Hipólito Lázaro: Mi método de canto. Terza e quarta lezione

IL PASSAGGIO DI VOCE

Donzelli: il passaggio della voce o passaggio di registro è una delle vexatae quaestiones dell’insegnamento del canto.
In realtà il corretto passaggio di registro avviene soltanto se è corretta la respirazione ovvero è il corretto flusso del fiato che per rimanere tale, ovvero obbliga il cantante a oscurare il suono. Solo che l’oscuramento da solo non produce il passaggio di registro.

Facendo sempre memoria degli insegnamenti che man mano ti do, dovrai sempre tener presente che, fin dalla prima nota che farai, come ti ho insegnato nella prima lezione, dovrai tener sempre la voce impostata sul labbro superiore, ovvero sull’arco armonico, in modo tale che non ti sia difficile il passaggio di voce dal petto alla testa: certo, dovrai seguire alla lettera le mie indicazioni.


Il passaggio di voce avviene nel seguente modo:
fai un respiri profondo, attraverso il naso, come se dovessi trattenere l’aria nell’addome. Espirando conduci il fiato lentamente verso il palato e poco a poco verso il labbro superiore, che, come tu ben sai, è il punto d’appoggio corretto.

Donzelli: In realtà il termine deve essere ponderato perché l’appoggio o più correttamente il sostegno sta ben altrove, semplicemente il labbro superiore è il luogo ove il cantante ha l’impressione che vibri il suono, come avveniva con le lamine di rame applicate alle maschere tragiche.

Devi tener presente però che, per raggiungere tale risultato, la gola deve essere aperta con l’obbiettivo di lasciar libero passaggio all’alito affinché questo non sfiori la laringe in nessun punto. Per poter fare ciò devi eseguire ciò che ti sto per dire.
Mentre espelli l’alito collocandolo nel labbro superiore, devi abbassare la testa molto lentamente in avanti spostando il fiato nell’arco armonico, come se fosse una freccia che parte dalla laringe in forma d’arco e che tu devi dirigere verso il labbro superiore, seguendo lo schema noto.

Incomincerai impostando la voce sul “ponte” partendo con un LA del secondo spazio del pentagramma, poi un SI e infine un DO; da quest’ultima nota fino ad arrivare ad un LA naturale, dovrai dirigere la voce verso il ponte, lentamente, come ti ho detto, con l’idea di imbrunire il suono con le vocali OU legate, per ottenere lo stesso suono, come ti ho indicato nella precedente lezione. Ripeterai questo esercizio, fino a che non sarai convinto del risultato raggiunto. Passerai successivamente alle note: RE, MI bemolle, MI naturale, FA, FA sostenuto, SOL, e per fare un SOL sostenuto ed un LA ti sarà facile, se controllerai bene il fiato, arrivare fino alla nota più alta che possiedi.

Donzelli: Nell’indicazione delle note su cui lavorare per eseguire correttamente il passaggio di registro Lazaro ha ben chiaro che l’operazione passaggio di registro sul sol acuto è praticamente conclusa. Esercitarsi sino al la ovvero per un ulteriore tono è una sorta di sicurezza che l’operazione sia ben conclusa.

Potrai fare il passaggio con facilità, tenendo presente il modo di usare il fiato per scaldarti i polpastrelli delle dita. In questo modo utilizzerai il fiato fino a collocarlo bene nel ponte; una volta raggiunto ciò, potrai considerarti soddisfatto di aver imparato la maggiore difficoltà della scuola di canto.
Imparata questa lezione, potrai eseguirla senza alcuna preoccupazione: in questo modo si può imparare il passaggio dal petto alla testa, del quale tanto si parla e sul quale ci sono diverse opinioni. Il passaggio di voce è uguale per tutte le vocali, anche se molti non lo credono e avviene dalle note centrale al registro acuto, LA, SI, DO, RE, MI, FA etc…praticando gli esempi di questa lezione, non dimenticarti di iniziare impostando il primo LA con il fiato diretto bene verso l’arco armonico, con portamento, e ogni volta che lasci la seconda o terza nota, LA, SI, DO, SI, DO, RE, DO, RE, MI, FA, SOL, LA; allo stesso modo: DO, MI, RE, FA, MI, SOL, etc… Fai sempre attenzione del modo e il punto del labbro dove lasci ogni nota. Nella stessa posizione inizierai la nota successiva.

Donzelli: questo è un assioma della grande scuola di canto ovvero metti la nota successiva o precedente del pentagramma nella medesima posizione. Questo frequentemente è il sistema assolutamente empirico con il quale si impostano le voci ossia trovata una nota emessa correttamente si invita l’allievo a salire o scendere mantenendola voce “allo stesso posto” In questo modo eseguirai tutti gli esercizi fino a rendere sicuro il passaggio di voce. Una volta raggiunto avrai l’emissione perfetta.

Le note che ti ho elencato sono le più difficili da collocare nel ponte, in particolar modo dal DO, RE, MI, FA e FA sostenuto; fai attenzione nel fare le scale discendenti: devi tenere il fiato nell’addome e nel torace, per non fare note “trascinate” per mancanza di appoggio.

Donzelli: anche per quest’ultima frase è necessaria uno scolion perché tenere la voce nell’addome può far pensare a chi oggi urla con la tecnica dell’affondo (che della tecnica è fisiologicamente parlando la negazione), la frase va letta ed intesa esatta con la notazione per mancanza di appoggio.

Non andare avanti se non sei sicuro di averla imparata come io ti ho indicato, senza ingannarti: potresti pagare delle pesanti conseguenze.
Questa lezione è la più difficile di tutte: io ho avuto la fortuna di impararla in soli tre mesi.

Donzelli: il problema dell’apprendimento del passaggio di registro non è l’apprendimento in senso tecnico quanto il possesso di una respirazione e quindi di un apparato muscolare idoneo a sostener e continuamente e costantemente il cantante.

2 pensieri su “Hipólito Lázaro: Mi método de canto. Terza e quarta lezione

  1. Ancora più della tessitura del "Fra poco" il "Tu che a Dio" mette alla prova i tenori nella zona del passaggio, dove oggi la più gran parte dei cantanti ha diffetti gravissimi. Di Stefano serve come ottimo esempio per il canto "moderno" in questo repertorio. Bel timbro, ma suoni straziati e torturati – di stile non ne parliamo…

Lascia un commento