Interpreti a 78 giri, prima puntata: Amelita Galli Curci.

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E cominciamo, come promesso, con Amelita Galli Curci. Non possiamo parlare di una cantante di gusto ottocentesco, perché altri soprani d’agilità come la Sembrich, la Arnoldson o la Torresella testimoniano modalità espressive assai più antiche di quelle del soprano milanese. Ma la Galli Curci è stato uno dei bersagli preferiti della damnatio memoriae, tacciata di essere una cantante da caffè concerto. Una cantante da caffè concerto in primo luogo di scarsissima avvenenza ed in grado di riempire con la sua voce teatri di vaste proporzioni come il Colón di Buenos Aires, e soprattutto il Lyric Center di Chicago e il vecchio Met.
Solo alcune notazioni. Amelita Galli era una musicista con studi di Conservatorio dopo quelli classici, come conveniva alle ragazze di buona famiglia ambrosiana. Arrivò per caso al canto e la sola insegnante fu la nonna. Cantava ed interpretava da musicista di buona famiglia sia l’opera che la musica da camera. L’esecuzione di una pagina famosissima e praticata da molti soprani d’agilità come Luisa Tetrazzini sino alla Sutherland ossia la serenata di Tosti dimostra l’affermazione che Amelita cantasse ed interpretasse da signora bene. Colpiscono tre aspetti in questa esecuzione. La dizione precisa, che rende intelligibile il testo, qualità che la vecchia scuola riteneva essenziale in un’arte come il canto che è espressione in primo luogo. Poi l’omogeneità assoluta della voce in tutta la gamma. Amelita Galli Curci scende con grande facilità ed i suoni della gamma grave hanno la stessa sonorità, la stessa ampiezza di quelli del centro; tecnicamente hanno la stessa posizione. Il vezzo del suono grave marcato ed in sospetto di essere un aperto in cui incorrono molte cantanti, soprani leggeri compresi, non esiste nell’esecuzione del soprano milanese. Questa scelta tecnica accentua legato e scorrevolezza del canto e dell’interpretazione. Da ultimo il gusto: la cantante ora accelera ora rallenta, all’interno della stessa frase passa con estrema facilità dal piano al mezzo forte, senza che le scelte dinamiche ed agogiche intacchino il testo e il rispetto della linea musicale.
Per quelli che parlano di Amelita Galli Curci come una sciantosa offro tre elementi di riflessione o meglio tre ascolti ossia due famosissime sciantose come Elvira Donnarumma e Anna Fougez nel loro repertorio e sarà evidente la differenza nel gusto e nella tecnica di canto ed infine Rosina Storchio, esimia vocalista della scuola di Garcia e interprete esemplare che si diverte a rifare il verso alla sciantosa.

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7 pensieri su “Interpreti a 78 giri, prima puntata: Amelita Galli Curci.

  1. Ahaha la canzone della lattaia pero sa molto ti piace vincere facile! Voglio dire Secondo me anche Arisa non sfigura in confronto! Scherzo ovviamente però sentendo certe cose viene per forza da ridere!! Sono morto dalle risate ascoltandola, chiaramente battuta ignobile a parte lo so non voglio togliere alla poesia del canto della galli curci, gusto ottocentesco o meno io la trovo sempre interprete garbata e raffinata che non eccede e non strafa mai, una cantante di grande classe, magari non geniale secondo me ma raffinata sicuramente.

  2. Finalmente Vipera!! E io che la consideravo un piacere colpevole da canticchiare quando prende la “stupidera”. Comunque, interessante il mondo delle sciantose e della loro cosiddetta arte minore, e buon esercizio il confronto con lo stile ” alto” della lirica.Esercitare l’ udito e tenerlo vigile, anche giocando, eviterebbe tanti scivoloni di gusto e di consapevolezza critica. Vale

  3. Attendo le prossime puntate per imparare un po’ da questi bei ascolti a 78 giri!
    Ascoltare la Galli Curci è stupendo, torno su questa pagina ogni giorno :). Se doveste indicare qualche esecuzione post-78 giri che sia alla pari, chi direste?

  4. E’ incomprensibile come si possa irridere una cantante sempre precisa raffinata ed elegante come la Galli Curci, tanto più che sul lato tecnico è di una levigatezza e purezza di voce direi uniche. Ma la “sciantosa” Donnarumma qui proposta va anch’essa trattata con il massimo rispetto. La posizione della voce è esemplare non solo per una cantate leggera ma anche per una cantante lirica. A quell’epoca del resto non poteva esistere nessuna sostanziale differenza tecnica tra il canto praticato nei teatri o nei salotti o nelle sale da ballo… Una Burzio non canta diversamente da una Donnarumma, salvo che per le intenzioni espressive. Schipa poteva cantare benissimo musica leggera senza cambiare in alcun modo la propria emissione.

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