La provincia italiana: Rigoletto, Palermo 1972.

rigoletto_krausGiuseppe Verdi

Rigoletto

Rigoletto – Licinio Montefusco
Duca di Mantova – Alfredo Kraus
Gilda – Renata Scotto
Sparafucile – Ivo Vinco
Maddalena – Anna Di Stasio
Giovanna – Marisa Zotti
Monterone – Giorgio Malfatti
Marullo – Ugo Tortorici
Borsa – Glauco Scarlini
Conte di Ceprano – Danilo Capri
Contessa di Ceprano – M. Suban
Un paggio – M. Zaccaria

Orchestra e Coro del Teatro Massimo di Palermo

Direttore – Giuseppe Patané

Palermo, Teatro Massimo, 2 Gennaio 1972

Ringraziamo Nourrit perché ci ha fornito per la pubblicazione, concomitante la prima scaligera di questa sera, un’edizione del capolavoro verdiano proposta oltre quarant’anni or sono dal Teatro Massimo di Palermo. Ricordo che il mese prima a Palermo c’era stata la ripresa di Elisabetta regina di Inghilterra. Ovvero nel volgere di due mesi il pubblico del capoluogo siciliano poteva udire due delle maggiori prime donne allora in carriera. Poi si potrà obbiettare che come Gilda la Scotto nel 1972 avesse già superato il suo momento migliore e che il pesante ed inadeguato repertorio aggiunto come Vespri o Vestale avesse lasciato il segno soprattutto nel registro acuto (di lì a poco la Scotto avrebbe dato l’addio anche a Violetta, Lucia ed Amina, i titoli adatti alla sua voce) come è obiezione lecita che il protagonista non fosse un baritono di prima fascia (ricordo che era operativo e applauditissimo in tutti i teatro italiani Aldo Protti, che con Mc Neil è stato l’unico ed ultimo protagonista degno di considerazione) non certo dedito al gusto verdiano, che dovrebbe connotare i grandi protagonisti. Ma ci sono Alfredo Kraus, che regge con irrisoria facilità e senza nasaleggiare, come avrebbe fatto nell’ultimo decennio di carriera, la tessitura davvero defatigante del libertino Duca di Mantova, che è preparatissimo ed esemplare nei topoi del ruolo come le “sfere agli angioli” e la ripresa di “bella figlia dell’amore” che non solo sale al si, ma che batte sul passaggio superiore della voce e più ancora la direzione sicura di Giuseppe Patanè, senza cedimenti e nel contempo senza inutile ricerca di ciò che nella partitura di Verdi non c’è!

Atto I

Atto II

Atto III

2 pensieri su “La provincia italiana: Rigoletto, Palermo 1972.

  1. Definire grande Aldo Protti, è poco, anzi pochissimo.
    Ci stiamo abituando ai tarocchi del ruolo baritonale, dove, tra suoni ingolati e urla da venditori di carciofi, e finti baritoni,ovvero tenori senza acuti, o voci al limite dell’ingorgo vocale, non ci si racapezza più.
    Ascoltatelo, in ogni frase cantata, e la carezzevole dolcezza del suono emesso,ti fa ritornare il piacere di assistere.

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