Stile Scala

chateaubriand-for-two-sauce-bearnaiseUn tempo nei teatri si mangiava, si concludevano affari e matrimoni (che sempre affari sono), si giocava a faraono o tric trac, si espletavano funzioni sessuali, talvolta si ascoltava anche la musica o meglio il canto. Se piacevano il divo, la diva o il musico di turno bissavano e trissavano l’aria, che aveva entusiasmato il pubblico e per la quale sola, magari, si frequentava il teatro. Poi vennero scienza, coscienza e conoscenza (per dirla con la Pasta) o più semplicemente il concetto di repertorio ed in Scala Toscanini e si abolirono bische, bordelli, mense. L’andare all’opera divenne ad opera delle borghesia la manifestazione di uno status sociale, che importava, fra l’altro, abito acconcio e puntualità. Non venne proibita la libertà di espressione sullo spettacolo e ben ne fece, insieme a tutti, le spese proprio Arturo Toscanini, proprio in Scala e proprio con Verdi come accadde nel 1909 in occasione di una sfigata e squinternata -secondo l’opinione  del tempo- esecuzione di “Forza del destino”. E tacciamo dell’affaire Butterfly di qualche anno precedente. Erano ritenuti allora normali incidenti di percorso, intemperie del pubblico da  mettere nel conto da parte di chi professionalmente calcasse il palcoscenico. Non vigeva la funesta logica del vincere, del creare l’evento per giustificare potere, posti e rendite di posizione per se stessi ed i propri adepti. Il cantante fischiato in un titolo poteva la sera dopo trionfare in altro. Oggi no si deve vincere si deve trionfare si deve fare la storia. E questo deve puntualmente verificarsi tutte le sere, ripetersi per inculcare nell’opinione pubblica che quel teatro sia la epifania della perfezione. E su questo altare del vendere  (spacciare, dice Dulcamara) la perfezione tutto si sacrifica ed immola anche buon senso, buon gusto e buona educazione. Il tutto ben documentato con quello che mi è capitato venerdì 8 ultimo scorso in occasione di una recita della Turandot. Ore 14.30 circa sotto il portico di via Filodrammatici dove si compila la lista degli aspiranti acquirenti del biglietto da poveri mi presento documento alla mano perché  in grazia di un accordo fra Teatro e Associazione Accordo quella che in forza di non si sa quale merito e o provvedimento e di quale autorità poi, compila la lista dei presenti interessati alla vendita dell’ingresso in piedi e gestisce le pecore (ops il pubblico). Preciso che trattandosi di nuova produzione il biglietto è venduto a 15 euro  il corrispettivo di 600 grammi di filetto di manzo tanto per dare il senso della proporzione e per riflettere in fine di questa storiella. Quindi prima schedatura perché una persona qualunque per scrivere  COLOMBO MABILIA O SAKAROV IRINA pretende di vedere un documento di identità  dei predetti.

Poi gli aspiranti acquirenti vengono messi in coda e viene loro consegnata una contromarca, previa esibizione a soggetto differente  da quello dell’ora di pranzo  o primo pomeriggio, di un documento di identità perché i gestori della coda sono nelle more cambiati. Secondo episodio della schedatura.

Quando poi arrivi davanti al venditore dei biglietti, terza esibizione del documento di identità perché la prevenzione del bagarinaggio impone che I BIGLIETTI DI INGRESSO di loggione riportino  nome e cognome dell’acquirente. Lo riportano anche gli altri biglietti differenti dagli ingressi, ma il trattamento controllo viene riservato ai soli “sfigati” che hanno fatto la fila in giornata per il posto più sfigato. E quindi lo sfigato possessore dello sfigato biglietto, solo per questo fatto (responsabilità chiaramente oggettiva) deve subire il quarto controllo all’ingresso della galleria cui il venditore di biglietti (Radamisto con i dannati è l’indiscusso modello) lo ha destinato ancora mediante esibizione  di documento di identità.

Evidentemente chi ha partorito questa trafila crede che sulla scala la MABILIA COLOMBO passi il biglietto alla CHETTA, che ha i documenti falsificati dalla banda degli onesti di San Lorenzo di Parabiago. Perché se il vero scopo è quello di prevenire la dolorosa piaga del bagarinaggio la corrispondenza fra nominativo indicato sul biglietto ed ingrediente nel teatro DEVE essere verificata per tutti quelli che “attingono le soglie” del tempio della lirica. E, invece, no! Controllo riservato solo agli sfigati perché, devo dedurre sull’insegnamento di Lombroso siccome sono poveri, acquistando il biglietto da 600 gr di filetto di manzo, sono anche delinquenti per abitudine e/o tendenza.

Mi dispice non ci sto e allora all’ingresso del loggione alla scrupolosa e diligente mascherina che voleva il mio documento d’identità viene opposto secco e reiterato rifiuto sul presupposto che non ha l’autorità per richiedere. Finisce in rissa perché quando “chiama la patria tace ogn’altro affetto” dice Curiazio. E siccome deve dimostrare ( e la capisco anche in epoca di penuria di lavoro, magari ha quattro master in sociologia della comunicazione, comunicazione della sociologia, decentramento delle masse rurali nel Polesine del ‘600 ed in Kazzenger e deve lavorare e deve tenersi il suo posto di lavoro, come tutti facciamo da tutta la vita, poche palle!!) corre a chiamare il master -non universitario- che spalleggiato da un povero poliziotto ( 1600 euro al mese e la Scala con gli isterismi orma sedati del pubblico è grasso che cola rispetto a black bloc e tifosi olandesi) arriva all’intervallo a …… qui non si capisce che cosa volesse perché, perché la costruzione di questo controllo , siccome non è pensata per quello per cui spacciata, imbarca acqua da tutte le parti. E allora si farnetica di accordo e regolamento e allora solo silenzio e muscoli del potere quando si fa osservare che i documenti si chiedono a chi tenga comportamento, che potrebbero ipotizzare l’estremo di reato (ma la zelante mascherina non è un PU e neppure un incaricato di pubblico servizio),  ma il singolo loggionista sia esso tale per abitudine, come Donzelli, o d’occasione non è iscritto a nulla e siccome non vige la contrattazione collettiva gli accordi fra Accordo e Scala non lo riguardano, tecnicamente non è vincolato non gli sono opponibili, tanto meno il regolamento cui  magniloquente il giovane responsabile del loggione si richiama è tale. Lo sa persino chi fa un po’ di diritto a ragioneria o all’ITC e davanti alla gentile e garbata osservazione che proviene da chi per professione i regolamenti sa bene che siano non resta che andarsene dopo aver provocato e mostrato un po’ di muscoli. Educazione, stima e rispetto per il giovane poliziotto, così lo riporto perché non si è qualificato in nome e grado, per la vita che fanno e per il tempo che perdono per le cazzate ed i puntigli della gente, mi impone di esibirgli un documento non proprio di identità, ma lui e anche quelli che schedano in coda non sanno che oggi quel pezzo di plastica, contiene molti miei dati sensibili, ma non è più documento di identità.

La verità che tutti sanno e che tutti da tempo hanno capito è che il quadruplice controllo non serve affatto a prevenire il bagarinaggio, ma semplicemente a schedare quella fetta di pubblico che nei giorni precedenti lo spettacolo, quando magari sai che il prodotto pronto per andare in scena sa di rancido e devi, quindi, dosare schieramenti ed inserimenti di fuoco amico. Ma chi ha inventato questa macchina tanto pesante ha fatto in tempi recenti un giretto in loggione dove gli arrivi sistematicamente in ritardo hanno suggerito i cinque minuti accademici, dove ogni lingua si parla fuorché l’italiano e non siamo agli imbarchi dei voli internazionali o a Lampedusa e dove il pubblico si cava le scarpe, scatta foto e selfie, mangiucchia, beve e sbocconcella, si aggira per il foyer con improbabili vestiti che mostrano dettagliate e sovrabbondanti forme femminili, che invitano a cambi di “sponda”. E vuoi schedare questo pubblico ormai il loggionista come Donzelli e come i Grisini sono il dodo o nella migliore delle ipotesi la tigre del Bengala, dopo le cacce dei conquistatori britannici.

Due pensieri: con i famosi 15 euro mi facevo una dose massiccia di filetto assai preferibile a questa rancida e squinternata Turandot e me ne stavo comodo sul divano del mio soggiorno dopo una settimana di lavoro e poi quando l’amico Tamburini mi ha passato le comunicazioni  del CG (Covent Garden per i non addetti ai lavori) ho pensato proprio alla incolmabile differenza di stile, anche se gli inglesi non conoscono uno strumento di civiltà assoluta il BIDET!!!!!!!!

Mail datata 11/05

Cast change for The Royal Opera’s La traviata
 18 | 22 | 25 | 28 May at 7pm

Dear Mr Tamburini,

I am contacting you as our records show that you have made a May booking for our upcoming run of La traviata, and I wanted to tell you about a cast amendment that we have had to make.

It is with regret that Bulgarian soprano Sonya Yoncheva is forced to withdraw from the first four performances of La traviata on 18, 22, 25 and 28 May. Sonya is suffering from postpartum-induced anaemia and has been ordered by her doctors to observe a period of complete rest and rehabilitation. She is very sorry to miss these four performances and to disappoint the audiences, but is looking forward to returning to The Royal Opera for the following later performances in this revival: 3, 19, 24, 27 and 30 June and 4 July.

Sonya and The Royal Opera are very grateful to Latvian soprano Marina Rebeka who will now sing the role of Violetta Valéry on 18, 22, 25 and 28 May, in addition to her scheduled performances on 6, 9, 11, 13, 15 and 17 June.  Marina has recently performed Violetta for the Metropolitan Opera, New York, Deutsche Oper Berlin, Vienna State Opera, Munich Festival, Lyric Opera of Chicago and the Maggio Musicale in Florence.

I fully appreciate that news of this kind can cause disappointment, particularly if you have booked specifically to hear Sonya Yoncheva, but I am pleased to say that the rest of the excellent cast remains unchanged and that I think we have a more than worthy replacement in Marina Rebeka, who is also one of the most sought-after Violettas worldwide. And so, I hope we will still have the pleasure of you joining us for La traviata as planned. However, should you wish to make an exchange, subject to availability and terms and conditions, please contact our Box Office team on +44 (0)20 7304 4000 (Monday to Saturday: 10am to 8pm) who will be happy to assist you.

With best wishes,

Kasper Holten
Director of Opera

Mail del 12/05

Dear Mr Tamburini,

Further to the cast change email for La traviata that we sent you yesterday – it has been brought to our attention that some of our customers were contacted by accident.

Please accept our apologies, the performances of La traviata that you are attending are unaffected by the cast change.

Yours sincerely,
 Box Office Management

17 pensieri su “Stile Scala

  1. Bell’articolo. Non necessitano altri commenti.
    Mi compiacco dei commenti di natura tecnico giuridica.
    Ma non lo invochiamo l’art. 3 Cost. Rep. It. in ordine alla parità di trattamento?
    Ed un ricorsino al garante della privacy non ci starebbe?
    Al Regio in 30 anni è sempre bastato mostrare il biglietto, sia che uno andasse in prima fila nel settore A o nel posto più sfigato nel settore C….
    Ma la Scala deve sempre distinguersi in tutto…..
    In ogni caso io mi sono divertito molto di più vedendo stasera Real Juve che sentendo la Turandot scaligera. Mi pareva anche uno spettacolo CULTURALMENTE migliore e più intelligente (e lo dico sul serio!). Certo se Morata giocasse a calcio come canta Calaf Antonenko mica lo farebbero giocare nella Juve….

  2. I biglietti acquistati direttamente allo sportello non riportano il nome dell’acquirente, quelli acquistati via Internet invece sì.

    L’introduzione dell’intestazione nominale per gli ingressi ha ridotto, per questa categoria di biglietti, il numero di bagarini, ma non li ha eliminati perché alcuni di loro devono essere collusi con alcuni funzionari di biglietteria e probabilmente ottengono di fare intestare questi biglietti a nome di coloro ai quali li hanno già anticipatamente venduti (MI piacerebbe sapere quali nomi sono stampati sugli ingressi acquistati da Gianni& soci).

    Ui.

    • Quindi è una misura che serve unicamente a far finta di fare qualcosa contro il bagarinaggio. Che invece è consentito e tollerato, altrimenti non si spiegherebbe la protervia con cui notissimi, storici bagarini stazionano in permanenza nei pressi della biglietteria. Per loro un controllo di polizia mai, eh? Il Sistema (nel senso di Gomorra) funziona benissimo, altroché.

      • A me pare che gli ingressi in mano ai bagarini siano diminuiti. Il provvedimento ha avuto un suo effetto positivo.

        Io difendo l’Accordo perché, visto che il teatro non ha vergognosamente voglia di occuparsene direttamente, senza di loro saremmo nelle mani del Gianni.

        Il problema è il personale della biglietteria anche se comincio a pensare che il tornaconto riguardi anche il personale di altri settori del teatro.

        U

        • Le dinamiche della biglietteria scaligera e di cui che vi sta attorno sono uniche al mondo…e lo dico alludendo all intero meccanismo prenotazioni e vendite. Di fondo la questione bagarini ha origine nella vecchia scala sempre soldi out e nei flussi di vendite biglietti tramite circoli amicali del teatro che dal gestire passarono presto allo smistamento amicale e preferenziale. Oggi non c’è più la domanda di un tempo anche perché gli abbonamenti sono crollati e la faccenda bagarini è un pretesto che giustifica la presenza di gruppi amicalclacchettari. Detto ciò. ..anche il modo in cui la gente si trova ad impattare col teatro è un ulteriore deterrente assieme ai prezzi ed alla scarsa qualità he contribuisce fattivamente al calo del pubblico. Ma siccome sui numeri non c è chiarezza di informazione né la si vuol fare la questione resta aperta a tutto danno del teatro che peraltro rincorre e vuole i turisti per caso dell opera a dispetto della coltivazione del pubblico abituale che si fa sempre più rado. Diciamo che è un altro tassello del quadro Cultura, costosa panzane di lusso che dovremmo anche smettere di venerare dato lon stato penoso in cui versa.

  3. L’associazione che gestisce le code è una delle cose più odiose che ci siano. Così come era odioso il tizio puzzolente con il cane che gestiva code e biglietti come più gli paiceva.
    Per questo non vado più alla Scala o molto raramente.
    Non voglio più fare queste code e voglio dar meno soldi possibili ad un teatro che è peggiore dei peggiori teatri della più becera provincia italiana.

  4. Chiedo scusa ma a proposito di code…non ho mai provato…in media a che ora bisognerebbe essere là per una serale? ho visto sul sito che la lista viene compilata alle 13…durante la settimana è necessario essere là in prima mattinata? poco prima? grazie sin d’ora per le info..

    • Se non canta il grande divo (uno di quelli che stanno paccando la Scala in fila indiana, per capirci…), arrivando alle due e mezza del pomeriggio si ha una ragionevole certezza di entrare. Ah, ovviamente sottoscrivo parola per parola quanto scritto dalla Grisi. Un meccanismo volutamente farraginoso per accedere a spettacoli sempre meno ambiti.

  5. Da antico loggionista della Scala ho incominciato con il Gianni e devo dire che, nonostante il cane puzzolente ed i terribili bagarini, non mi è mai capitato di perdere uno spettacolo, viceversa con l’inizio del regno “legale” dell’ Accordo ed il conseguente inizio della schedatura, che fortunatamente in principio era blanda, non chiedevano ancora la carta d’identità ma compilavano tipo 4 liste con appelli ogni ora, ho incominciato a non trovare più i biglietti ed a dover rinunciare molte volte, anche a spettacoli che francamente erano di nicchia. Dal racconto del Sig. Tambutini deduco che il delirio di controllo (tra l’altro tipico vezzo italiano) ha raggiunto il punto di non ritorno e non mi fa rimpiangere il fatto di non frequentare più la Scala da almeno 13 anni. Ultimo appunto ma i bagarini in ultima analisi erano veramente un problema?

    • se penso che l’ingresso di loggione in piede, il famoso posto degli sfigato lo vendono al doppio e se sono alla canna o fai un po’ di mercato anche a meno mi sembrano molto onesti perché tre o quattro ore se le sono spese e quindi si fanno pagare meno di un lavoratore dell’expo. sai i cd nuovi schiavi

    • Nulla è in problema, nemmeno un sovrintendente che compra e vende da e a se stesso ed una stagione falocca tutta forfait previsti. Il problema è controllare i loggionisti in piedi…..li si che ci sono problemi !

  6. Capperi, o corbezzoli, come saggiamente diceva Totò! Il Gianni
    resiste oltre ogni previsione, riesce ad affossare aspiranti bagarini
    dell’est. Comunque come corifeo e lucar io sono (e me ne vanto)
    uno degli ex loggionisti, convinto che la qualità artistica del teatro
    alla scala non meriti, neppure una visita alle code.
    Spiace solo per il direttore Chailly che vi è giunto troppo tardi
    a causa di un gruppo di persone che hanno pensato di utilizzare
    quel teatro per loro motivi, cosicchè oggi arrivarci si può trovare solo
    paccottiglia.

  7. Vorrei aggiungere una nota sulla modalità di acquisto attraverso la biglietteria in rete, nota a tutti, che richiede per acquisto dei più ” prestigiosi” spettacoli nervi saldi e manualità da giocatore esperto di play station. La modalità di acquisto in rete prevede diritti di prevendita secondo me folli, anche oltre 20€ per i primi posti . Se non sbaglio l’acquisto in rete x spettacoli alla Fenice, Regio di Parma, comunale di Bologna prevedono diritti di prevendita difficilmente eccedenti 5€ se non assenti. Non so per altri teatri nazionali ed esteri, ad ogni modo il costo della prevendita per la Scala mi appare folle. Chissà chi definisce questo importo aggiuntivo e chissà perché un ente che fa fatica a quadrare i conti conceda sensibili opportunità di margini ai vari Vivaticket a scapito del principale usufruitore – lo spettatore

  8. Qualcuno ha indiscrezioni sul Turiddu scritturato tra ben 20 giorni visto che sul sito neanche compare il nome ancora? (pur sapendosi già secondo me)..ma soprattutto….sapete che il teatro comunale di Piacenza (!) ha già annunciato la stagione mentre della stagione scaligera neanche l’ombra???

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