MANGIARE DI MAGRO I: Elisir d’amore di Schipa, una doverosa risposta

Immagine anteprima YouTube Villazon 2012

Immagine anteprima YouTube Florez 2012

Tito Schipa – 1962

Immagine anteprima YouTube Schipa 1929

Su un foro di lingua tedesca ad opera di un forumista tedesco mi è toccato leggere quanto segue.

Ho sentito via radio nel canale francemusique una registrazione della „furtiva lagrima“ che era tanto terribile che volevo spegnere – ho lasciato acceso solo per sapere chi avesse cantato. Il tenore si chiamava Tito Schipa. Il fraseggio male, la respirazione difettosa, non cantava sul fiato, qualche frase veniva affrettata per poter prendere fiato, l´ultima nota era tenuta troppo lunga con un’oscillazione notevole. Dalla qualità audio dovrebbe essere una registrazione degli anni 40 o 50. Possiamo solo sperare che nessun cantante abbia preso questa registrazione come modello. Su wikipedia c´è scritto che questo cantante ha lasciato in disco delle registrazioni che anche oggi sono di riferimento: Almaviva, Nemorino, Ernesto. Allora mi chiedo perché era tanto famoso questo cantante? Villazon anche nella crisi vocale più profonda aveva una tecnica migliore ed anche Florez è molto molto migliore di questo.

Per rispondere a tanta sbandierata e crassa ignoranza (lo scrivente dichiara di aver 64 anni e di avere studiato canto: sic!!!) basterebbe ricordare che all’epoca di quella registrazione Schipa aveva ufficialmente 73 anni, ma forse erano già 77. Quindi per dire che è un preclaro esempio di malcanto e che Villazon anche al suo peggio e Florez sono, invece, esempi di perfetta tecnica canora dovremmo disporre delle registrazioni delle due pietre di paragone alla medesima età di Schipa. Le migliorate condizioni di vita mi fanno certo sin d’ora che entrambi i tenori raggiungeranno l’età di Schipa, le peculiarità tecniche di entrambi mi rendono sicuro che sulla settantina nessuno dei due potrà pensare e permettersi esibizioni pubbliche.

Allora per questo primo Mangiare di magro secondo le prescrizioni della penitenza  non posso che proporre Florez e Villazon nella tenera romanza di Nemorimo, assolo che sia detto subito vocalmente non presenta difficoltà insormontabili per nessuna voce di tenore che sappia padroneggiare la zona del cosiddetto passaggio superiore e sappia, per conseguenza addolcire e smorzare la voce per sospirare la sorpresa del contadinello orobico (anche se l’azione si finge nel paese dei Baschi) che scopre di essere amato dall’irraggiungibile Adina.

Allora prendiamo i tre chiamati in causa dal forumista viennese sulla quarantina.

Cominciamo con  i due esempi di canto e cosa sentiamo e magari vediamo visto che si tratta di video.

Nel caso di Villazon vediamo una specie di Speedy Gonzales in attesa di un assalto di Silvestro e ci chiediamo se abbia letto o gli abbiano spiegato (a lui ed al regista) che cosa sta succedendo in scena, non bastando il testo di Felice Romani, sentiamo con un tempo piuttosto veloce  all’attacco un suono piuttosto tubato, ingrossato e sonorità sul forte quando  Nemorino in esecuzione dell’indicazione di dolce attacca il larghetto. Si tratta di banali si e do centrali e di un paio di fa3 ed il cantante non riesce a non prendere fiato ogni parola o quasi. Arrivato ai primi acuti (parchi della prima strofa) il cantante non solo non governa il la acuto di “feSTOse giovani”, ma inizia ad aprire e spingere sul fa di “quelle”. La dizione è artefatta con il mezzuccio di mutare le “i” in “e” vedi “envidiare”. All’alzarsi della tessitura ” che più cercando io vo” la fatica nel rispettare il legato dà luogo a suoni stirati ed afonoidi e naturalmente nessun colore, nessuna smorzatura o rispetto della forcella  nel passaggio al forte (espressamente previsto sicché è chiaro che nella parte precedente NON si deve cantare forte) di “m’ama si m’ama”, il passaggio la-fa di “lo vedo” è un falsetto roco. Alla ripetizione de “i miei sospir confondere” il cantante non riesce a legare e i suoni sono  presi da sotto e forzati. Da quel punto alla fine della romanza non si sentono altro che suoni duri e contrazioni di gola, nessuna smorzatura salvo quella di  “di più non chiedo” prima della cadenza dove il cantante sale sino ad un forzato la nat e chiude con un falsettino su “d’amore”.

Esempio di che cosa? sicuramente non di rispetto delle indicazioni di spartito e del momento scenico e della psicologia del personaggio.

Poi domando anche di quale scuola e canto sul fiato sia esempio questa esecuzione?

Alla medesima interrogativa retorica si giunge dopo l’ascolto di Florez.

Basta sentire l’attacco per capire che il cantante sta cantando al massimo della propria disponibilità vocale tanto è che la forcella del “invidiar sembrò” è accennata piuttosto che eseguita e quella del “m’ama si m’ama” pressoché ignorata perché è dall’attacco che Florez canta forte e quando il cantante smorza il primo “lo vedo” che stia emettendo un falsetto è piuttosto evidente e confermato dal fatto che il suono non ha la stessa sonorità e la stessa posizione dei precedenti. La mancanza di colori che è conseguenza di una voce che “non gira”  sono evidenziati dalla struttura strofica dell’aria, che, se non impone varianti (per altro previste dal medesimo Donizetti e mai eseguite essendo piuttosto basse), impone, però, una dinamica sfumata, colori e capacità di differenziare la prima dalla seconda strofe,  dimostrata dalla monotona piattezza di “confondere i miei coi suoi sospiri”. Che poi il tenore peruviano tocchi un do acuto alla cadenza non serve a nulla perché il brano non richiede questa piccola prodezza. Il che non significa no alle puntature, ma più precisamente che possono esserci puntature utili ed altre inutili. Certo che un do acuto smorzato alla Fleta ci sarebbe stato benissimo e avrebbe reso il senso sospiroso e notturno del brano oltre che celebrato il cantante per una cospicua prodezza canora.

Quando non si dispone della dote naturale di alcuni coetanei (un Gigli, un Fleta ed anche un Bonci) si DEVE per essere un cantante ed un interprete cantare come Schipa ovvero con il sostegno di una tecnica, che consenta di smorzare o rinforzare ogni nota, che lo preveda o meno lo spartito,  di respirare con la musica e sulla musica, di dare senso ad ogni parola. Ora l’ultima possibilità può anche sfuggire a chi, come il blogger la cui sparata ha dato luogo a questo “mangiare di magro”, ma le altre che sono comuni a tutti i grandi cantanti di scuola tedesca sino al 1950 non possono sfuggire, altrimenti si diventa un potenziale Nemorino nelle mani di qualche sedicente dottor Dulcamara.

29 pensieri su “MANGIARE DI MAGRO I: Elisir d’amore di Schipa, una doverosa risposta

  1. E’ un durissimo esercizio di autocontrollo per me trattenermi dall’usare parole truculente per descrivere la sensazione provata dopo aver sentito le prime battute della furtiva lagrima di Villazon sopra postata (ho fermato dopo ” festose giovani invidiar”, oltre non potevo sopportare). Mi trattengo anche dall’insultare coloro che apprezzano questa roba, e non per rispetto umano, sia chiaro, ma solo perché farei peccato e siamo in Quaresima. Mi limito a dire che basta e avanza lo Schipa settuagenario del concerto d’addio perché il messicano risulti largamente perdente nel confronto.

  2. Vorrei fare i complimenti….a madre natura…è un miracolo che VillaNzon riesca ad arrivare non afono alla fine dell’aria…ogni volta che prova a girare ingola sempre più…è doloroso da guardare…senza voler considerare il gusto da post sbronza in osteria…terrificante…

  3. Florez è un cantante, pur con tutti i difetti giustamente elencati da DD ma è un cantante, Villanzon è uno che in un epoca più civile di questa avrebbe potuto esibirsi alla Corrida di Corrado, non in teatro. La qualità del giudizio del forumista viennese si commenta a sola, uno che non sa chi è stato Tito Schipa o che non conosce le sue regisrazioni è semplicemente uno che non sa di cosa sta parlando.

  4. Un tempo quando leggevo queste cose mi inc… e mi rovinavo la giornata. Dopo qualche anno ho cominciato a capire . In casi simili non vale neppure la pena di motivare. Paragonare Schipa a Florez o peggio a quella caricatura di un cantante che è Villazon ( oggi veramente il peggio del peggio) non significa solo incompetenza e disabitudine all’ascolto ma sordità totale.

  5. Villanzon è grottesco. Tutto in lui è sbagliato. Florez se non altro esibisce un canto professionale, ma non va francamente oltre. L’uno urla a più non posso, ma il suono indietro e in gola è sempre inesorabilmente piccolo incerto nell’intonazione e insignificante nell’espressione. L’altro pur cantando a piena voce ha mezzo vocale limitato, e limitata è la paletta espressiva. Schipa dimostra che cantare significa porgere, la voce avanti ha i colori dell’arcobaleno, e la cadenza fluida ed elegante si chiude sulla penultima nota che è una messa di voce da antologia; con ciò scolpisce il personaggio a tutto tondo, e rende stupefacente servizio alla musica e a Donizetti.
    Ma che a Villanzon non ci sia peggio è frase temeraria: si provi ad ascoltare Kaufmann al seguente link:
    https://www.youtube.com/watch?v=qOVjWb8xcYc
    egli ci dimostra come la gola è l’abisso dove s’affossa qualsiasi intenzione interpretativa. Bye bye!

  6. Vivaverdi
    di solito, come ultimamente ho avuto occasione di scrivere su questo blog, non amo i vecchi cantanti che molto spesso ci fate ascoltare, ma sono contento di aver potuto apprezzare tanti anni fa un’incisione del Don Pasquale con Schipa (e un’insopportabile e caprina soprano di cui non ricordo uil nome) che mi ha aperto un mondo. Schipa era un cantatante stupendo e l’osservazione di quell’appassionato tedesco lascia basiti. Questo però mi conferma ancora una volta che il pubblico tedesco non capisce una mazza di canto: basterebbe vedere che cosa ingoiano a Vienna. La qual cosa fra l’altro mi ha sempre stupito pensando a come invece amino la musica in genere, basta pensare alla qualità eccelsa delle loro orchestre.
    Saluti cordiali

        • che di canto poco s’intendono. e che sono, i tedeschi di germania, i padri delle moderne teorie sul canto, anzi sul malcanto, grazie a mamma Cosima e amici. e scuole di malcanto come la Martissen Loman etc. etc. e che hanno case discografiche che hanno massacrato il canto, sponsorizzando mostri di ogni tipo. si sa. e che ingoiano dal dopoguerra cantanti indecenti che qui mai e poi mai farebbero carriera. basta guardare le stagioni e i nomi. infatti hanno inventato il perverso sistema dei cantanti stabili tuttologi, modeste voci dalla modesta tecnica cui fanno fare di tutto, tanto il pubblico li applaude. si sa. e che sono i profeti dei registi moderni, delle regie insultanti, dei cappotti grigi, del sangue che cola in scena, delle porcate visive alle quali è stato affidato il destino di reggere la lirica…e infatti eccoci qui. si sa.

          • Ah, ti riferivi a certe tendenze moderne…sorry avevo frainteso (perché la tradizione vocale germanica è di straordinaria ricchezza: da Schutz in poi)

  7. Beh – se vogliamo lasciare a parte le nationalita possiamo anche dire che il pubblico d’ oggi in generale e dappertuto non e’ molto portato per il canto, no? E quelli che sono convinti di capirne qualcosa ma sono senza orecchio come quel utente certamente sono i peggiori.

  8. E’ ovvio che Schipa sia un modello anche da anziano. Piuttosto,
    questo è uno di quei momenti in cui mi sorgono dei dubbi sulla libertà di parola: davvero tutti possono dire ciò che pensano? Credo che nel privato sia possibile, diversamente bisognerebbe tacere se non si ha almeno una conoscenza basilare di ciò di cui si parla e, soprattutto, rispettare e meditare sulle opinioni di chi, di contro, ne capisce.

    Mi trovo d’accordo con il pensiero espresso dalla Divina Grisi sui tedeschi e sul canto: troppa teroria, se manca la pratica e il gusto, non può che portare a certi risultati.

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