Sorella Radio. ROF 2013, terza tappa: L’occasione fa il ladro.

sorella radioLo abbiamo scritto anche l’anno passato e lo ripetiamo anche quest’anno proponendo, per sola completezza di “Sorella Radio”, qualche riflessione sull’Occasione fa il ladro, terzo spettacolo dell’edizione del Rossini opera Festival 2013, ovvero, a che servono e che rappresentano questi spettacoli. Tre piccole chiose sentiamo l’urgenza di farle.
L’occasione fa il ladro è una farsa, non l’ultima, rappresentata a Venezia nel novembre 1812, ovvero un mese prima di Pietra del Paragone e quattro prima del Tancredi, ossia di due autentici capolavori del geniale ventenne compositore. E questa operina non è da meno, non tanto nella parte buffa di Martino e Parmenione, ma in quella degli amorosi Berenice e Alberto cui s,no riservati arioso, duetti e arie di splendida fattura, che fanno capire che cosa avrebbe prodotto di lì a pochi mesi il giovane Giachino.
Con tale gioiello quanto offerto a Pesaro offende ed umilia la maestria di Rossini perché lo spettacolo non era degno di una accademia seria e neppure di una filodrammatica o della parrocchia. Due buffi, signn. Roberto De Candia e Paolo Bordogna, caricati e sgraziati, che smentiscono vent’anni di censure ai Corena ed ai Montarsolo, di cui gli scritturati ripropongono solo vezzi, caccole e cacchinni; una coppia di amorosi dove il tenore, Enea Scala,  frana, stecca, e si strozza su semplici sol e la acuti ed il soprano Elena Tsallagova, ha agilità scolastiche e peso men che piuma, tale da non eseguire con varietà di colori un andante. Tutto ciò non trova nel glossario del Corriere della Grisi aggettivi differenti da quelli sopra spesi.
In mezzo a tanto duolo dobbiamo segnalare che la direzione della giovane Yi-Chen Lin, nulla di che, nessuna idea che colpisca specialmente, anche perché con quella compagnia di canto sarebbe difficile mettere in pratica qualcosa, ma almeno l’accompagnamento è sempre stato giusto, preciso in ogni momento e nessuno svarione. Non è molto, lo ammetto, ma tenuto conto di quel che abbiamo dovuto sentire nelle due produzioni di punta, così avercene!
Ultima osservazione, forse ancor più dolorosa e meritevole, nel contempo, di riflessione: il tono di compatimento e stupore dei commentatori radiofonici nel riferire dello spettacolo, storico ed ingegnosissimo, di Ponnelle con tanto di domande inutilmente imbarazzanti a Sonia Frisell,se si sentisse o meno umiliata dal dover riprendere una vecchia produzione. Il tutto dopo i peana spesi commentando ed intervistando i discussi Livermore e Vick, che non hanno certo offerto i loro meglio ( ammesso che li si possa paragonare ad un genio come J.P. Ponnelle! ) Senza polemica, ma osservando il fenomeno: per costoro come per il diffuso sentire corrente oggi nel teatro,  meglio un brutto spettacolo nuovo che un azzeccato e felice spettacolo ripreso. C’è di che meditare.

 

Gli ascolti

Rossini – L’occasione fa il ladro

Atto unico

Quel gentil, quel vago oggettoItalo Tajo, Mitì Truccato Pace, Pietro Bottazzo, Cecilia Fusco e Gino Sinimberghi (dir. Luigi Colonna – 1963)

D’ogni più sacro impegno – Rockwell Blake (dir. Ottavio Dantone – 2003)

 

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10 pensieri su “Sorella Radio. ROF 2013, terza tappa: L’occasione fa il ladro.

  1. Alla fine della prova generale, la Signora Frisell
    ha interrotto gli applausi del pubblico, e ricordato il grandissimo
    regista. Il pubblico, giustamente, si e’ alzato in piedi…
    All’uscita dal teatro, non si notavano le facce attonite o perplesse viste alle rappresentazioni dell’Italiana e del Guillaume.
    Tutti avevano capito tutto.
    La signora Lin, e’ il solo direttore, quest’anno a Pesaro,
    che non mi abbia fatto sentire pernacchie in orchestra,
    orchestra c’e’ da dire, meno blasonata di quella del Comunale.
    Cast di serie C.

  2. Non c’ è molto da aggiungere. Il soprano oltre a essere una semidilettante cantava in netrebkese, la celebre lingua morta non ancora decifrata dagli studiosi nonostante lunghi anni di studi e ricerche. Il resto del cast era formato da attori di prosa. Solo un commento sulle pessime riprese sonore di Radiotre, inferiori per qualità anche ai files che scaricavo dieci anni fa, ai tempi eroici di Kazaa e Napster. Forse alla RAI in nome della filologia utilizzano ancora le apparecchiature dell’ epoca di Guglielmo Marconi?

    • e mi sembra che invece di migliorare si stia peggiorando. Quest’anno le riprese erano o sorde o squilibrate, a volte sembrava avessero i micrifoni legati alle caviglie (e non solo per le scarpe cigolanti del Tell…) un apoteosi di rumori di scena, di botte sul proscenio… ma non si può tornare a un bel microfono ambientale e morta là? quai quasi certe riprese radio degli anni 60 erano migliori di queste.

      • Ma, Aureliano caro,
        non erano i microfoni alle caviglie, magari!
        Erano i coristi che con le scarpe in mano
        ogni tanto le battevano ritmicamente.
        Oppure le strofinavano e facevano cadere,
        (polvere? terra elvetica? sassolini?),
        boh!!!. Dopodiche arrivavano quelle
        cattive delle guardie, e obbligavano coro
        e protagonisti a ripulire un’altra volta il
        palcoscenico con degli stracci dalla
        presunta (Sporcizia)? Bohhh. E giu’
        frustate e calci in culo, strattonamenti…
        Un casino da non credere, e da non vedere
        se permetti caro. Ciao.

  3. Terza pernacchia del ROF agli amanti del genio pesarese.

    Una menzione speciale al Maestro Vitali di radio3 che con i suoi commenti e interviste ha risplesso o risplenduto o come diavolo si dice dello stesso fulgore irradiato dalle preziose proposte.

    • Si dice “risplenduto” Lily. Gabriele D’Annunzio usò questa forma nella ‘Canzone per la tomba di Giosue Carducci’:

      “… e al Sol che sempre verna
      assumere con impeto aquilino
      la superstite forza di quel canto
      che fece il santo Nome a noi più santo.
      Necessità del fuoco, hai risplenduto!”

      Ma dimmi un po’, il tuo nickname viene per caso dalla protagonista di “La casa della gioia”, il bellissimo romanzo di Edith Wharton?

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