripetuta milioni di volte divenisse verità. Ma la cosa più divertente è leggere che l’elevazione sui laici altari sia una sacrosanta riparazione al trattamento che la patria gli avrebbe riservato in passato. E allora ci sarebbe da dire che il Divo Claudio non è stato esiliato o cacciato, ma ha avuto solo problemi con la Scala e la politica meneghina (e Milano non è l’Italia), che in tutti questi anni si è esibito ovunque nel belpaese, onorato, festeggiato e PAGATO, molto ben pagato direi. Io non sono certo nazionalista o patriottico – anzi: personalmente detesto le manifestazioni di retorica patriottarda e patrioritardata e mi onoro di non essermi mai alzato in piedi quando nelle passate stagioni i teatri avevano il vezzo da dittaturella sudamericana di introdurre le serate con l’oscenità dell’Inno di Mameli: litigai pure con una signora di mezza età al Parsifal torinese quando nel silenzio magico di attesa, invece del preludio con l’Amen di Dresda mi toccò ascoltare l’orribile solfa dell’inno nazionale, e al mio mancato scattare in piedi venni “sgridato” dalla benpensante, a cui risposi di chiamare i carabinieri e di denunziarmi pure per l’accaduto, dopo avermi permesso di ascoltare in pace Wagner però – non sono nazionalista, dicevo, ma non posso non ricordare che il neo senatore all’epoca della nomina ai Berliner rilasciava interviste in tedesco anche alla Rai, alla faccia dell’onorare la nazione! Se volessi giocare al gioco delle tifoserie direi perché non Muti allora? Ha gli stessi meriti di Abbado (anche per ciò che riguarda i giovani talenti: l’orchestra Mozart che ha più della Cherubini? Entrambe non sono certo la Staatskapelle di Dresda…) e in più diffonde nel mondo – dove viene onorato e celebrato esattamente come il buon Claudio – l’opera italiana. Ma non è questione di partigianerie…è solo disgusto, fastidio e vergogna.

  10. Premessa: W Il Corriere della Grisi: Libertà di parola (come uno storico ascoltatore – Toni da Roma – apriva le sue telefonate a Radio Radicale).
    Svolgimento: Sfascisti nel canto, sfascisti in politica. (La Grisi cade nel risibile scomodando le Brigate Rosse!)
    Conclusione: Mi vedo costretto a evocare il mite Lenin, parafrasando ciò che egli disse una volta all’ottimo Umberto Terracini: Plus de souplesse, camarades grisiennes, plus de souplesse….

    • senti Grandine, adesso una domanda te la faccio io a te, che vieni sempre qui per criticare. Dei fascisti tu ti permetti di dirlo ai tuoi amici, chiaro? qui siamo proprio assai lontani. siamo solo nella palude dell’o stai di qua o stai di là, all’italiana, obbligati a schierarci? no. sarebbe stato lo stesso per muti od altro. penso che facciamo retorica e ho la libertà di dirlo fin tanto che mi pare. se a tuo avviso non posso, il fascio sei te! ciao
      ps ah dimenticavo, leggiti Travaglio oggi…..così vedi che certe idee sono condivise anche tra persone assai diverse in questo momento in cui ci sarebbe da fare ma si continua a non fare niente……Peraltro puoi sempre consolarti con Scalfari su Repubblica. ciao

    • Reazionari? Ah già…uscire dal conformismo politico iscrive automaticamente nelle liste degli ottusi. Lo sa bene il povero Muti che per un piccolo bisticcio con l’allora Ministro della Cultura (la Melandri – PD) è stato iscritto d’ufficio tra i berluscones anche se il Direttore mai si è schierato politicamente. Beh meglio non schierarsi o volare a Cuba per festeggiare i 73 anni di Fidel (definendola nel 2005 “paese all’avanguardia”)? Mmmm fammi pensare…
      Ps: ci sarebbero anche accuse di un problemino col fisco nel 2008 e la residenza a Montecarlo, ma non vorrei essere troppo reazionario…

    • nessuna delle due cose caro!. ci piace la buona musice ci siamo rotti della retorica. hai sentito oggi renzi a genova? io si, e mi ci ritrovo. dunque attento a non essere massimalista e a parlare per luoghi comuni e motti e frasi fatte….che è il solo modo noioso ed esteriore in cui si parla in questo paese! ciao

  11. Cara Giulia, e’ giusto non parlare per luoghi comuni, abbiamo espresso civilmente le nostre opinioni riguardo a “Direttore e Senatore ” di Donzelli, ora , cosa ne dici di tornare alla musica ?
    Per esempio dando continuita’ agli utilissimi articoli confrontanti i vari direttori d’orchestra , magari stavolta occupandoci degli “emergenti”?

  12. Concordo pienamente con Gilbert-Louis Duprez.
    Trovo anacronistica la norma che si possa NOMINARE e non eleggere
    direttamente chiunque, sopratutto se poi il loro voto su leggi e formazioni di governi viene falsato (sia che siano a destra che a sinistra) Questa norma della costituzione è un residuato dell’assolutismo monarchico settecentesco.
    Caro Mozy il tuo livore per la poca simpatia che le nomine raccolgono, mi da fastidio, ti reputo una persona intelligente. Quello che sembra un atto di riconoscimento (la nomina) è solo un modo, arcaico e stupido di ricordare che la cultura merita, attenzione. La cultura si qualifica per la coerenza non per una nomina,o quattro

  13. I senatori a vita sono un residuato regio; un’istituzione semplicemente da abolire, a prescindere dal volore, indiscutibile, dei quattro nominati. I quali bene benissimo avrebbero fatto a rifiutare, anche se con modi gentili. Poi, non mi posso dimenticare del fatto che è stato attraverso la nomina di un senatore a vita, per meriti del tutto inesistenti (una statura scientifica mediocre accoppiata a frequentazioni di banche e istituzioni internazionali assolutamente non trasparenti), che è nato il governo Monti, il quale ha aumentato a dismisura la recessione senza risolvere uno solo dei problemi del paese. A mio modesto parere, il peggior governo della storia della repubblica.
    Marco Ninci

  14. Caro Mozart2006 non so se ti sei accorto di quanto scritto oggi dai giornali: Due dei quattro nuovi eletti hanno, o avevano residenza fiscale a Montecarlo (notizia da Repubblica nel 2008)
    Ora sei ancora del tuo parere?

  15. Caro Mozart2006, spiace che la prendi sul personale… io non avrei nominato quei, o altri, senatori a vita, semplicemente perchè è un atto stupido. Nel 2013 che ci si riferisca ad una legge del 1948 fa ridere, e piangere. Si tratta di soldi spesi inutilmente perchè dette persone non necessitano di altri lustrini, eppoi il loro voto conterà pesantemente nella politica e questo non è giusto (sia di destra o sinistra) Che questi signori possano votare per il matrimonio gay o una dichiarazione di guerra questo sì che è una jattura.
    Riguardo ad Abbado la cosa mi dà fastidio, perchè egli se ne andò da Milano proprio sull’onda di polemiche fiscali, ma siccome egli ha espresso giudizi sulla poca affidabilità di chi non vota come lui desidera, allora io dico: quella nomina non la approvo punto.

  16. Scusate il ritardo ma ero in viaggio e non avevo accesso alla Rete. Ero sicuro che il blog sarebbe stato pieno di commenti interessanti sul tema e non vedevo l’ora! e mi immaginavo i commenti sul BlackBlog “avversario” (non ci sono ancora andato, a vedere…).
    Abbado se non erro risiede in Svizzera, non a Montecarlo (ma non ne sono sicuro). Meglio, cosi’ sullo stipendio paghera’ poche tasse…
    Un appunto a chi scrive che il senatore piano (minuscolo voluto) ha gia’ detto che rinuncera’ allo stipendio: sapete che e’ quasi impossibile riuscirci? e’ da ridere ma e’ cosi’, lo so da fonte certa ed attendibilissima. Sarebbe piu’ semplice fare una legge (costituzionale?) che prevedesse prestazione “gratis et amore” per i senatori a vita, ma deve essere troppo complicata da fare.
    Muti di destra? mah… al limite direi che e’ un seccatore apartitico, e questo puo’ non piacere a chi nomina i senatori a vita (anche? purtroppo? forse?) per necessita’ politica.

    saluti a tutti!
    otto

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