Ascolti comparati: Gioconda “Suicidio!” wagneriane a confronto

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Eva Maria Westbroek sarà Minnie alla Scala la prossima stagione. E’ una delle poche cantanti di area tedesca, oggi in carriera, che affronti alcuni titoli del repertorio italiano, in genere post verdiano. Birgit Nilsson cantò spessissimo l’opera italiana oltre Turandot, Tosca, Minnie e spessissimo Aida. Non mi risulta che, divenuta la Nilsson, la cantante svedese abbia mai cantato in teatro Gioconda.
Inoltre proprio la grande aria che apre il quarto atto non era un brano idoneo ai mezzi della cantante svedese la cui prima ottava suonava piuttosto vuota e priva di quell’ampiezza che Gioconda impone e che la Nilsson esibiva senza sfrozo nella superiore. Inoltre alla Nilsson mancava per ovvi motivi vocali il gusto per qualche “svaccata” in zona grave. Infatti, sotto il profilo vocale in questo video tripudio del trash la cantante è compostissima.
Spartito alla mano la parte (fra le più ardue del repertorio post Verdiano) sin dall’attacco “in questi fieri momenti etc”, scritto in zona bassa alla voce, quella di poca ampiezza della Nilsson, la stessa articola ogni parola e che si capisce sappia respirare (in difetto non articolerebbe). Risponde il suono impastato e ingolato della Westbroek, che infatti, non è affatto in grado di articolare le parole e offre sulle frasi che insistono, quasi omofonicamente, sul fa3 un suono sordo ed ovattato molto più scuro di quello, chiaro (e per natura e per posizione del suono) del soprano svedese. La nuova star wagneriana, come molti cantanti oggi in carriera, crede che il soprano drammatico debba avere la voce scura e che la voce chiara sia sinonimo di suono aperto.
Siccome intuba e non sostiene quando arriva il sol acuto di “cor mi tenti” la voce balla. La vecchia suola diceva che si cantava con il centro e solo con il centro a posto si facevano gli acuti. I suoni mal fermi si ripresentano, puntuali, al fa acuto di “ultima croce” anche se va dato atto che la cantante rispetta l’indicazione di cantare piano a partire da ” e un di leggiadre”, ma qui la classe e la tecnica della Nilson assestano il colpo di legare, come da spartito e cantare piano il si bem di “volav l’ore”, dopo aver rispettato l’indicazione di legato con la nota precedente. La Westbroek bercia maldestramente acuto e non rispetta il segno di legato. Anche qui oggi i soprani, che praticano Wagner e repertorio tedesco successivo credono che gli acuti debbano essere solo emessi forte, spinti e, per consguenza, berciati. Infatti evitano, la più parte, il repertorio italiano perchè smorzature in zona acuta e legato sono loro proibitive. Birgit Nilsson pur con una voce “arcigna” rispetta sempre legato e dinamica eseguendo da manuale l’intervallo discendente di “ultima croce del mio cammin”, piattaforma di trombonate per vaiasse veriste. Quanto a mancato rispetto del testo ascoltate due difficoltà evidenti della signora Eva Maria ossia quelli di eseguire la frase in moto discendente “dormir queta” e la salita al si nat, che è un suono gridato e aspro. Birgit Nilsson, ufficialmente voce nibelungica, riesce sulla stessa nota (pur inserendo un fiato non previsto) ad emettere un suono morbido argentino e dolce e, sigla della grande, a smorzarlo in maniera esemplare. Alla chiusa che ostenta il registro grave della voce femminile con discese sino al do la Westbroek se la cava solo a condizione di cantare piano, suggestivo, ma limitato interpretativamente tanto è che alla chiusa non si astiene dalla pacchianta del suono di petto aperto, mentre la Nilsson indulge a qualche effetto di parlato, ma è esemplare per spiegare come un soprano dovrebbe scendere alla parte più grave della voce. Poi intendnediamoci bene nessuna delle due è Gioconda come lo è il grande Aspinall
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3 pensieri su “Ascolti comparati: Gioconda “Suicidio!” wagneriane a confronto

  1. La Nilsson non sarà la Gioconda ideale (la mia preferita è la Cerquetti9, ma canta in tal modo che certe cose passano in secondo piano, magnifica :) Peccato non si fece quella Gioconda cui accennava amodomio… sarebbe stata interessante e inusuale!

    Ciò che non sopporto dei moderni soprani drammatici è che cercano sempre la voce grossa, cosa del tutto inutile e fastidioso. L’esatto opposto era proprio la Nilsson, posizione altissima, voce enorme e possente, ma mai pesante e ingolfata, il timbro mai scurito. Oggi puntualmente praticano l’esatto opposto: i lirici per fare i drammatici o i mezzi, i coloratura per fare i lirici e così via… poveri noi!

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