I due volti di Vienna: Lucerne Festival Orchestra, Claudio Abbado, Maurizio Pollini. Ferrara, 23.IX.2012

Un concerto offerto alla città, nel segno della volontà di ricostruzione, da una delle più blasonate orchestre europee: così si è aperta, domenica scorsa, la stagione 2012-13 di Ferrara Musica. L’Orchestra del Festival di Lucerna (composta dai membri della Mahler Chamber Orchestra, formazione residente nella città estense da più di un decennio, cui si aggiungono di volta in volta celebri solisti e membri di altri prestigiosi complessi) ha accolto l’invito di Claudio Abbado e si è prodotta a titolo gratuito, al pari del direttore e di Maurizio Pollini, in una data che ha segnato la conclusione di una tournée svoltasi tra Vienna, Mosca e Amburgo. Teatro pieno ma non esaurito, vuoi per i prezzi, decisamente elevati (ma ampiamente giustificati dalla finalità benefica del concerto), vuoi per la presenza relativamente scarsa dei fedelissimi del direttore, che staranno verosimilmente già “scaldando i motori” per il concerto ambrosiano del mese prossimo. Buon successo, che avrebbe potuto essere persino maggiore se direttore e solista avessero assecondato le richieste di bis, esplicitate al termine della prima metà del concerto (non c’è stato intervallo) e giustificate dall’affetto del pubblico, nonché dal carattere dichiaratamente eccezionale del concerto, anzi, dell’evento (termine caro agli uffici stampa e, di conseguenza, a molti cronisti). I musicisti si sono invece limitati a “fare il proprio dovere”, proponendo un programma viennese (Mozart e Bruckner) che, se non si è distinto per particolare coerenza interna, ha comunque offerto la possibilità di esplorare la versatilità dell’orchestra e il virtuosismo delle sue prime parti (penso soprattutto ai fiati, capeggiati dai flauti di Jacques Zoon e Chiara Tonelli). In una cornice sonora dall’eleganza levigata quanto cauta, ormai assurta a cifra stilistica del Mozart “di” Abbado, Pollini si è inserito con correttezza ma senza brillare per varietà di tocco o fraseggio, preferendo piuttosto canticchiare (!) durante l’esecuzione (tanto che, a tratti, si aveva la sensazione di assistere a una piacevole soirée salottiera, piuttosto che a un concerto nel vero senso del termine) e offrendo, nel complesso, una prestazione anodina, senza nulla che la distinguesse da un buon saggio di fine corso. Insomma, decisamente poco, per un pianista di gran nome. Tutt’altra musica, è il caso di dirlo, con la Prima di Bruckner, proposta nella revisione del 1891: accesi contrasti dinamici, ritmi squadrati che si aprono a una repentina cantabilità (il Trio del terzo movimento) senza smarrire il proprio incedere incalzante, sonorità di volta in volta cupe e rarefatte, contraddistinte da un assoluto nitore, in una fusione di edonismo sonoro, sberleffo grottesco e gusto del macabro che lascia intuire, nello smagliante tessuto del sinfonismo tardoromantico, la vertigine dell’incipiente Novecento. In questo repertorio, che da sempre lo appassiona e lo interessa, Abbado ha oggi pochissimi rivali: lo scarto, rispetto al compassato Settecento proposto in apertura, non potrebbe essere più netto.

Concerto staordinario per la città di Ferrara

Domenica 23 settembre 2012, ore 15
Teatro Comunale di Ferrara

Lucerne Festival Orchestra
Maurizio Pollini, pianoforte
Claudio Abbado, direttore

Wolfgang Amadeus Mozart

Concerto per pianoforte e orchestra n. 17 in sol maggiore K 453

Allegro

Andante

Allegretto – Presto

 

Antonin Bruckner

Sinfonia n. 1 in do minore (Versione 1891, Vienna)

Allegro

Adagio

Scherzo: Lebhaft – Trio: Langsam

Finale: Bewegt und feurig

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