MANGIARE DI MAGRO IV: Leggere e tradurre i giornali.

ZeitungenTalvolta dalla musica, dall’armonia e dal canto, che speriamo sempre di scuola, di gusto e pertinenza stilistica è bene fare astinenza e allora ci diamo al ripasso della lingua di Schiller e di Mann sia pure applicata alla cronaca quotidiana ed alle vicende che stanno a latere dalla musica. Può essere interessante spunto di riflessione ed allora lo proponiamo così come proposto ad altri ex sudditi di casa d’Austria. Buona lettura, buona riflessione.

 

 

http://magazin.klassik.com/news/teaser.cfm?ID=10785&nachricht=Alexander+Pereira+h%FCbscht+Bilanz+der+Salzburger+Festspiele+auf

Pereira abbellisce il bilancio del Festival di Salisburgo

Il Teatro alla Scala compra 6 produzioni del Salzburg Festival. La circostanza è confermata da Helga Rabl-Stadler, presidentessa del Festival. Il Festival di Salisburgo così può chiudere il bilancio per l´anno 2013, contrariamente ai timori, con un attivo di 400.000 Euro.
A seguito di questa vendita l’attivo del bilancio aumenta di 1,6 milioni di Euro. Pereira, ancora Sovrintendente di Salisburgo e dal 2015 a Milano, in questo caso è al tempo stesso venditore ed compratore.
Le produzioni per la Scala saranno, tra le altre, Don Carlo, Lucio Silla e Meistersinger. Wilfried Haslauer, presidente del Festival, sostiene che Pereira così abbia tamponato alcune perdite nel suo opulentissimo programma portandosi le produzioni a Milano. Helga Rabl-Stadler critica Pereira per avere risolto così un problema che lui stesso aveva creato. Non è noto al momento se i finanziatori della Scala siano danneggiati in qualche modo di questo in-sich-Geschäft, ovvero “affare con se stesso”. C´è chi dice che siano stati pagati prezzi esagerati per queste produzioni, per compensare gli errori di Pereira a Salisburgo.

http://salzburg.orf.at/news/stories/2639374/

Festival di Salisburgo : Pereira acquista da Pereira
Il festival può chiudere positivamente il bilancio per il 2013. Anche il temuto calo è stato evitato, perché il direttore Alexander Pereira, chef della Scala di Milano dal 2015, riprenderà le grandi opere di Salisburgo.
Il risultato positivo per il Festival d’estate 2013 è poco meno di 400.000 €. C’è un motivo principale, dice la presidente del festival Helga Rabl-Stadler : “Come nuovo direttore della Scala, Pereira compra le produzioni del Festival di Salisburgo. Questo di per sè ha migliorato il risultato di 1,6 milioni di euro.”
“Risolve il problema che lui stesso ha causato”
Si tratta in particolare di produzioni che non vengono più rappresentati al Festival, tra cui Meistersinger, Don Carlos e Falstaff. Si rappresenterà ancora Norma e naturalmente Jedermann. Siccome anche nel 2013 i loro costi sono stati importanti, il risultato è stato ulteriormente migliorato di circa € 580.000.

Quindi Pereira avrebbe acquistato il festival? Il governatore Wilfried Haslauer (ÖVP) – attualmente presidente del Consiglio d’amministrazione del Festival – è diplomatico: “Il signor Pereira ha evitato il pericolo imminente di perdite causato del suo programma molto opulento, prendendo con sé qualche produzione a Milano.” Helga Rabl-Stadler ha aggiunto: “Si potrebbe anche dire che lui ha risolto il problema che lui stesso aveva causato” .

Pereira portera con sé sponsor e mecenati?
L’eccedenza di 400.000 € del 2013 farà effetto, tuttavia, solo sul programma del 2015. Nel 2014 il Festival di Salisburgo dovrà accontentarsi di circa 58 milioni di euro ( 2013: 62,5 milioni). Il Presidente del Consiglio d’amministrazione Haslauer ha spiegato che l’obiettivo di bilancio di due milioni di eccedenza per quest’anno è stato corretto verso il basso.
Anche se la vendita dei biglietti promette di essere più alta del previsto, sono partiti gli sponsor ed i mecenati. «Però siamo ottimisti che nel 2014 finiremo con un milione di eccedenza”, ha sostenuto Haslauer il cui “non ha la sensazione” che Pereira ritira consapevolemnte i mecenati a Salisburgo. Anche Rabl-Stadler ha sottolineato che percepiscono insieme la responsabilità economica per il festival: “Le mie decisioni e quelle di Pereira sono in armonia”.

Al momento nessun aumento delle sovvenzioni
Per il momento non si pensa di aumentare le sovvenzioni per il Festival di Salisburgo. “Per il 2014 ed il 2015 non ci sarà nessuna valorizzazione”, dice Haslauer . «Ma per 2016 il governo federale ha segnalato la disponibilità al dialogo, ma ci vuole ancora qualche approfondimento.”
Haslauer ha sottolineato che per il governo federale il Festival è un ottimo affare. “Il festival ottiene dal governo federale sussidi per un importo di € 5.400.000. In tasse e tributi circa 36 milioni ritornano direttamente verso il governo federale. “Nel complesso il Festival di Salisburgo viene sovvenzionato per circa € 13.500.000.

Sullo stesso argomento:

http://diepresse.com/home/kultur/kunst/1585220/OpernExport-aus-Salzburg-fur-die-Scala

http://www.nachrichten.at/nachrichten/kultur/Pereira-stopft-aus-Mailand-Salzburgs-Finanzloecher;art16,1348580

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54 pensieri su “MANGIARE DI MAGRO IV: Leggere e tradurre i giornali.

  1. Sarebbe interessante sapere: 1)il costo per La Scala di questa operazione, ovvero :non e’ che per tamponare i l danno economico apportato a Salisburgo il nostro piazzista abbia sopravalutato il valore delle produzioni salisburghesi ? 2) perche’ comperare produzioni di opere gia’ allestite dalla Scala? (Falstaff, Don Carlo) , 3) La Scala possiede competenze di altissimo livello in grado di produrre autonomamente opere, cosi’ non si sottoutilizza cio’ che gia’ abbiamo ? 4) Quando e’ stato chiamato a Milano non si conoscevano i danni fatti dal senescente piazzista a Salisburgo ?Per favore, scusate la mia ignoranza,ma chi sono i soloni che lo hanno chiamato ? i nomi, i nomi…..

    • I nomi sono conosciuti da un pezzo: Bruno Ermolli e Giuliano Pisapia. Quest’ultimo sostiene che a lui il nome l’aveva fatto Claudio Abbado. Peccato che quest’ultimo non sia più in grado di confermare…

  2. Si conferma per ciò che è: un abile uomo di affari, specie dei suoi.
    Un “volpone” che sì è già aggiudicato la gestione dell’ufficio deputato ai contratti con le varie TV per le riprese e/o dirette televisive, mettendoci a capo il suo braccio destro.
    Siamo in piena “colonizzazione” e d’altra parte uno che chiama per nome Michieletto e lo reputa “il miglior regista italiano del momento” si presenta da solo.
    Sostiene in pubblico, con scena patetica e mal recitata, che non gli riesce di dormire la notte per “la paura che almeno dieci, tra i più gettonati, cantanti internazionali non accettino di cantare alla Scala per timore delle contestazioni e dei buhh”.
    In realtà, se non dorme la notte, sarà perché a tenerlo sveglio ci pensa la sua dolce metà o la fondata preoccupazione di non riuscire a racimolare i soldi per la stagione Expo.
    Tant’è, paga lo Stato italiano…

  3. PS: sono sempre più convinto che Pereira, come il predecessore Lissner, appartengano alla categoria di coloro che, come i più abili giocatori di poker, attuino la politica del “piatto ricco, mi ci ficco”. Il nostro ex Belpaese è diventato per alcuni il Paese del Bengodi!

  4. comunque i maestri cantori e la norma sono due buoni allestimenti. Se pensiamo agli ultimi maestri diretti da Sawallisch quelli si erano brutti. La Scala ricordo che recupera soldi anche dagli sponsor e spesso i cantanti d fama sono proprio pagati da questo. Circa i buuh da che mondo e’ mondo il loggione della Scala ha avuto ansie d protagonismo a fischiare questo o quello e pochi ne sono usciti indenni per cui non drammatizzerei

  5. Sono d’ accordo con Andrea. Aggiungo che, a mio avviso, non è affato casuale che Daniel Barenboim, direttore mediocre finchè volete ma persona tutt’ altro che stupida, abbia tagliato la corda dalla Scala proprio in concidenza con l’ approssimarsi dell’ EXPO. Per quest’ ultima si annuncia un disastro finanziario di quelli epocali, che secondo me avrà probabilmente come conseguenze la fine politica di Pisapia, il default del comune di Milano e un colpo durissimo, forse definitivo, al bilancio dello stato italiano.
    Ad maiora!

    • Previsione catastrofica e pessimo augurio da gettonatissima politica del “tanto peggio tanto meglio”, che da cittadino italiano all’estero non ti fa onore!
      E neppure in questo blog è pertinente! Le critiche che ogni giorno qui leggo hanno il fine di costruire, di comprendere, di tutelare e non distruggere o di criticare per malanimo e maldicenza. La notizia che Pereira comprerà 6 produzioni da Salisburgo è certo preoccupante per i bilanci futuri della Scala che, tuttavia, fattene una ragione, rimane il teatro superbo che il mondo ci invidia, Germania compresa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

        • beh Duprez..Olivia è stata un pò patriottica,però i cantanti blasonati hanno timore di venire alla Scala,è un motivo c’è,non sarà più il tempio di una volta,ma incute timore.
          Poi sti cavoli di registi,soecie tedeschi,sembrano con le loro regie di prendere per il sedere il nostro repertorio,e senza il nostro melodramma tanti teatri nel mondo non ci sarebbero,con tanta gente italiana all’altezza,perche affidare la Scala a stà gente come Pereira?

        • Dai Duprez, la mia risposta era esagerata e finalizzata all’intervento, o meglio a un atteggiamento, di Mozart e così riassunta: criticare si ,”sputare” no. Che in Germania facciano cose migliori delle nostre ci credo punto, che oggi la Scala sia un teatro superbo ancor meno, ma al gioco dello sfascio non ci sto. Ciao

          • Ma quale gioco dello sfascio? Mozart ha ragione…ciò che invece trovo incomprensibile (e intollerabile) è il rigurgito di patriottismo italico laddove qualcuno GIUSTAMENTE ci critica da paesi più civili.

          • Caro Duprez, non sono nazionalista e quindi non credo neppure ad una graduatoria di paesi più o meno civili. Mi auguro di poter terminare tale inutile discussione definendo il mio primo intervento come irriflessivo. Ri-ciao.

          • Per carità, non voglio insistere, né accusare qualcuno, dico solo che purtroppo la visione di Mozart non è lontana dal vero e, se pure non è bello far graduatorie di civiltà, il nostro paese, in un’ipotetica classifica, si collocherebbe agli ultimi posti. Lo dico con estremo dispiacere.

        • Certo che ce lo invidiano Duprez! La Scala è un bellissimo teatro!! Dentro… Fuori l’architettura del Piermarini la trovo un po’ anonima. E il Cubo di Botta l’ho sempre trovato pesante. Ma la sala io la trovo bellissima.
          😉

  6. Spero solo che qualcuno in consiglio d’amministrazione, in comune o al ministero si renda conto della rapina.

    La Zampieri partigiana fu avvistata a Bonn nell’88.
    Il commento fu: “Meno male che è ppe finta sennò c’avremmo ancora er Puzzone.”

  7. Scusate la mia ignoranza: quali sarebbero questi “grandi cantanti” che non verrebbero in scala per timore di contestazioni?
    Se ha cantato il Kaufmann e nulla è successo, non vedo chi potrebbe far peggio!

  8. Pur non condividendo le previsioni di Mozart2006, credo che lui abbia capito che il Baremboim come direttore alla scala abbia fatto un fiasco megagalattico, la cui influenza negativa peserà ahimè per anni.

    • spero che Mozart abbia torto,perché Milano avrà una grande occassione,e per riflesso l’Italia,ma da come partita inchiesta della pr
      ocura,penso che i dubbi di mozart siano fondati,in Italia abbiano una classe dirigente,oltre che inadeguata,anche completamente adagiata alle condizioni che ci impongon o la finanza europea,d’altronte ,anche la cultura viene condizionata da questo stato di cose

  9. Io voglio molto bene a Gianguido e ho stima di lui; è una persona sensibile, intelligente e colta e ho dei bellissimi ricordi delle nostre discussioni. Quello che posso dire è che mi sembra abbia dei conti da regolare con l’Italia e che questo fatto non riesca a superarlo. Mi dispiace. Ciao
    Marco Ninci

  10. Carissima Lily, magari ho detto qualcosa di troppo privato e me ne scuso. Ovviamente questo problema personale non ha nulla a che vedere col problema da cui si è avviata la discussione, un problema che è generale e non tocca le persone singole. Però mi è piaciuto dire qualcosa di affettuoso su Gianguido, in connessione anche con l’intervento di Olivia. E’ davvero così inopportuno?
    Ciao, cara
    Marco Ninci

    • marco, sei anche stato moderato ( da me) per la frase finale, che non era per nulla amicale, piuttosto, veramente-falsamente-amicale. lascia stare mozart o chiunque altro, che tanto il tema qui è un altro, e in generale è sempre e solo il canto.

    • Carissimo Marco,
      credevo che l’espressione “regolamento di conti” si associasse in genere alla criminalità organizzata. E’ una tecnica di comunicazione che non apprezzo, come quando la ministra Boschi usa il termine “professoroni” per sminuire gli argomenti di illustri costituzionalisti.

      Mi è noto, per altro, il tuo gusto di inventare avatar sempre più fantasiosi e divertenti – la Nanny del Giro di Vite, Manfurio del Candelaio, la Fata Carabosse, Teodora Imperatrice di Bisanzio, il dottor Pangloss (“non esistono gli stupidi”, ricordi?), la sora Cosima, e, oggi, Maria Elena Boschi – e ciò non finirà mai di deliziarmi.

      Un abbraccio pasquale.
      Lily

  11. Certo che era riferita a Mozart, come era riferita a me e a tutti. Penso che sia valida per tutti. Ma, come sempre, in primo luogo per me, perché sono io che la sperimento. Cara Lily, mi va bene tutto, anche essere paragonato a Goebbels o a Beria, ma non Maria Elena Boschi, proprio no. Non voglio avere nulla a che vedere con quell’orrore spaventoso, con quella demenza organizzata che è il renzismo.
    Ciao
    Marco Ninci

      • non sono (siamo) pertinenti ,però Renzi nonostante sia SEGRETARIO del pd ( votato da primarie libere,quindi potevano andare a votare anche i seguaci di Berlusconi,tipo scegliere un allenatore del milan,facendo votare anche i tifosi interisti) come dicevo Renzi non ha mai detto di essere un socialista,e questo vale anche per i suoi giovanotti e giovanotte ,spesso in vetrina in tv , qui c’è qualcosa che non quadra..chiedo scusa a Donna Grisi perche tutto questo non ha niente a che fare con il canto e cultura,ma una risposta ci va….

  12. E poi, Lily, immagino che tu sappia bene che i regolamenti di conti ci sono dappertutto, ogni cinque minuti, in ogni ambiente. Fra ogni tipo di persone anche, a cominciare dalla famiglia, un luogo dove non a caso i delitti trovano un terreno fertilissimo. Magari poi i morti non li fanno, ma sono di una violenza non minore di quella che c’è nella criminalità organizzata. Quindi credo che sia una tecnica di comunicazione correttisima e assolutamente realistica.
    Ciao
    Marco Ninci
    Marco Ninci

  13. Viva.verdi
    scusate ma riguardo alla polemica che è sorta in questo blog riguardo MarcoNinci e Mozart mi sento solo di dire “com’è difficile intendersi!” Ma cosa ha scritto di così grave il sempre garbato Marco Ninci? Io per esempio condivido l’analisi sull’Expo fatta da Mozart ma non trovo così scandalosa la risposta di Marco Ninci che frà l’altro ha anche un sapore privato, specificando, lui, di essere amico di Mozart? Cosa c’è di così strano in un’espressione tipo “regolameno di conti” ,che si usa comunemente, in qualsiasi contesto e non soltanto in contesti criminali. Su ragazzi, un po’ di buon senso. E perchè Giulia Grisi è sempre così sgarbata nelle sue risposte? Mi scusi, “divina” ma è così, forse lei non se ne rende conto ma è così, Anche con me lo è stata in una recente polemica che abbiamo avuto, Io ho lasciato perdere ma le assicuro che è stata non soltanto sgarbata ma anche sospettosa di chissà quali insinuazioni da parte mia. Provi a pensarci.
    Invece la “divina” ha fatto molto bene a segnalare la questione Pereira. Che vergogna!!! Ma è proprio tutto questo che rende plausibile la risposta di Mozart. Siamo perduti! Questo è un paese perduto!!!
    Un caro saluto a MarcoNinci che continuo a stimare per i suoi modi garbati e tutta la mia solidarietà. E un caro saluto anche alla “divina” di cui, comunque, ammiro la competenza.
    Però, ragazzi, un po’ meno acidità non sarebbe male, che ne dite?
    Saluti.
    p.s. Sono reduce dalla generale de “Les Troyens”. C’eravate? Non vedo l’ora di leggervi….

    • caro vivaverdi. Io non sono stata affatto sgarbata. C’era una frase assai pesante che è stata tagliata perche gratuita. Qui, contrariamente ad altri postacci , le offese e gli insulti di carattere personale rivolte a partecipanti alle discussioni non si pubblicano. Abbiamo argomenti ed utenti sufficientemente competenti da poter andare avanti a parlare di musica senza ridurre questo sito ad una caina. Abbiamo lettori e partecipanti a sufficienza per mantenere il sito vivo con argomenti musicali. Quello quella che invece ancora gratuitamente hai rivolto a me qui sopra lo pubblico perché sono nuovamente tollerante verso di te, tanto è il tuo specifico modo di fare dal tuo primo post. Ma non è detto che anche la tua arte di provocare non venga poi moderata se diventa uno standard. Ok?

    • caro vivaverdi. Io non sono stata affatto sgarbata. C’era una frase assai pesante che è statata tagliata perche gratuita. Qui, contrariamente ad altri postacci , le offese e gli insulti di carattere personale anche rivolte a partecipanti alle discussioni non si pubblicano. Ti concedo quella che gratuitamente hai rivolto a me qui sopra, tanto è il tuo specifico modo di fare dal tuo primo post. Ok?

  14. Caro Fernando Corena, il renzismo ha un difetto capitale. Non è una difesa di interessi precisi, reazionari e di destra quanto si voglia; per esempio i vari governi Berlusconi o il governo Monti, il governo più a destra dell’intera storia della Repubblica. Questo lo posso capire e persino giustificare. Il renzismo è invece una cosa senza capo né coda, sciocca, futile; una sabbia mobile da cui l’Italia uscirà ancora più distrutta. Come avrebbe detto Nietzsche, il PD in questo modo è diventato quello che è, quello che in potenza è sempre stato. Scusate per la piccola digressione.
    Ciao
    Marco Ninci

  15. secondo voi (meglio tornare al canto dopo le digressioni scaligere, anche se qui sono un poco fuori tema) venerdì prossimo mangerò di magro al Theatre des Champs-Elysees con Otello di Rossini?

    Desdemona sarà interpretata da Cecilia Bartoli e poi ci saranno John Osborn (Otello) , Edgardo Rocha (Rodrigo) Barry Banks (Iago).
    Sono molto curioso di di completare la mia opinione sulla Bartoli con un ascolto dal vivo… in caso di strepitoso successo vi saprò riferire :)
    Riguardo gli ultimi due – che non conoscevo – due deludenti ascolti su youtube non mi fanno sperare per il meglio…

  16. Posto qui un piccolo pezzo sull’Otello di Rossini al Theatre des Champs Elysees, 11 Aprile 2014. Desdemona: Cecilia Bartoli. Otello: John Osborn. Rodrigo: Edgardo Rocha. Iago: Barry Banks. Ensemble Matheus diretto da J.C. Spinosi

    In questo Otello a Parigi la vicenda viene ambientata nei giorni nostri, in un ambiente molto francese fatto di alta borghesia (Rodrigo e Desdemona), militari (Otello) e forze speciali (Iago). La parte finale del secondo atto invece è ambientata in una baraccio con biliardo e luci verdi e molta birra (che Desdemona si verserà addosso, impazzendo a fine secondo atto). Una messa in scena e una regia corrette, che mi son molto piaciute.
    L’orchestra, diretta da Spinosi, ha avuto durante tutta la serata un suono di volume ridotto, che a tratti risultava piuttosto secco – facendo passare quasi inosservati i bellissimi momenti strumentali di questa opera.
    Venendo al canto l’Otello di John Osborn è stato eseguito in maniera convincente, con momenti anche molto belli (l’ingresso e il duetto con Rodrigo del secondo atto, il pezzo meglio cantato di tutta la serata – Rossini è davvero il mio preferito quando viene cantato bene). Certo si nota come la voce sia molto bella e avanti negli acuti ma come diventi piuttosto opaca sotto. In generale poco diverso dal suo Rodrigo (quello di Donna del Lago) alla Scala del 2011. Bisogna dire che il centro-grave sordo è un problema comune a tutti i cantanti in palcoscenico, compreso Mr. Rocha come Rodrigo. Voce bella, ha eseguito senza gloria e senza onore le sue parti nei duetti del primo atto, nell’aria ad inizio secondo atto, nel duetto verso la fine del secondo atto. Ha dei buoni acuti, spiana parecchio la coloratura e per questo non commette errori grossolani.
    Cecilia Bartoli. Cecilia Bartoli è una attrice molto brava. Per quanto riguarda il canto si hanno i soliti difetti che qui evidenziate da sempre; al contrario di quello che ho letto però io non direi che la voce è piccola: quantomeno è grande come le altre voci che erano presenti in palcoscenico. Certo il teatro non grandissimo la aiuta (immagino scelga di cantare in teatri piccoli, ed è una scelta intelligente). Il canto non è mai sul fiato, la respirazione si sente essere sempre affannosa. Ma se questi difetti non si notano nei recitativi o nelle prime note della canzone del salice (molto molto belle, interessante come l’arpa uscisse da un grammofono azionato da desdemona nell’atto di ricordare Isaura), appena sopraggiunge una terzina o l’agilità di forza emergono tutti i problemi di organizzazione vocale. Molto male il “che smania” a fine del secondo atto, in cui letteralmente la Bartoli impazzisce e farfuglia le agilità e arriva alla fine evidentemente stremata. In sintesi una interpretazione interessante, ma non sostenuta da una tecnica canora all’altezza.
    Grande successo a Parigi per questo spettacolo che ho in generale apprezzato molto per quanto riguarda la messa in scena e per la parte canora maschile.

    • caro albertoemme, la tua è una interpretazione molto personale delle mie parole! :)
      Specifico un poco: la voce della Bartoli non ha funzionato bene quasi mai… Lo spettacolo ha galleggiato per merito dei suoi colleghi maschi (e in parte del suo carisma, ma non certo per il suo canto :))
      Per quanto riguarda il materiale live… non ne ho! :(

      • Aurelio credimi avevo inteso perfettamente il senso del tuo intervento. Io avevo semplicemente aggiunto qualcosa sulla circostanza che la voce della Bartoli se inserita in compagnie di voci di taglia S o XS e in un contesto spaziale consono, sembra meno piccola di quello che é.-
        All’Haus fur Mozart, per esempio: in Norma e Giulio Cesare la voce della Bartoli correva quanto basta per poter esprimere la sua arte senza squilibri con il resto dei due cast in cui comparivano effettivamente numerosi pesi piuma quale é tutto sommato Osborn.-
        Mi si dirà che quella sala é dotata di un impianto di amplificazione, ma ciò si rilevava più nelle produzioni di Guth (Don Giovanni o Così fan Tutte) che in quelle due sopracitate.-
        Quindi la tua cronaca resta “bella” e evocativa a prescindere dalle riserve sulla Bartoli (che avevo ovviamente colto e che mi domando perché dovrebbero scandalizzarmi o alterarmi).-
        Su tali riserve preciso che l’esecuzione dell’aria del salice piacque anche a me pur in un teatro molto penalizzante quale la Scala, circa il “che smania” credo invece (anzi spero per la Bartoli) che la questione riguardi come qualificare il suo “farfugliare”, giacché per moltissimi é virtuosismo e per pochi ruttare, suoni da macchina cucire o, appunto, farfugliare.-

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