Die Fledermaus: parte 2

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Immagine anteprima YouTube Elisabeth Rethberg
Immagine anteprima YouTube Joan Sutherland
Immagine anteprima YouTubeCristina Deutekom
Immagine anteprima YouTubeLotte Lehmann
Immagine anteprima YouTubemaria ivogun
La Czardas della Fledermaus, ossia la pagina più famosa dell’opera e sopratutto molto cara ad illustri primedonne, che nella miglior tradizione viennese e mitteleuropea vestono i panni di Rosalinde, che in questa irripetibile commedia degli equivoci e degli inganni si presenta mascherata e, soprattutto, addobbata come una dama ungherese alla festa di Orlowsky. Abbiamo scelto ovviamente illustri e datate prime donne quelle che sanno rendere sia l’aspetto misterioso e di “fascino slavo” della prima sezione e pure svettare nella sezione conclusiva con l’allegro dal sapore molto marziale che chiude la pagina. Quanto al fascino misterioso ed all’andamento marziale della sezione conclusiva, credo che Elisabeth Rethberg sia inarrivabile, a maggior ragione perché trattandosi di una vocalista esimia in odore di freddezza e gelo matronale abbiamo qui una dimostrazione ben tangibile di come si possa (e forse debba) interpretare con la voce. Poi l’accento di Lotte Lehmann o lo splendore vocale di Joan Sutherland o di Christine Deutekom hanno pochi rivali per non dire che sono unici. A parte l’esecuzione di Maria Ivogun, che ha lasciato anche una grandissima esecuzione dell’aria di Adele sempre alla festa del principe. La cantante austrica era un soprano lirico leggero, celebrata Lucia, Gilda, Kostanze e Zerbinetta, la figura minuta le impediva o la limitava in altri personaggi come Manon e Violetta, ma qui prima di tutto c’è la sapienza tecnica di una voce che è sonora, morbida e rotonda in zona centrale dimostrando, coi fatti, che anche i soprani leggeri devono avere un centro pieno e sonoro nell’ambito del timbro loro peculiare. Quella di Maria Ivogun, di cui ogni registrazione è prima di tutto testimonianza di grande maestria tecnica, diviene una lezione di una civiltà e professionalità oggi perse o almeno latitanti.

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